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Recensione RIDE 2 – Gli asfalti bollenti di Milestone

Nella storia del motociclismo fatto videogame c’è un pò di Italia ad imporsi prepotentemente sulla scena. Stiamo parlando di Milestone: l’azienda, creata nel 1994, ha sempre puntato le proprie luci sul mondo delle quattro e delle due ruote, anzi, soprattutto su quest’ultima tipologia di motori, partendo dalla SBK e passando per la MotoGP e la motocross. Lo scorso anno la casa produttrice italiana ha voluto cimentarsi nella realizzazione di un titolo che puntasse anche e soprattutto sui contenuti. RIDE è stato il risultato dei desideri dell’azienda di creare una sorta di ”bibbia motociclistica”, fatta specialmente per gli appassionati a tutto tondo delle motociclette. Tuttavia il gioco, soprattutto a causa di un comparto grafico non all’avanguardia ha deluso in pratica ogni aspettativa, e si è rivelato un titolo capace di lasciare nel cuore dei videogiocatori un segno solo leggermente sbiadito. Lo sviluppo di RIDE 2 nasce in questo contesto: riproporre gli stessi buoni propositi del primo capitolo, rimediandone i difetti ed ampliando l’offerta videoludica già vastissima. Ci sarà riuscito ?
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DENTRO AI BOX

Dopo una breve personalizzazione del proprio avatar si viene catapultati nel menu principale, dove si possono notare le modalità in singolo e le multiplayer, così come le motociclette acquistate nel proprio garage e quelle ancora disponibili. Per quanto riguarda le modalità in singolo, la più importante e corposa risulta sempre essere la World Tour. In questa modalità saremo impegnati nella scalata al podio di una classifica di trecento piloti, nella quale noi partiremo ultimi, e dovremo competere in una serie di stagioni suddivise per stile di moto. Gli eventi sono divisi in tre livelli di difficoltà crescenti, ovvero Amatoriale, Rookie ed Esperto; al termine di ogni stagione si può prendere parte ad uno degli Eventi ad invito sbloccati, nei quali il piazzamento sul podio comporta la vincita di una nuova motocicletta. All’interno di ogni competizione si possono trovare diversi tipi di gara: non solo la classica sfida contro altri piloti, ma anche i famosi time attack o modalità nuove come Trackday, nella quale dovremo superare un certo numero di piloti entro lo scadere del tempo. Interessante la modalità di gara Drag race, nella quale dovremo utilizzare al meglio il cambio delle marce in un tracciato unicamente rettilineo (come i famosi dragster, motociclette impiegate in questo tipo di competizioni soprattutto negli Stati Uniti). Buono il comparto multiplayer, nel quale è possibile gareggiare anche in split-screen oppure in campionati ed eventi internazionali. In generale, il numero delle modalità è aumentato da 10 a 15, così come il catalogo di veicoli utilizzabili, ora costituito da più di 200 moto di diversa natura, come le nuove Cafè Racer, Supermotard e Due Tempi, e la presenza di nuovi marchi più o meno noti come Mr. Martini, Cagiva e Husqvarna. Particolare menzione meritano i circuiti, raddoppiati di numero, per i quali sono state introdotte le Road Race Track, ossia gare chilometriche come la Ulster GP o il famoso “Inferno Verde” Nurburgring Nordschleife. Da questo punto di vista Milestone ha svolto un lavoro egregio, riuscendo ad ampliare una base già vastissima presente nel primo RIDE e, con l’aggiunta di alcuni marchi di nicchia o gare note ai puristi ed appassionati, ha reso il gioco un’autentica pietra miliare per quest’ultimi.

PERSONALIZZAZIONE SENZA PRECEDENTI

Altro punto forte del gioco è sicuramente la possibilità di personalizzazione, che raggiunge numeri da capogiro rispetto alla scelta già molto ampia presente nel precedente capitolo. Tutti i componenti sono acquistabili attraverso i crediti derivati dalle vittorie e, se nel caso dell’abbigliamento risultano essere solo fattori estetici, nel caso delle motociclette vanno a potenziare notevolmente le prestazioni. Le componenti tecniche spaziano dal motore alla trasmissione e al filtro dell’aria, fino ai freni, cerchioni, pneumatici, specchietti, manopole, livrea e qualsiasi parte si possa immaginare sulla nostra due ruote. La scelta si è rivelata anche qui di altissimo livello, permettendo di provare una moltitudine impareggiabile di configurazioni. E’ presente addirittura la possibilità di scegliere una configurazione da gara, che sarà possibile solo per alcune moto potenti e garantisce prestazioni superiori a qualsiasi altra combinazione di componentistica. Da notare che la stragrande maggioranza degli oggetti acquistabili è su licenza, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, dove sono presenti ad esempio marchi molto noti come Alpinestars, AGV, Nolan e Dainese. Prima della gara, poi, si può scegliere un diverso rapporto di marce in base alla necessità di manovrabilità o di velocità massima raggiungibile, portando quindi il giocatore a riflettere in base al tipo di circuito da affrontare.

IN PISTA

Scesi sull’asfalto ci si rende conto di come RIDE 2 sia un gioco divertente ed accessibile, permettendo a chiunque di entrare nella propria dimensione ideale di gioco. Milestone non ha voluto puntare unicamente sul realismo: un gioco troppo simulativo avrebbe portato difficoltà notevoli nella gestione della moto, perdendo in divertimento a favore dello sconforto nato dalle eventuali cadute frequenti. La guidabilità in RIDE 2 risulta incredibilmente solida e gestibile una volta imparate le meccaniche, non troppo simulativa e nemmeno troppo ispirata ai modelli arcade. La presenza del rewind, più permissivo, si riconferma una possibilità irrealistica ma funzionale, dal momento che può capitare l’attimo (perdonabile) di distrazione che vi porterà fuori pista. Guidando la propria motocicletta, in ogni caso, ci si diverte senza troppe pretese, nemmeno quando si imposta la fisica Pro, per la quale comunque è necessario un minimo di allenamento per non finire sulla ghiaia ad ogni curva. Il modello di fisica standard è quello che più si avvicina allo stile arcade, senza raggiungerlo del tutto: spesso infatti ci è capitato di cadere, a causa del bagnato su pista che fà sbandare ancora di più il posteriore della motocicletta. Naturalmente ogni tipologia di moto ha il proprio comportamento: una Cafè racer di bassa cilindrata avrà tutt’altra reazione all’accelerazione rispetto ad una Kawasaki Ninja sportiva, più ”rampante” e cattiva, ma anche meno gestibile. Sono presenti alcuni aiuti, attivabili prima dell’inizio di ogni gara, che permettono di essere guidati durante la gara, come ad esempio la traiettoria ideale o il freno automatico: la loro attivazione comporta una perdita in punti guadagnati dalla vittoria.
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UNA I.A. ”GENIO E SREGOLATEZZA”

Ma proprio una volta scesi in pista ci si rende conto del primo aspetto traballante e controverso del gioco: l’intelligenza artificiale. Da un lato, possiamo dire in tutta tranquillità che gli avversari vi daranno filo da torcere anche a difficoltà medie o basse, segno che Milestone non ha lasciato nulla al caso, e non ha di certo permesso vittorie facili. Dall’altro lato dobbiamo far notare un difetto che avevamo già riscontrato ad esempio su MXGP 2, e che ritroviamo qui. Senza troppi giri di parole, gli avversari in gara sembrano essere dotati di un agonismo ”feroce”, puntando con ogni mezzo alla vittoria e senza badare troppo a chi è davanti. Tradotto: se per esempio entrerete in curva con una velocità minore del vostro predecessore, molte volte vi ritroverete stesi al suolo dopo essere stati centrati in pieno sul posteriore dallo stesso pilota. Ad essere precisi il fatto non accade in ogni occasione, ma solo alcune volte: infatti abbiamo notato spesso gli avversari rallentare ad esempio dopo avergli tagliato la strada, in un rettilineo. E’ curioso che questa alternanza tra l’essere cauti e ”agguerriti e disposti a tutto” si ripeta in qualsiasi frangente di gara, specialmente nelle curve prese con una traiettoria diversa, dove la foga degli avversari porterà di frequente a rovinose cadute ai vostri danni per colpa delle loro speronate. Non possiamo sapere di preciso da dove provenga questo atteggiamento della I.A., e forse servirebbe una revisione al sistema in modo da rendere più ”consapevoli” i motociclisti nelle fasi di sorpasso.
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IL COMPARTO TECNICO

Dal punto di vista tecnico, RIDE 2 si difende molto bene, portando ad uno scalino superiore tutto ciò che è già stato visto nel primo RIDE. Parlando della grafica, il titolo di Milestone resta ancorato al vecchio motore grafico, quindi non assistiamo ad una vera e propria rivoluzione, ma le migliorie non mancano e si vedono. I modelli poligonali delle motociclette sono superlativi e ricchi di dettagli, e siamo sicuri che faranno luccicare gli occhi ai più appassionati delle due ruote. I circuiti sono stati realizzati tutti con grande cura, anche e soprattutto gli ultimi introdotti. Le condizioni atmosferiche sono state ricreate al meglio e gli effetti particellari della pioggia sull’asfalto o sul motociclista sono più che soddisfacenti. Anche il sonoro è di buon livello, con il rombo dei motori che risulta essere ben diversificato rispetto ai modelli presenti, e con suoni che, specialmente in pista, rendono bene l’effetto del frastuono in gara. L’unico piccolo neo è rappresentato dal fatto che si sarebbe potuto fare qualcosa di più per le animazioni dei piloti, ma comunque restano ben create e più che credibili.

PUNTI DI FORZA

  • Creato per gli appassionati delle due ruote, e non solo
  • Vario, completo, approfondito in quasi ogni aspetto
  • Modello di guida divertente ed appagante

PUNTI DEBOLI

  • Avversari spesso irruenti e spavaldi
  • Grafica leggermente sottotono

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In soldoni, RIDE 2 è un titolo che sa regalare non solo ore ed ore di divertimento sulle due ruote, ma è capace anche di soddisfare i palati più fini degli appassionati di motociclismo, che si troveranno di fronte un gioco sontuoso e ricchissimo. I difetti presenti non rovinano nel complesso l’esperienza di un videogioco motociclistico approfondito sotto quasi tutti gli aspetti. Non riusciamo a pensare a cosa potrebbe mancare in RIDE 2: un gioco che farà sentire a casa i centauri più accaniti, e farà avvicinare all’enorme mondo del motociclismo i meno esperti del settore. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti, dai puristi ai neofiti: ben fatto Milestone.

Scritto da
Alberto Baldiotti

Studente universitario e gamer nel tempo libero, la sua passione videoludica non ha confini. Questa passione nasce a 4 anni, quando si ritrova a giocare Doom II su un vecchio computer acquistato dal padre. Appassionato di giochi open-world e GDR, le sue pietre miliari sono le serie di Grand Theft Auto, Fallout e The Elder Scrolls. A fianco di ciò, la tecnologia e lo sport giocano un ruolo fondamentale nei suoi interessi, ed adora restare informato sulle ultime novità nei rispettivi settori.

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