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Ci pensa Uagna – Loop senza via di scampo

Ripetività. Chiunque bazzichi più o meno regolarmente tra forum dedicati ai videogiochi e siti di stampa specializzati nel genere, sente questa parola frequentemente. Ripetività. Cosa sta a significare, in soldoni, questo aberrante termine che molti di noi non amano leggere? Semplice: ripetitività significa che un dato videogioco presenta attività fin troppo identiche a sé stesse e che continua a riproporre sempre le stesse cose in una forma uguale o leggermente differente. Un esempio attualissimo di ripetitività, se proprio dobbiamo chiamare in causa un tripla A da poco uscito, è Mafia III. L’ultima fatica di Hangar 13 e 2K Games ha riscosso un discreto successo come dimostrano le recensioni, ma tra i vari problemi imputati al gioco c’è anche quello di una pericolosa ripetitività legata alle missioni che potrebbe spingervi alla noia molto presto, proprio come hanno riportato gli esperti videoludici che, in gran parte, sono stati aspramente insultati per aver criticato il gioco. Ripetizione uguale a longevità o ripetizione legata a noia? Dipende, da tanti fattori, che variano da gioco a gioco e da persona a persona. Ma quand’è che la ripetitività varca quella sottile linea tra divertimento e noia?

no man's sky uagna

In questi ultimi giorni sto riscoprendo No Man’s Sky. Per essere precisi, lo sto scoprendo per la prima volta, dato che non ho avuto la possibilità di giocarlo ad agosto e che non ho potuto recuperare prima il titolo. Seppur si tratti di un gioco terribilmente controverso, e di questo ne ero già altamente consapevole, un grosso progetto di fondo si vede, ed è innegabile il fatto che una software house indipendente come Hello Games sia riuscita a creare un piccolo gioiello di queste proporzioni. Mentre avanzo di pianeta in pianeta, però, non posso fare a meno di incrociare il nemico numero uno di questo Ci pensa Uagna odierno: la ripetitività. Nonostante miliardi, anzi miliardi di miliardi di pianeti procedurali all’interno dello sconfinato universo di No Man’s Sky, ripetere sempre le stesse cose è all’ordine del giorno. Raggiungere il pianeta, andare nel punto A, craftare le risorse per far ripartire la nostra nave, risalire sulla nave, raggiungere un nuovo pianeta, eccetera eccetera. Per quanto il gioco mi intrighi, o perlomeno queste sono le sensazioni che mi comunicano le prime ore di attività, non penso ci siano dubbi sul fatto che No Man’s Sky ha il grossissimo difetto della ripetitività. Eppure, conosco tante persone che hanno apprezzato il gioco, e che anzi di tanto in tanto inseriscono nuovamente il disco di gioco per visitare qualche altro pianeta. Sono ovviamente consci dell’infinito loop di azioni nel quale si sono ritrovati, ma allora per quale motivo continuano imperterriti a farlo?

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La risposta sta nella vostra mente, nelle vostre passioni, nel vostro cuore e nei giochi che più amate. Rendere ripetitivo un gioco è un’attività sempre più frequente al giorno d’oggi, specialmente quando una grossissima produzione deve ingigantire il prodotto per renderlo sempre più longevo. Casi emblematici come GTA IV, Assassin’s Creed, il sopra citato Mafia 3, ne sono la prova. Persino in un titolo ultra-blasonato come The Witcher 3 ritroviamo delle meccaniche che spesso si ripetono. In ognuno di questi titoli (o serie, nel caso dei primi due), ritroviamo forti componenti di ripetitività, che la critica giustamente fa risaltare spesso tra i difetti del gioco vista la mancanza di nuovi stimoli che queste attività portano al titolo. Questo oggettivamente, naturalmente. Parlando invece di sensazioni prettamente soggettive, quanti di noi appassionati ad esempio di GTA si sono realmente annoiati a ripetere per la 20esima volta una gara? In quanti si sono stancati di conquistare avamposti per liberarli dai Templari? Io certamente no, o meglio: per quanto mi renda conto della ripetitività della cosa, riesco quasi sempre a divertirmi e a passare qualche ora di intrattenimento. Ma allora, la critica ha ragione o no sul fatto della ripetitività come aspetto negativo?

destiny rise of iron

Spostiamoci su altri due esempi, di recente attualità: Tom Clancy’s The Division e Destiny. Il secondo, dopo una promozione mostruosa che ha creato un hype iper-smisurato negli utenti, è una piccola perla dal punto di vista della ripetitività. Quante volte io abbia fatto la Volta di Vetro o i soliti 5 assalti, o le solite 2/3 missioni nell’arco dei primi 4 mesi di uscita del gioco, solo Dio lo sa. Il gioco però è basato esattamente su quello: continuare a ripetere cercando (e sperando) un loot migliore, per accrescere il proprio potenziale. Il fatto problematico con Destiny non è tanto la ripetitività in sé, quanto il fatto che il gioco di base fosse completamente castrato di contenuti, sconclusionato e soprattutto per nulla meritocratico, ma questo meriterà un discorso a parte. Il gioco di Ubisoft è invece sicuramente più variegato, con più tipologie di missioni e un mondo più dettagliato da esplorare, ma il concetto di base è sempre quello, ed è stato mantenuto anche con il primo DLC Underground: ripetere continuamente, ripetere, ripetere e ripetere. Ma sapete cosa fanno gli utenti affezionati, su questi giochi? Continuano a giocare. Continuano. Sono meno rispetto ai periodi d’oro di questi titoli, certo, ma continuano a giocare.

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Dove voglio arrivare, con questo chilometrico discorso? A farvi riflettere, e a intavolare una breve discussione con voi. Ho elencato una serie di giochi e celebri franchise che, oggettivamente, presentano tutti grandissime problematiche legate alla ripetitività. Ma non per questo si tratta di giochi brutti, anzi. Le community di giochi come GTA V (che un GTA, parliamoci chiaro, nella sua forma di fondo presenta sempre lo stesso gameplay…Qualcuno si è lamentato?) e Destiny sono ancora attivissime, e ci sono giocatori che non vedono l’ora di tornare a giocare ad un nuovo Assassin’s Creed nonostante siano ben consci del fatto che, quasi sicuramente, verrà nuovamente riproposta la classica formula della serie (Ubisoft, ti prego, stupiscici!). Credo, a fronte di quello che ho detto, che la ripetitività sia un concetto molto particolare, oggettivo e soggettivo allo stesso tempo, perché legato a ciò che ad ognuno di noi piace realmente fare. Non vi stancate di ripetere un assalto su Destiny per la cinquantesima volta? Giocate! Non vi stancate di generare una missione random nella metropolitana di New York su The Division? Giocate! Non vi stancate neanche di liberare il 500esimo prigioniero in una missione su Far Cry? Porca miseria, giocate! Divertitevi! Se la noia non vi assalirà, allora quello che avete tra le mani è il gioco che fa per voi, nonostante la ripetitività. Non fatevi però offuscare dai vostri sentimenti, specialmente quando chiunque della critica o anche qualcuno di noi, della nostra redazione, vi fa notare che un gioco presenta delle criticità legate alla ripetitività. Cerchiate di avere gli occhi sempre aperti, e di non cadere nel tranello di seguire l’equazione “gioco che mi piace = gioco perfetto”. Meditate, ragazzi, meditate.

 

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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