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Sì, lo voglio | In verità vi dico…

La giornata di ieri è stata abbastanza strana. Al lavoro alle 7:30 del mattino, pranzo veloce presso la più vicina trattoria, ritorno al lavoro per preparare le verifiche per i miei alunni nelle prossime settimane (se state leggendo, auguri e buona fortuna… Perché ve ne servirà!). Arriva, finalmente, alle ore 18:00 il momento di ripartire, il che significa altri circa 40 minuti di strada per tornare a casa per il meritato riposo. E in tutto questo tempo, per quasi 12 ore, avevo rimuginato sulla notizia che oserei definire clamorosa che ha smosso il web: il presunto sviluppo di Final Fantasy Versus XV. Mamma mia.

Devo essere sincero, lo scetticismo iniziale, almeno per me, era molto. Non perché non nutra fiducia in Square-Enix, colosso dell’intrattenimento che nonostante gli anni duri di PS3 e Xbox 360 non mi ha mai particolarmente deluso, se non forse per la scellerata gestione proprio di Final Fantasy Versus XIII e Kingdom Hearts III. Ma proprio perché volevo ANCORA nutrire fiducia in Square-Enix sentivo che di Final Fantasy XV mi sarebbe bastato quello uscito nel 2016, che ho avuto la possibilità di recensire promuovendolo non a pieni voti ma certamente elevandolo ad uno dei più rappresentativi action GDR di questa generazione. Sapevo che il Final Fantasy Versus XIII, il gioco che mi aveva fatto innamorare del progetto Fabula Nova Crystallis, non esisteva più. Sapevo che Hajime Tabata avrebbe sconvolto molto del lavoro del visionario (ma ritardatario) Tetsuya Nomura, una delle figure di maggior spicco dell’industria videoludica e tra quelle che rispecchiano notevolmente la mia idea di esperienza davanti ad uno schermo. Sapevo che avrei dovuto rivedere completamente il mio hype, non smorzato dai primi espedienti dell’universo narrativo del gioco come Kingsglaive o Brotherhood. E, infatti, il mio giudizio su Final Fantasy XV fu sia duro che accondiscentente.

Il gioco diretto da Tabata era certamente diverso dall’idea di Nomura, ma c’era qualcosa nelle atmosfere di Eos, qualche scintilla, qualche intuizione che mi catturò completamente, facendolo diventare il gioco sul quale ho passato maggior tempo dal momento della sua uscita (o forse è The Witcher 3, ma saremo lì con le ore di gioco). Il modo in cui Noctis si librava nell’aria per colpire con potenti fendenti i suoi nemici, la voglia di scoprire qualcosa di più su questo grande mondo e i suoi giganteschi Dei, il mistero dei daemon, anche un gameplay che seppur si sia rivelato estremamente accessibile nascondeva anche alcune sottili sfumature degne di nota. E poi le ambientazioni, ragazzi, le ambientazioni. Ricordo come fosse ieri il momento in cui ho visitato Altissia per la prima volta, una sfavillante città ispirata a Venezia con lunghi canali percorsi da gondole e lussuosi palazzi a fare da contorno al tutto, città poi devastata come ricorderete e come abbiamo visto anche recentemente in Episode Ignis. Eppure pesava come un macigno nella valutazione finale, ed è un pensiero che permane tutt’ora in me e che non mi abbandonerà MAI, l’ignobile seconda parte della storia principale, fatta di plot holes, personaggi abbozzati, situazioni al limite dell’assurdo e fatti sconnessi, che addirittura sono stati sistemati mesi e mesi dopo la release del gioco con update che hanno espanso alcuni controversi capitoli come il 13. Era proprio per questo che non sentivo il bisogno del rumor su Final Fantasy Versus XV, un gioco che per me, fino a poche ore fa, non aveva senso. Ma che ci posso fare: dopo attenta riflessione, e dopo aver letto nei minimi dettagli cosa ha dichiarato questo sedicente ex-dipendente di Square-Enix, sono tornato alla carica. Voglio Final Fantasy Versus XV. Anzi, ESIGO Final Fantasy Versus XV.

WTF, direte voi. “Questo qui ci ha detto che Final Fantasy XV è un gioco che ha dato già tutto per lui, e ora ne vuole un altro?”, sentenzieranno altri. La risposta è sì, perché se il rumor della giornata di ieri, che ancora una volta vi invito a rileggere o a leggere per la prima volta nel caso non l’abbiate fatto, avesse svelato quella che sarà la vera natura di Final Fantasy Versus XV, questa potrebbe essere una bomba che nessuno potrà farsi scappare. Partiamo dal già citato presupposto che il gioco che tutti noi abbiamo giocato nel 2016 non è quello che ci era stato presentato nel 2006. In questa esaustiva cronistoria che scrissi a pochissimi giorni dal lancio dell’attesissimo Final Fantasy XV, raccontavo di tutti i cambiamenti che il progetto aveva subito, con la sparizione ad esempio di alcune location come Solheim che vengono ora solo citate di sfuggita, o il netto cambio di rotta destinato a personaggi come Stella Nox Fleuret, colei che si tramuterà poi grazie ad Hajime Tabata in Lunafreya e in qualcosa di totalmente differente rispetto  alle premesse iniziali. O ancora, il gameplay, che nei piani originari di Tetsuya Nomura avrebbe attinto a piene mani dalla serie da lui creata, Kingdom Hearts, proponendo per la prima volta un Final Fantasy votato all’azione e abbandonando il classico sistema di combattimento a turni che abbiamo avuto fino al tredicesimo capitolo. Tutti elementi, feature, ambientazioni e scelte narrative che non trovarono più spazio nel progetto da quando Tabata, nel 2014 e forse dietro alle pressioni di Square-Enix per l’attesa ormai decennale che Nomura stava costando, prese le redini di Final Fantasy XV, plasmandolo come qualcosa di (quasi) completamente nuovo rispetto alle sue origini. Ed ecco svelato l’arcano della domanda di apertura. Perché volere Final Fantasy Versus XV? Beh, se questo vorrà dire avere finalmente tra le mani la visione originale di Nomura-san, io ci sto.

Il progetto, inizialmente, era grandioso. Presentato come esclusiva PS3, Final Fantasy Versus XIII aveva lottato per anni nell’oblio, subendo attacchi a destra e a manca a causa di ritardi davvero epocali. Tetsuya Nomura, non proprio un uomo che definiremmo rapido e affidabile quando si parla di videogiochi da dirigere, si era conquistato estrema fiducia nei piani alti della compagnia dopo il successo di Kingdom Hearts, ma l’esagerata lentezza sui lavori costrinse il team di sviluppo e la dirigenza a rivedere le priorità. Con Nomura dirottato su Kingdom Hearts III (e Final Fantasy VII Remake poco dopo), Tabata fu evidentemente protagonista di una rivoluzione di Final Fantasy XV che significò anche, per quello che possiamo ipotizzare dopo averlo giocato, finire in fretta e furia il gioco per consegnarlo in tempo per la data di uscita e non badare troppo al concept iniziale, con un buon 50% completamente differente. E la creatura di Nomura, che tanto avevamo bramato, osservato, seguito e idolatrato, già prima della sua uscita, non esisteva più.  Niente ci avrebbe più restituito quel gioco, ma soprattutto quella storia, cosa che il padre di Sora e del Keyblade ha dimostrato di saper fare alla grande. Se però effettivamente Final Fantasy Versus XV, mistico progetto che forse rimarrà solamente un leak che ha fatto tremare il web il 10 gennaio 2018 senza alcun reale motivo, si tramuterà nella manifestazione fisica di quel lontano Versus XIII creato dalla mente del maestro, l’occasione sarebbe davvero ghiotta. Perché tutti noi ci meritiamo quel gioco, tutti noi vogliamo davvero sapere come sarebbe finita se questo progetto dalla gestazione infinita fosse arrivato alla sua vera conclusione senza dover subire riorganizzazioni. Quindi sì, ben venga Final Fantasy Versus XV, ben venga la “cancellazione” temporale di Kingsglaive, ben venga la nuova storia di Noctis e dei suoi compagni, ben vengano le location di Insomnia e Gralea, ben venga la vera Stella Nox Fleuret. A patto che si dimostri bello almeno, se non oltre, il suo illustre progenitore Final Fantasy XV. Non lo pensate anche voi?

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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