recensione devil may cry hd collection
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[RECENSIONE] Devil May Cry HD Collection – Demoni in alta definizione

Correva l’anno 2001 quando Capcom decise che fosse arrivato il momento di rilasciare un nuovo capitolo dedicato a Resident Evil, saga che già a quel tempo aveva ottenuto un’incredibile fama. Tuttavia questo nuovo progetto, che vedeva a capo Hideki Kamiya, si trasformò ben presto in qualcosa di sostanzialmente diverso rispetto ai canoni della serie horror. Nonostante ciò, Capcom decise di puntare su questo progetto dalle sfumatura gotiche e dark dando vista ad un titolo hack’n’slash destinato a fare la storia all’interno del mondo videoludico: stiamo parlando di Devil May Cry. Il gioco, soprattutto grazie ad un gameplay stratosferico, fu subito apprezzato dai videogiocatori diventando in poco tempo uno dei migliori titoli presenti per Playstation 2. Ovviamente il successo del primo capitolo portò al rilascio di titoli successivi fino a giungere a Devil May Cry 4.

La serie, dopo diversi anni in sordina, tornò nuovamente in auge con DmC Devil May Cry, reboot del primo capitolo senza però riuscire ad ottenere il consenso dei fan (nonostante l’ottimo comparto tecnico). È forse ciò che deve aver convinto Capcom a puntare sulla trilogia iniziale portando anche su PS4 e Xbox One la Devil May Cry HD Collection. Saranno stati apportate modifiche e miglioramenti rispetto alla Collection giunta su old-gen sei anni fa? Bè scopritelo leggendo la nostra recensione dedicata a Devil May Cry HD Collection.

IL FIGLIO DI SPARDA

Il filmato introduttivo del primo capitolo racconta l’atto eroico di Sparda, demone che decise di opporsi ai propri simili e allo stesso Mundus, imperatore dei demoni, per salvare il genere umano. Questo gesto consegnò a Sparda il soprannome di “Leggendario Cavaliere Nero”. Le avventure di Devil May Cry hanno come incipit il ritorno di Mundus, il quale ha intenzione di invadere nuovamente la terra. Ovviamente, l’unico in grado di salvare ancora una volta l’umanità è proprio Dante, nonché figlio del leggendario Sparda. In sintesi quindi, la storyline principale vede Dante che, proprio come suo padre Sparda, si ritrova a dover uccidere demoni su demoni per salvare la terra ancora una volta. Ciò è quello che avviene anche nel secondo capitolo della storia, quando il nostro protagonista demoniaco viene contattato da Lucia (giocabile nel corso della trama) per salvare il suo villaggio. Il terzo ed ultimo capitolo della Collection HD, prequel dei primi due capitoli, ci presenta più da vicino le gesta di Sparda e le orgini di Dante e di suo fratello Vergil.

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IL PADRE DEGLI HACK’N’SLASH

Il motivo principale che fece di Devil May Cry un “must have” fu senza dubbio il gameplay. Il titolo si basava su una visuale con telecamera fissa (come su Resident Evil) e su uno stile di combattimento fluido e decisamente avanzato per l’epoca  tanto che possiamo definire Devil May Cry il padre degli hack’n’slash moderni. In particolare, il combattimento si basava sull’utilizzo di armi corpo a corpo e di armi da fuoco, permettendo in questo modo di creare combo decisamente spettacolari. Combo che si basavano principalmente sul tempismo con cui si premevano i tasti e sulla direzione di attacco. Una meccanica che rappresenta tutt’ora il marchio di fabbrica di tutti gli hack’n’slash, tra cui non poteva ovviamente marcare la serie Bayonetta, creata dallo stesso Kamiya.

Quanto appena detto sul gameplay fu in parte rovinato con l’arrivo di Devil May Cry 2, probabilmente il peggior capitolo della serie ad oggi (complice anche il passaggio da Kamiya a Itsuno). Dmc 2 era infatti un titolo poco ispirato, con una narrativa poco interessante ed un game design decisamente inferiore al precedente. Oltre a ciò, il gamplay era stato reso molto più semplice, nonostante l’aggiunta di qualche nuova abilità che non riuscirono però a competere con quanto visto nel primo capitolo.Tuttavia, dopo questo passo falso, la saga si rialzò alla grande, presentando al pubblico videoludico Devil May Cry 3, l’ultimo titolo contenuto in questa Collection. Dmc 3 fu in grado di mixare alla perfezione cosa si era visto di buono nei primi due capitoli creando così un gameplay completamente fuori di testa grazie a tutte le combinazioni che potevano essere effettuate, superando addirittura il primo Dmc. Il successo di questo terzo capitolo portò Capcom a rilasciare una Special Edition del titolo, edizione che vedeva diversi miglioramenti rispetto alla versione originale e che la software house giapponese ha deciso di inserire all’interno della Collection HD. Tale edizione presenta infatti la possibilità di controllare Vergil per vivere la storyline e aggiungendo quindi un nuovo stile di combattimento. Da non dimenticare l’inserimento della Bloody Palace, modalità che già presenziava in Devil May Cry 2. In sostanza, questo modalità vedeva Dante cimentarsi in una scalata a piani in cui, per avanzare, bisognava affrontare diverse battaglie senza la possibilità di poter recuperare energia. Tutte aggiunte che migliorarono sostanzialmente la longevità e la rigiocabilità del titolo.

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UN DANTE SBIADITO

Trattandosi di una Collection in HD il punto saliente della recensione riguarda i miglioramenti apportati alla trilogia dal punto di vista grafico. Purtroppo, la verità è che l’azienda nipponica ha distribuito su PS4 e Xbox One una versione del tutto identica a quella già arrivata sulle vecchie console. I problemi più gravi riguardano senza ombra di dubbio le scene di intermezzo, rimaste pressoché identiche a quelle originali, che mostrano texture in bassa risoluzione e sottotitoli completamente sgranati, rendendone difficile la lettura in alcuni casi. La situazione migliora leggermente pad alla mano. Durante le fasi di gameplay si nota infatti una maggior pulizia grafica e texture più definite. Miglioramenti anche per quanto riguarda le ombre e i personaggi, leggermente più definiti rispetto al passato. Ottima anche la fluidità del gioco e la risposta dei comandi, oltre ad un frame-rate portato finalmente a 60 fps, caratteristica fondamentale per un action come DMC. A non convincere sono purtroppo i menù e gli intermezzi relativi alla raccolta di oggetti ed armi, realizzati in 4:3.

In definitiva, i miglioramenti tecnici apportati da Capcom su questa nuova Collection rispetto alla sua versione precedente sono pressoché inesistenti, eccezion fatta per il passaggio ai 1080p e ai 60 fps. Miglioramenti che però non rendono al meglio a causa di alcune imprecisazioni  su texture e poligoni.

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PUNTI DI FORZA

  • Tre titoli in uno;
  • Ottima risposta dei comandi;
  • La Special Edition di DMC 3.

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Cut-scenes di bassa qualità;
  • Pochi miglioramenti rispetto alla precedente Collection.

La Devil May Cry HD Collection si è dimostrata essere un semplice porting di quella già vista sei anni fa su old-gen. Purtroppo, i miglioramenti tecnici sono pressoché inesistenti e sarebbe bastata qualche piccola accortezza in più per rendere questa Collection veramente valida. Nonostante ciò, la Collection contiene tre titoli fantastici, che nessun giocatore dovrebbe lasciarsi scappare. Ovviamente la Devil May Cry HD Collection è destinata a tutti coloro che non hanno mai avuto il piacere di giocare la serie o ai nostalgici, che non hanno avuto modo di recuperarla su old-gen.

Un ringraziamento ad Halifax Italia per il codice review di Devil May Cry HD Collection.

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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