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Recensione Watch Dogs 2 – San Francisco a portata di smartphone

Come abbiamo avuto modo di spiegare già più volte, il 2016 si dimostra come un anno di importante transizione per Ubisoft. Dopo aver saturato la serie Assassin’s Creed, il brand di punta dell’azienda francese si prende un anno di pausa, e occorre trovare un brand altrettanto forte che possa sopperire alla sua assenza. Rayman? No, Michel Ancel è al lavoro su Beyond Good and Evil 2, che non arriverà comunque prima di qualche anno. Prince of Persia? No, IP sparita nell’oblio e che faticherà a tornare. Ghost Recon: Wildands o For Honor? Neanche, perché i due titoli faranno parte della line up di Ubisoft del primo semestre del 2017. Il fardello di Assassin’s Creed viene dunque raccolto da Watch Dogs 2, sequel di un fortunato titolo del 2014 (a livello di vendite) ma che ha raccolto anche tantissime critiche, in primis per il clamoroso downgrade grafico che dovette sopportare. Quasi a ricalcare, in ogni caso, proprio la serie sugli Assassini, Ubisoft si prende la briga di cambiare protagonista e ambientazione, rimanendo però nello stesso universo narrativo del primo titolo, e rendendo enormemente più profondo il gameplay. Operazione riuscita? In parte. Certo difetti, alcuni dei quali abbastanza gravi, come vedremo nella nostra recensione, sono purtroppo rimasti.

Versione provata: PlayStation 4

ctOS 2.0

L’operazione di rendere completamente sotto controllo informatico le persone, nonostante i guai accaduti a Chicago alcuni anni prima, è andata avanti. Ci troviamo nel presente, a San Francisco, città che fa parte del programma ctOS 2.0 che ha “inglobato” sotto le sue grinfie tutti gli Stati Uniti. Tutti gli abitanti sono controllati, i sistemi sono stati informatizzati al massimo, e le società più avanzate stanno anche sperimentando nuove tecnologie che renderanno la vita molto più semplice, come robot intelligenti al servizio degli umani e sistemi di sorveglianza sempre più fondamentali. Non tutti però, specialmente i giovani, sono d’accordo con quello che aziende come la Blume stanno operando sul suolo di San Francisco, andando a spiare in qualsiasi luogo e momento una persona e annullando di fatto il concetto di privacy, una tematica comunque importante anche nel nostro mondo reale dove ogni giorno che passa sono sempre di più le nostre informazioni che, tramite la rete, possono finire nelle mani sbagliate. Marcus Holloway, giovane hacker afroamericano, è tra i principali nemici sulla lista nera della Blume, e la nostra prima missione sarà proprio incentrata sull’annullamento di tutti i dati in possesso della società americana. Un biglietto da visita non solo per capire di che pasta è fatto Marcus, conosciuto anche come Retr0 negli ambienti della rete, ma anche per convincere il Dedsec ad arruolarci in questa vera e propria guerra digitale.

Una città molto più colorata, spensierata e per certi versi allegra della buia e piovosa Chicago

Campo di battaglia dello scontro sarà ovviamente San Francisco. Una città molto più colorata, spensierata e per certi versi allegra della buia e piovosa Chicago del primo Watch Dogs, e che si presenterà ai nostri occhi come una città veramente splendida da esplorare, grazie anche ad un alto livello di dettaglio che caratterizza anche i quartieri più periferici. Componente fondamentale, ovviamente, per un free roaming come Watch Dogs 2, che basa la sua grande e variegata esperienza di gioco anche sulla pura esplorazione della città alla ricerca di segreti e di upgrade per il nostro Marcus, come punti di ricerca che sbloccano nuove abilità. Nel pieno contesto di San Francisco si pone il Dedsec, la “Ribellione” orchestrata dai giovani del luogo che hanno seguito l’esempio dei colleghi di Chicago, un’organizzazione particolarmente tamarra. Ubisoft sembra infatti aver incentrato la realizzazione di Watch Dogs 2 su una rappresentazione molto più giovanile, rispetto al cupo Aiden Pearce che hackerava in quel di Chicago, e sicuramente questo potrebbe non far piacere a chi cercava un’esperienza più seria e simile a quella del primo gioco. Marcus è un ragazzo molto scanzonato, al pari della sua cricca di compagni del Dedsec. Sitara, ad esempio, è una giovane ragazza con l’hobby dei murales. Wrench, invece, perennemente nascosto dalla sua tecnologica maschera, è il tipico spensierato burlone, tranne quando non viene il momento di servire la causa. Toni leggeri, così come dimostreranno anche i dialoghi che ascolteremo. Una scelta rischiosa, quella di cambiare così drasticamente il target a cui destinare il gioco, ma che offre quantomeno una buona immedesimazione a tutti vista la buona realizzazione.

watch dogs 2

Come abbiamo detto, nonostante ci si trovi di fronte ad un folto gruppo di hacker giovanissimi apparentemente senza una famiglia e senza lavoro, quando è il momento di darsi da fare non c’è alcuna pigrizia che tenga. L’intera narrazione, legata a questo desiderio di difendere i diritti di ognuno, ruoterà intorno al ctOS 2.0 e alla Blume, la gigantesca società di sorveglianza informatica che potremmo assimilare ad una sorta di Massive Dynamics della serie Fringe di J.J. Abrams: ogni qualvolta succeda qualcosa ai nostri beniamini, la colpa in qualche modo è proprio della Blume, obiettivo finale del Dedsec. La narrazione principale non regalerà particolari momenti esaltanti, anche se non mancheranno alcuni colpi di scena e anche graditi ritorni dal primo Watch Dogs. Ad accompagnare però il filone sulla Blume si allineerà anche una folta sequela di missioni secondarie talvolta anche semplici e simpatiche da portare a termine, osservando ad esempio le reazioni degli ignari abitanti di San Francisco che si ritroveranno ingenti somme di denaro aggiunte senza apparente motivo ai loro conti in banca. Le missioni secondarie, unite alla campagna principale, offrono un’ottima longevità, che si accresce ulteriormente se partirete alla ricerca dei collezionabili e delle missioni multigiocatore, di cui parleremo più avanti. Meno di 30 ore di gioco, in ogni caso, non vi saranno negate da Watch Dogs 2.

HACKER È BELLO

Vista la buona mole di ore che sarà possibile trascorrere a San Francisco, è interessante notare come Ubisoft abbia approfondito, tra le altre cose, anche una maggiore quantità di dettagli. Marcus, ad esempio, potrà essere libero di spiare conversazioni private di persone incontrate per strada, conversazioni che in certi casi si adatteranno anche al contesto nel quale vi trovate. Cosa potrebbe spingervi a spiare la messaggistica degli NPC, è la semplice curiosità, ma anche lo spirito di Retr0, ben caratterizzato nel corso dell’intera narrazione e che imparerete ad apprezzare col tempo osservando anche come interagisce con gli altri personaggi e con la città di San Francisco. Come detto in precedenza, la città è stata realizzata ottimamente, con un alto livello di dettaglio e un’ottima varietà, basti pensare ai parchi, ai quartieri più ricchi, alla periferia, al molo. Peccato che un difetto risieda proprio nella vita cittadina. Mentre alcuni degli abitanti saranno impegnati in attività che non ci saremmo mai immaginati, come fare photobomb ai vostri selfie o anche vomitare di fronte a tutti, altri saranno dei semplici burattini praticamente immobili o impegnati a ripetere la stessa azione all’infinito. Nel caso di una ragazza incontrata sul lungomare, ad esempio, visibilmente ubriaca, abbiamo provato a seguirla nel suo percorso, per vedere cosa riusciva a fare oltre a bere da una bottiglia. La realtà è che non succede proprio nulla: la ragazza continua a bere come una spugna e non accenna ad accusare l’alcool. Ma sono piccolezze, ovviamente, se rapportate al fatto che la vita cittadina prosegue senza intoppi.

watch dogs 2

Oltre ad un variegato ambiente da esplorare, Watch Dogs 2 può contare su un completamente ricostruito sistema di hacking, con meccaniche fortemente approfondite e che vanno a toccare nuovi lidi. Marcus, infatti, non si limiterà a poter premere un solo bottone per attivare la funzionalità, come faceva il buon Pearce nel primo capitolo, ma dovrà, tramite un albero delle abilità, sbloccare tante nuove possibilità di sfruttamento dell’ambiente circostante. Trappole esplosive, telecamere di sicurezza, potremo addirittura comandare a distanza carrelli elevatori e automobili, o anche costringere determinati mezzi a fare dietrofront. Tutte feature importanti, per non dire fondamentali nel caso in cui decidiate di preferire un approccio stealth alle missioni del gioco, sicuramente l’esperienza più faticosa ma anche più appagante dell’intero pacchetto. Anche perché, a dirla tutta, l’IA dei nemici, seppur difettosa in certi casi, vi darà parecchio filo da torcere, e presto capirete che avanzare velocemente è molto più producente rispetto allo sparare alla Rambo di fronte ai nemici.

L’agile fisico di Marcus ha anche permesso un approccio più legato al parkour

Sul fronte della varietà, oltre che delle numerose azioni da compiere, bene anche i numerosi modelli di auto presenti, i capi d’abbigliamento e in generale la grossa personalizzazione che Marcus può operare su sé stesso. L’agile fisico di Marcus ha anche, come già si era visto dalle prime dimostrazioni del gioco, permesso un approccio più legato al parkour quando si parla di movimenti e di corsa. Peccato solo che Ubisoft sia ricaduta, purtroppo, nello stesso errore dei primi Assassin’s Creed, e cioè con un sistema di movimento sin troppo semplificato che si basa semplicemente sul tenere premuto il tasto R2 per superare ostacoli e arrampicarsi. È un sistema molto basilare, che tuttavia si adatta perfettamente alle meccaniche di gioco che Watch Dogs 2 vi spingerà a provare.

GUIDARE, CHE PASSIONE…AH, NO

Il sistema di guida, decisamente problematico sul primo capitolo, è stato rivisitato e adattato ad una maggiore maneggevolezza dei movimenti, ma ciò che abbiamo visto ancora non ci ha soddisfatto. Sin dalle prime scorribande a bordo di un’auto, vi accorgerete di come guidare non sia una splendida esperienza, condita da una legnosità nello sterzo e anche da problemi di frenata, specialmente sulle moto, alcune delle quali sembrano proprio sprovviste di un sistema frenante. Poca fluidità che si trasmette anche in una mancanza di elementi cardini, come le derapate e le sbandate, quest’ultime comuni come i maiali volanti sulla stragrane maggioranza dei mezzi, e nella pessima realizzazione delle collisioni tra auto. Nel caso in cui finiate con lo scontrarvi con la vettura di fronte, infatti, avrete quasi l’impressione di essere rimbalzati a sinistra o a destra del mezzo, piuttosto che a subire il logico contraccolpo che ne sarebbe logicamente conseguito, con tanto di scintille inspiegabili che saranno all’ordine del giorno per tutti gli scontri.

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E qui si apre un grosso capitolo, fortemente negativo, su Watch Dogs 2, che riguarda l’intero comparto tecnico. I problemi del Disrupt, engine proprietario di Ubisoft Montreal, si erano già visti nel primo capitolo, quando un gigantesco downgrade grafico fu protagonista delle più accese critiche mosse a Watch Dogs. Sebbene limati sotto certi aspetti, gli inconvenienti maggiori persistono. Oltre a texture di qualità estremamente altalenante, e ad un framerate che non riesce a mantenersi stabile sui promessi 60fps, ci sono infatti difetti tecnici legati alle ombre e alla distruttibilità, quest’ultima quasi comica. Provare per credere: se con la vostra auto urterete un palo della luce, ad esempio, questo cadrà. Ben prima di toccare terra, però, il palo si spezzerà inspiegabilmente in tre parti. Pessima distruttibilità anche per ringhiere e recinzioni (anche queste si separeranno in blocchi), e in generale le collisioni in auto, come anche prima abbiamo avuto modo di raccontare, non sono state gestite bene. Le ombre dinamiche, poi, rappresentano un capitolo a parte. Ottimamente realizzate in prossimità di fonti di luce quali i lampioni, le ombre saranno completamente assenti nel caso in cui vi troviate di fronte ai fari di un’auto, mentre in altri casi si muoveranno letteralmente insieme a voi (e parliamo di ombre di oggetti inanimati, come tralicci o edifici). Indubbiamente, il Disrupt rappresenta un motore non adeguato a questa generazione e alla qualità che ci si aspetta da Ubisoft per un progetto così ambizioso, soprattutto per un open world free roaming come Watch Dogs. Buone notizie non arrivano neanche dal fronte del sonoro. Non sempre adeguati i suoni delle armi, terrificanti, in alcuni casi, i suoni degli automezzi, che assomiglieranno più ad una gigantesca zanzara che vi sta inseguendo piuttosto che ad un vero motore.

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HACKERARE IL MONDO

A infoltire il già ben nutrito parco di esperienza di Watch Dogs 2, c’è anche il comparto multigiocatore. Rivisitato e ampliato rispetto al primo capitolo, l’online della nuova produzione Ubisoft si può sostanzialmente ricondurre ad una esperienza simile sia a quello che abbiamo già visto (come l’hacking di utenti, cosa che già accadeva in Watch Dogs), sia di novità in fatto di missioni, che prendono molta ispirazione di Assassin’s Creed: Unity. Nel titolo ambientato nella Rivoluzione Francese, infatti, era presente un interessante comparto multiplayer cooperativo (purtroppo non riproposto in Syndicate), con missioni che però potevano essere portate a termine anche in singolo, se non siete accaniti fan del giocare in compagnia. La stessa cosa accade qui: le varie missioni multigiocatore che troverete sulla mappa, contrassegnate con il colore viola, saranno a vostra disposizione, sia che siate in vena di giocare con un compagno, sia da soli.

Dopo i problemi ai server dei primi giorni del lancio, Ubisoft è riuscita finalmente a far ripartire l’intero comparto, e così insieme alle già citate missioni e hacking siamo riusciti a provare anche l’inedita modalità Cacciatore di Taglie. Avviando l’apposita modalità nel menù multiplayer, verrete lanciati in un matchmaking nel quale il gioco deciderà se siete un cacciatore o un fuggitivo. In cosa consiste la modalità, in poche parole: il cacciatore avrà il compito di dare la caccia, ovviamente, ai ricercati, che a loro volta dovranno essere abili nel fuggire. Tutte le incursioni, le missioni co-op e il PvP saranno un gradevole diversivo che potrebbe spezzare talvolta il ritmo delle vostre scorribande, ma tramite la voce apposita delle impostazioni potrete anche decidere di non essere attaccati, se ovviamente volete concentrarvi al 100% sul single player.

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PUNTI DI FORZA

  • San Francisco è bella e variegata da visitare
  • Hacking estremamente approfondito
  • Perfetto per i più giovani…
  • Buona narrazione condita da missioni extra

PUNTI DEBOLI

  • Difetti tecnici su tutta la linea
  • Immedesimarsi non sarà facile per i giocatori più navigati
  • Sistema di guida comunque pessimo

recensioni_da_provare

Watch Dogs 2 è un grosso passo avanti, in termini di qualità e contenuti, rispetto al primo capitolo, mantenendo però un profilo tecnico abbastanza basso e ancora inferiore alle prime aspettative su Watch Dogs (ancora nella mente abbiamo lo splendido gameplay mostrato nel 2012 all’E3). Il sistema di hacking a disposizione di Marcus non solo è stato approfondito, ma è stato aggiustato con novità e tante possibilità tra cui scegliere, che permettono anche di decidere in quale modo affrontare qualsiasi delle missioni, anche se in alcuni casi non si capiscono i motivi di tale completo dualismo. Il giovane e carismatico protagonista non ha nulla da invidiare a Pearce, così come la coloratissima San Francisco. Sarà un’esperienza certamente godibile e gradita, che con le tante missioni secondarie e il multiplayer offre molte ore di intrattenimento, ma siamo ancora lontani dalla perfezione. Uno degli obiettivi degli sviluppatori, però, è stato certamente raggiunto: divertire il giocatore, e questo potrebbe portare la serie su un binario più simile (per restare nell’ambito del free roaming) a quello di Saints Row, piuttosto che a cercare la diretta concorrenza con GTA.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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