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Recensione Mass Effect: Andromeda – Un nuovo inizio per l’umanità

Come vi avevamo annunciato, il percorso che ci avrebbe portato alla recensione completa di Mass Effect: Andromeda è terminato. Siamo pronti, dunque, per dirvi tutto quello che c’è da sapere sul nuovo titolo BioWare.

Versione Testata: PlayStation 4

UNA NUOVA CASA PER L’UMANITÀ

Mass Effect: Andromeda inizia nel 2185 mentre i Razziatori si apprestano ad attaccare la Terra, e la leggenda del comandante Shepard non ha ancora chiuso il suo ciclo. Per trovare una soluzione alternativa alla battaglia, e per provare ad avere un’ancora di salvataggio in caso di fallimento della resistenza, nasce l’Iniziativa Andromeda: progetto innovativo che prevede la colonizzazione di un pianeta della galassia di Andromeda per renderlo la nuova Terra. Così 6 arche da 20.000 persone ciascuna, contenenti esemplari di tutte le maggiori razze della Via Lattea, partono alla volta della nuova galassia in un viaggio che durerà ben 600 anni. Così dopo 6 secoli di viaggio in ibernazione, iniziano le avventure dei nostri protagonisti Scott e Sara Ryder.

Durante il percorso che porterà i due fratelli Ryder alla scoperta di un nuovo Habitat per l’umanità, non mancheranno ostacoli, nemici e scelte difficili. Il sistema di scelte morali infatti, è stato ampiamente migliorato; non siamo più di fronte ad un sistema di buono e cattivo, ma siamo di fronte ad un ventaglio di scelte maggiori che influenzeranno il profilo psicologico dei personaggi secondo diverse sfaccettature. Tra missioni principali, secondarie e semplice esplorazione, il giocatore ha di che stare sereno, la longevità di Mass Effect: Andromeda è decisamente alta, e la galassia di Andromeda davvero sterminata.

Purtroppo però, la trama fatica ad ingranare e tutta questa vastità e ricchezza di missioni,viene poco supportata nella prima parte, dove il gioco arranca e sembra arrivare con fatica ad un punto di svolta. Fortunatamente verso la metà dell’avventura, il gioco decolla seguendo toni di diverso respiro, portando il giocatore a riflettere su vari temi, ed accompagnandolo in momenti scanzonati che ci hanno ricordato momenti epici di altre saghe sci-fi.

C’é tanto da scoprire nella galassia di Andromeda

L’ABITO NON FA IL MONACO

Mass Effect: Andromeda si veste di un abito che non lo rappresenta, le animazioni facciali e corporee, alcuni doppiaggi, e certi difetti grafici non rispecchiano la natura del gioco, il quale invece ha tanto da dire.

Fin da subito, Andromeda vi metterà davanti al suo più grande difetto: le animazioni. Obsolete, poco curate, alcune volte al limite del ridicolo; le animazioni del gioco rendono spesso impossibile prendere sul serio determinati dialoghi che sarebbero importanti. Ad accompagnare questi problemi di animazioni, ci sono seri problemi con alcuni doppiaggi; in alcuni casi completamenti fuori contesto rispetto al contenuto delle frasi.

La più che buona localizzazione in italiano dei sottotitoli, attutisce il problema dell’assenza del doppiaggio nella nostra lingua, ma ciò non è sufficiente ad coprire i gravi problemi del gioco.

IL PUNTO FORTE È IL GAMEPLAY

Dove invece il gioco, esalta i suoi punti di forza è nel gameplay. Solido e divertente, mai noioso o frustrante; Mass Effect: Andromeda esalta il tutto quello presentato nei precedenti capitoli, e lo migliora dove possibile.

Il gunplay è ottimo, il migliore della saga, e probabilmente uno dei migliori anche tra gli sparatutto in terza persona presenti ad oggi sul mercato. L’introduzione del jetpack è sicuramente il culmine delle innovazioni; questo strumento permette una varietà incredibile di soluzioni nel gameplay, il tutto senza mai dare l’impressione di perdere il controllo.

Lo sviluppo del personaggio, inoltre, amplifica la stratificazione del gameplay influenzando le varie possibilità a disposizione. L’albero delle abilità (attive e passive) si divide in tre macro aree: Tecnologia, Biotica e Combattimento. Queste macro aree non influenzano solamente il tipo di gadget o bonus che il giocatore ha, ma influenzano anche i Profili. Questi ultimi sostituiscono le classiche “Classi” dei GDR e permettono al giocatore di concentrarsi su determinate abilità e determinati stili di approccio alla battaglia. Facciamo un esempio: se volete avere un approccio basato sull’area Tecnologia, imposterete il profilo Ingegnere che si basa proprio su questo, a discapito dell’utilizzo delle altre aree. Ovviamente ci sono una miriade di combinazioni, grazie anche a profili ibridi che permettono l’utilizzo di varie aree.

In sostanza, il gameplay di Mass Effect: Andromeda è forse il miglior ambito proposto dal titolo; esso infatti intrattiene anche grazie alla sua profondità e permette al giocatore di innovarsi e migliorarsi col passare delle ore.

Gli ambienti possono offrire anche scorci interessanti

ESPLORAZIONE E MULTIPLAYER

Altre due componenti davvero importanti sono l’esplorazione, e il comparto multiplayer.

Per quanto riguarda la prima, è davvero ottima, i sistemi della galassia di Andromeda sono tantissimi ed esplorabili con la nave Tempest, e la loro esplorazione permette di recuperare materiali importanti nell’economia del gioco. I pianeti esplorabili invece sono in minor quantità rispetto al numero di sistemi presenti, ma la vastità degli ambienti, la loro caratterizzazione artistica e la quantità di missioni e di tempo che richiedono per essere esplorati al 100% è impressionante. Il giocatore si ritroverà ad attraversare ambientazioni calde e desertiche, per poi arrivare ai climi più rigidi delle ambientazioni innevate, passando per foreste rigogliose; il tutto avendo sempre una sensazione di immersione incredibile. Sui pianeti esplorabili, il giocatore avrà a disposizione il Nomad: mezzo di trasporto che può anche trasformarsi in strumento di difesa se migliorato a dovere. Questo mezzo permette di ridurre il tempo di spostamento tra un luogo e l’altro sul pianeta ma ricopre anche il ruolo di safe point nel mezzo di ambienti che spesso saranno veramente ostili per il nostro protagonista.

Per quanto riguarda il comparto multigiocatore invece, troviamo le missioni APEX, ovvero delle speciali missioni giornaliere giocabili in multiplayer che offrono ricompense speciali all’interno del single player. Inoltre il gioco propone anche un comparto multigiocatore vero e proprio che non ha influenze sulla campagna. Per quanto riguarda quest’ultimo, si struttura principalmente con missioni simili a quelle APEX, con 4 giocatori che sfidano ondate di nemici sempre maggiori e sempre più aggressivi. Ogni giocatore potrà scegliere con che personaggio giocare tra un roster variegato e rappresentativo di tutte le razze presenti nella campagna; ed ognuno di essi avrà abilità ed uno sviluppo differente. Molto ampia anche la scelta delle bocche da fuoco, che riprende tutte le armi presenti nella campagna fornendo al giocatore un’ulteriore possibilità di scelta nell’approccio da adottare.

In sostanza il multiplayer ci è piaciuto, stabile e profondo premia il gioco di squadra; lo sviluppo dei personaggi aumenta la rigiocabilità e smorza il senso di noia che potrebbe essere presente in queste tipologie di multigiocatore.

PUNTI DI FORZA

  • Gameplay solido
  • Comparto multigiocatore di ottimo livello
  • Alta longevità aiutata dal numero di missioni secondarie e dalla componente esplorativa

PUNTI DEBOLI

  • Animazioni e doppiaggio rivedibili
  • Prima parte della trama poco originale e molto lenta

In conclusione Mass Effect: Andromeda è un videogame diesel: parte lento ma col tempo affascina il giocatore e lo trasporta in un viaggio intrigante. Al netto dei suoi difetti tecnici, il gioco si innalza a migliore della serie per quanto riguarda il gameplay; a chiudere il cerchio un comparto multigiocatore di tutto rispetto. Mass Effect: Andromeda non è il capolavoro che tutti si aspettavano, ma ha dei buoni punti di partenza su cui BioWare può lavorare per creare un nuova saga memorabile.

Scritto da
Luca "Beard" Porro

Sono un neolaureato in scienze politiche e delle relazioni internazionali con la passione per i videogiochi fin da piccolo. Ho sempre cercato di coltivare la mia passione cercando di rendere gli altri partecipi delle sensazioni che provavo. Ogni piattaforma su cui ho giocato dal 1998 ad oggi ha contribuito alla mia formazione, e ha lasciato nella mia mente ricordi di emozioni donati da capolavori come Monkey island, Legacy of Kain, Suikoden 2 e Final Fantasy IX.

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