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[Recensione] Burnout Paradise Remastered – Welcome back to Paradise City!

Versione provata: PlayStation 4 FAT.

Citando la canzone “Amici mai” di Antonello Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“. Una frase probabilmente sentita e risentita, ma adattabile al cento per cento all’uscita di Burnout Paradise Remastered. Già, quello stesso Burnout che proprio dieci anni fa ci faceva divertire senza freni su PlayStation 3, con le sue corse a dir poco folli ed il suo divertimento immediato, semplice e frenetico. Poche serie videoludiche sono riuscite a coniugare in un mix quasi perfetto il divertimento e l’adrenalina sperimentabile in un gioco di corse, ma Electronic Arts ha centrato in pieno l’obiettivo: offrire un’alternativa “scanzonata” ai giochi di guida più avanzati.

Con quella citazione ad inizio paragrafo abbiamo parlato di amore per Burnout. Sì, perchè Burnout nel corso degli anni è riuscito a raccogliere una schiera foltissima di fan. Nel grosso calderone di videogiochi di guida sono presenti per l’appunto alcuni mostri sacri: non solo Need for Speed, ma anche DiRT Rally, Gran Turismo, Formula 1. Tutte serie che hanno chiarito quale debba essere lo standard di qualità per un gioco di corse, nonostante alcune di esse abbiano avuto dei forti cali negli ultimi anni. Ebbene, nonostante i difetti, Burnout Paradise era riuscito al tempo a conquistare il cuore di moltissimi utenti, fidelizzando il suo pubblico.

Anticipiamo già da ora che, con questa rimasterizzazione, EA è tornata sul mercato a nostro modo di vedere con un’altra ottica ed un altro target di players: sono passati molti anni dall’uscita del titolo, sono cambiate le correnti videoludiche e la concorrenza si è fatta agguerrita. In questa recensione analizzeremo in particolare questo fattore, che secondo noi è la chiave interpretativa più giusta per capire quale sia il senso di questa Remastered nel mercato odierno.

Take me down to Paradise City…

burnout paradise remastered

Chiariamo subito il concetto: Burnout Paradise Remastered è la trasposizione identica del titolo originale. Non si tratta di qualche sorta di re-imagening e nemmeno una riedizione: è proprio una rimasterizzazione del gioco originale, lo stesso titolo uscito nel 2008 su PlayStation 3 ed Xbox 360 (che ha visto la luce nel 2009 su PC). Pad alla mano, quindi, ci troveremo catapultati nel menu principale accompagnati dall’immortale Paradise City dei Guns N’ Roses, scelta ovviamente non casuale.

Dopo poco tempo ci si ritrova a guidare la propria prima vettura, una sorta di Ford Mustang modificata. Purtroppo, essendo il gioco identico all’originale, si porta con sé un difetto “storico”, ossia l’assenza della licenza per le automobili, le quali possiedono tutti nomi simili ai marchi più importanti e ne condividono in larga parte anche la livrea. Ovviamente non ci aspettavamo un’implementazione delle licenze, che avrebbe richiesto uno stravolgimento non da poco e non si sarebbe più parlato di remastered, ma chi dovesse avvicinarsi la prima volta alla serie potrebbe restare parzialmente deluso sotto questo aspetto.

Una volta “prese le chiavi in mano” ci si può spostare liberamente per le strade di Paradise City, una fittizia Los Angeles suddivisa in due scenari: la città vera e propria e un classico countryside all’americana, caratterizzato da strade e superstrade immerse nelle colline. Sono tutte caratteristiche che, per chi ha già giocato l’originale, consistono solo in ripetizioni. Siamo convinti però che la grande libertà di movimento data al giocatore fin da subito lascerà favorevolmente colpiti i nuovi giocatori. In giro per la mappa sono sparse le varie competizioni a cui si può prender parte: si passa dalle classiche gare a modalità diverse dalle classiche, tra le quali spicca Uomo nel Mirino. In questa modalità ci si trova bersagliati da alcune auto avversarie, e si dovrà raggiungere un determinato punto della città sani e salvi.

Adrenalina allo stato puro

Il rombo dei motori vi porterà sin da subito ad immergervi in un gameplay divertentissimo, che probabilmente conosce ben pochi rivali nel settore dei racing game. In sostanza non si bada alla qualità ma alla quantità. Tradotto? Chissenefrega di correre in contromano, di sbattere fuori gli avversari facendoli appiattire contro un muro, di sfiorare le automobili che viaggiano tranquillamente per la città. Qualsiasi azione scanzonata e fuori da ogni logica porterà ad aumentare la barra del turbo: questo si nota particolarmente quando si corre in contromano, ma quando si sbattono fuori i nemici il bonus sarà anche superiore.

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A completare il quadro del divertimento ci pensano le scorciatoie ed i salti Burnout da trovare in giro per la mappa, piccole chicche che aumenteranno leggermente l’esperienza di gioco. Il parco veicoli non è vastissimo e, come già detto, è basato su modelli fittizi senza licenza ufficiale. Nonostante questo però l’offerta è decisamente buona e sono presenti anche veicoli aggiunti solo dopo, con l’uscita di Burnout Paradise: The Ultimate Box e dei suoi DLC: questi veicoli sono rappresentati dalle motociclette (in verità solo due) e da altri macchinari a quattro ruote, alcuni dei quali vi regaleranno delle chicche assurde che non vi vogliamo spoilerare.

Tutte le gare e gli eventi proposti nella mappa di gioco si basano su questo stesso concetto. Il divertimento viene prima di tutto, in Burnout Paradise Remastered: difficilmente staccherete le dita dal grilletto dell’acceleratore, dal momento che ci si trova completamente fermi solo quando ci si schianta, o nei menu per selezionare le automobili. Attenzione, però: questo sistema così adrenalinico e frenetico potrebbe stancare i giocatori provenienti da altri titoli di guida, o potrebbe proprio non attrarre gli appassionati di racing game più “seri” e votati al realismo. Due fattori che in Burnout Paradise Remastered mancano del tutto.

Il comparto tecnico

Tecnicamente Burnout Paradise Remastered riesce a strappare un giudizio positivo nel suo complesso. Va menzionata ovviamente la grafica, vero motivo di rinnovamento su cui EA ha lavorato per proporre questa remastered. Gli effetti ed i giochi di luce sono stati migliorati notevolmente rispetto al titolo originale, in più è stato riconfermato il ciclo giorno/notte introdotto con l’Ultimate Box, che con la nuova veste grafica calza a pennello, offrendo un buon livello di immersione anche di notte.

Menzione d’onore va fatta per il comparto audio. La tracklist è a dir poco fotonica: è un qualcosa di azzeccatissimo, e nella lunga lista di tracce disponibili solo alcune sono meno adeguate al contesto. Si passa fra vari generi, dalla pop al pop-rock, per finire al rock vero e proprio: ci siamo lasciati accompagnare dalle canzoni presenti con grande piacere durante tutta la nostra esperienza di gioco. Buoni anche gli effetti sonori degli schianti, dei motori delle autovetture e del turbo, ma sono tutti dettagli che passeranno inosservati sotto l’ombra della meravigliosa tracklist. D’altronde, EA ci ha sempre abituati a questo fattore, e non possiamo che farle i complimenti per essere riuscita a selezionare una tracklist così azzeccata e sempre bella nel corso degli anni.

Burnout Paradise Remastered è la “solita” remastered?

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In buona sostanza, oltre a quello che abbiamo scritto, non c’è molto altro da dire. Proprio così: a parte la grafica e le aggiunte dell’Ultimate Box incluse, il gioco rimane sostanzialmente identico a quello visto nel 2008 su PlayStation 3.

Sorge spontanea la domanda: si tratta quindi di una banalissima remastered, venduta ad un prezzo maggiorato? Ci abbiamo riflettuto anche noi e siamo convinti che non sia assolutamente così. Burnout Paradise Remastered va infatti collocato nel mercato odierno seguendo tanto i suoi pregi quanto i suoi difetti. Dal 2008 ad oggi, in un arco di tempo di ben 10 anni, sono stati fatti dei passi da gigante sul lato tecnico e sul gameplay dei racing game (e non solo quelli), ed un titolo come Burnout Paradise non può competere con le nuove tendenze, tecnologicamente troppo avanzate.

Ecco perchè diciamo che va preso per i suoi pregi e difetti. Tra i pregi spicca in particolare la capacità di divertire ancora oggi, grazie alla sua struttura di gameplay frenetica, fattore che ad essere onesti non si vede più così spesso nei videogiochi odierni. Se si guarda ai difetti, è impossibile negare che Burnout Paradise oggi sia un gioco con degli evidenti limiti a livello tecnico e di contenuti. Proprio per questo, però, nella sua fascia di prezzo (forse ancora leggermente troppo alto) si posiziona come un racing game senza alcuna pretesa. In altre parole è perfetto per partite rapide, per staccare un po’ dalla routine degli altri titoli, o per farsi una gara in compagnia (sì, é presente il comparto multiplayer, che non ci sentiamo di giudicare ora perchè ancora troppo spoglio di giocatori). O ancora, grazie alla lista di trofei e di sbloccabili, è perfetto anche per chi ama spulciare un gioco in ogni suo segreto e collezionabile, raggiungendo magari il platino.

PRO

  • Divertimento assicurato dallo stesso, identico gameplay frenetico e scanzonato visto su PlayStation 3;
  • Ancora oggi, una delle migliori tracklist per qualità e per sincronia con lo spirito del gioco;
  • Più di dieci ore di gioco tra gare ed eventi particolari, il tutto con il bonus del multiplayer;
  • Se siete fan di vecchia data, non potrete non amarlo.

CONTRO

  • Potenzialmente del tutto inadatto a chi adora il realismo e la simulazione nei racing game;
  • Troppa frenesia e fragore potrebbero subito divertire, ma poi annoiare quei giocatori che provengono da titoli più vicini alla realtà.

Ecco la chiave di lettura di cui vi parlavamo a inizio recensione. Se nel 2008 Burnout Paradise poteva essere considerato un contendente di prim’ordine tra i principali titoli di guida, oggigiorno si trova a competere in un mercato nuovo, nel quale non può più essere visto come un titolo di spicco ma come una valida alternativa “leggera” e fruibile senza particolare impegno. Va piuttosto visto come un mix di amarcord e di new gen, capace di coniugare il sano divertimento alle esigenze moderne del pubblico di videogiocatori, abituato oramai a standard ben più elevati.

Nel complesso Burnout Paradise Remastered merita attenzione, non solo quella dei fan di lunga data, ma anche dei giocatori più giovani o comunque meno esperti nel settore videoludico, e riuscirà a regalarvi quegli sprazzi di divertimento libero da pensieri che pochi altri giochi (non solo di guida) riescono a donarvi.

Un ringraziamento ad Electronic Arts Italia per il codice review di Burnout Paradise Remastered.

Scritto da
Alberto Baldiotti

Studente universitario e gamer nel tempo libero, la sua passione videoludica non ha confini. Questa passione nasce a 4 anni, quando si ritrova a giocare Doom II su un vecchio computer acquistato dal padre. Appassionato di giochi open-world e GDR, le sue pietre miliari sono le serie di Grand Theft Auto, Fallout e The Elder Scrolls. A fianco di ciò, la tecnologia e lo sport giocano un ruolo fondamentale nei suoi interessi, ed adora restare informato sulle ultime novità nei rispettivi settori.

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