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10 grandi giochi del passato da riscoprire

Ho come avuto l’impressione, specialmente negli ultimi mesi dove molte case stanno guardando al proprio passato per puntare al futuro, che molti di voi hanno alcune, ma in certi casi enormi, lacune riguardo la storia videoludica. Non parlo del livello di conoscenza di serie come Super Mario Bros., o Halo, o God of War. Questi sono marchi ormai famosi e celebrati in tutto il mondo, ed è praticamente impossibile trovare qualcuno che non ne abbia mai avuto a che fare, direttamente o indirettamente.

Esistono però tantissimi giochi ben poco celebrati ma che meritano comunque attenzione. Ho deciso quindi di proporvi 10 di questi titoli, che secondo me meritano di essere nella collezione di un videogiocatore o comunque di essere apprezzati per quello che hanno rappresentato, nonostante alcuni difetti che ne hanno irrimediabilmente minato il successo. Molti di essi hanno fatto parte della mia storia da videogiocatore, ed è per questo che mi sento di consigliarveli.

Qui di seguito trovate la classifica sia sotto forma di video, che trovate anche sul nostro canale YouTube UAGNA TV, sia in formato scritto. Buona lettura, o visione, nel caso scegliate il video!

PSYCHONAUTS

Può un videogioco piacere alla critica e non ai giocatori? Sì, e questo è il caso di Psychonauts, un folle platform ideato da Tim Shafer nel 2005 che è qualcosa di anche difficile da spiegare perché al suo interno nasconde atmosfere continuamente e radicalmente opposte. Il protagonista è Raz, che possiede capacità psichiche tali da fargli prendere letteralmente il controllo di qualsiasi personaggio e fargli esplorare le sua mente. È un viaggio davvero assurdo, le ambientazioni se così possiamo chiamarle cambiano continuamente e dobbiamo metterci un pizzico di pazzia quando andiamo ad esplorare questo mondo, ma si tratta di un gioco molto ispirato e soprattutto davvero originale. Sarà che poche settimane fa è stato annunciato ufficialmente il sequel, questo mi ha fatto venir voglia di riscoprire Psychonauts. E cavoli se è divertente. Stranissimo ma divertente, un platform coi fiocchi.

ODIN SPHERE

Come capita a moltissimi giochi giapponesi in occidente, Odin Sphere è passato inosservato al momento del suo arrivo nel 2007, ma attenzione attenzione: è un GDR fantasy coi fiocchi, roba da far impallidire anche nomi altisonanti come Final Fantasy e Persona, e che per certi versi ha qualche punto in comune con uno dei giochi più apprezzati del 2018 che è Octopath Traveler di Square Enix. In Odin Sphere ci sono diversi personaggi ognuno con la sua campagna da portare a termine, ma tutte ambientate nel mondo di Erion. La cosa particolare è che quello che è il protagonista di un certo episodio potrebbe essere l’antagonista di un altro, per andare infine ad intrecciare una grande storia di fondo che dà vita all’universo di Odin Sphere. Mi divertii molto quando lo giocai ormai molti anni fa, recentemente è stato fatto anche un remake su PS4 e Vita e mi piacerebbe ritornarci. Se siete a caccia di un perfetto JRPG old school, questo è il gioco che fa per voi.

ALICE: MADNESS RETURNS

È tutt’altro che un capolavoro, anzi. Alice Madness Returns, il sequel di American Mc Gee Alice ha parecchi difetti: il gameplay è banale, il gioco è molto ripetitivo, e graficamente… lasciamo perdere. Lo ritengo però uno di quei giochi che dovrebbero avere una seconda occasione, e in una classifica come questa, che vuole proporvi 10 videogiochi del passato sottovalutati da riscoprire, Alice Madness Returns calza a pennello. Come suggerisce il nome, la protagonista del gioco è appunto la Alice del romanzo di Lewis Carroll, che si ritrova nuovamente nel paese delle meraviglie per fronteggiare una minaccia ancora più pericolosa della regina di cuori già sconfitta nel primo episodio. Sarà che sono sempre stato attratto da videogiochi che fanno dell’arte e dello stile uno dei propri motivi di vita, ne è un esempio il recente Kingdom Hearts III: quando mi sono ritrovato a guardare lo splendido Monte Olimpo, sono rimasto ad occhi aperti. Sarà forse per questo che reputo Alice Madness Returns un gioco estremamente interessante e che tutti dovrebbero provare, se non altro per osservare in che modo è stato reinventato il già folle mondo di Carroll. Magnifico.

METROID: OTHER M

Lo riconosco, è difficile da recuperare questo Metroid Other M. Più che altro perché parliamo di un gioco per Nintendo Wii, console che in tanti sì hanno ma che al giorno d’oggi può essere acquistata solo in piccoli negozi oppure online. Ma torniamo a noi: perché vi consiglio Metroid Other M come uno dei giochi da riscoprire? Perché oltre ad essere parte di una delle più famose serie di sempre, questo titolo presentava alcune meccaniche curiose e impreviste, come il passaggio da prima a terza persona che a molti giocatori dava fastidio. Personalmente, lo devo ammettere, non sono mai riuscito a recuperare questo gioco, ma ne sono rimasto affascinato guardandolo su YouTube. Mi ha catturato per la sua particolarità, per scelte che oggi sono forse banali ma che nel 2010 erano qualcosa di molto curioso, anche perché parliamo di un gioco che cercava di innovare una serie con decenni sulle spalle, che è una cosa mai semplice da fare.

ICO

Ora, io non so voi, ma l’aver ritrovato Shadow of the Colossus un anno fa, con un remake praticamente perfetto pubblicato su PS4, è stata un’emozione. La sola idea di un possibile remake di Ico, altro capolavoro di Fumito Ueda, mi fa impazzire. Ico uscì nel 2001 ed era qualcosa di assurdamente bello: assurdo perché era qualcosa che noi occidentali non avevamo mai visto, un concept lontanissimo dagli standard a cui eravamo abituati, e bello perché…cavoli, era bellissimo. Era un’esperienza che non mi sarei mai immaginato di provare, la storia di un legame tra due personaggi nei quali venivamo spinti a immedesimarci in questo mondo fantastico, del quale comunque siamo all’oscuro di tutto. Come in Shadow of the Colossus e The Last Guardian, siamo noi a dover andare a cercare la storia, siamo noi quasi chiamati a scriverla. Era un gioco che mi faceva impazzire, e vedere che molti giovani giocatori di oggi non sanno neanche cosa sia Ico mi fa davvero male.

L.A. NOIRE

Ammetto che l’impatto iniziale con L.A. Noire poteva disorientare. Sulla copertina, chi acquistava il gioco poteva leggere il marchio di Rockstar Games e dunque era lecito immaginarsi sparatorie, scazzottate, grandi esplosioni, inseguimenti con la polizia, e invece no. L.A. Noire, oltre ad essere un videogioco clamorosamente avanti nel tempo per la tecnologia del motion capture, era anche un titolo investigativo ad opera di Team Bondi e prodotto da Rockstar, ma ben lontano dai videogiochi che avevamo imparato a conoscere della casa americana. La storia di Cole Phelps si intrecciava con i crimini della Los Angeles del dopoguerra, e metteva nei panni di un impeccabile investigatore. O meglio, impeccabile è quello che dovevamo diventare noi. Imparare a trovare ogni indizio, imparare a unire i puntini e a capire le dinamiche di un crimine, da quelli più semplici a quelli via via più complessi. All’inizio lo ammetto anche io, ero disorientato da L.A. Noire, non tanto perché cercavo un videogioco differente quanto invece perché era davvero obbligatorio aguzzare l’incendio e ricordarsi ogni minimo dettaglio. Un gioco davvero bellissimo, dimenticato però troppo in fretta dai giocatori.

BALDUR’S GATE

Ecco, questo è uno di quei videogiochi che non avrebbero bisogno di alcuna presentazione. Io non vi voglio parlare della trama di Baldur’s Gate, non vi voglio parlare del suo gameplay ancora praticamente perfetto nonostante siano passati più di 20 anni dal lancio. Voglio solo dirvi che penso sia grazie a videogiochi come Baldur’s Gate se oggi abbiamo giochi come The Witcher 3, era una sorta di Dungeons & Dragons trasposto come un videogioco, cioè una sorta di sogno per gli appassionati dell’epoca. Un videogioco indelebile per la memoria e per la storia dei videogiochi. Se siete curiosi di saperne di più, vi invito a guardare un vecchio video dell’amico Dadobax dove dibatteva sui migliori GDR della storia e dove ne parla più approfonditamente. Lo potete trovare qui, se vi interessa.

BULLY

Non si parla tanto di un gioco sottovalutato, quanto dimenticato un po’ troppo in fretta sia da Rockstar Games che da alcuni giocatori. Bully, che venne pubblicato su alcune piattaforme anche con il nome di Canis Canem Edit, fu una grossa scoperta per me: non sapevo cosa mi sarei trovato di fronte quando ho accesi per la prima volta la mia PS2 con il DVD di Bully, e quello che trovai era davvero davvero divertente. Lo definivo “un GTA ambientato in una scuola”, una definizione che non si allontana poi così tanto dallo spirito del gioco. In Bully potevamo fare qualsiasi cosa da studente teppista quale eravamo, dall’importunare i secchioni al marinare le lezioni, a patto ovviamente di riuscire a sfuggire ai professori infuriati che cercavano di riportarci in aula. Era quello che mi faceva impazzire di Bully, che giocai quando ero ancora uno studente delle superiori: lì, in quel mondo, potevo fare quello che nella realtà non mi sarei neanche azzardato a pensare. E penso sia questo uno dei grandi potenziali dei giochi di Rockstar. Vi consiglio di riscoprire Bully, considerando anche che secondo alcuni rumor il sequel è in sviluppo.

SUPER MARIO SUNSHINE

Io amo Super Mario Sunshine. No davvero, lo amo, e non ho mai capito il perché di tanto astio nei confronti di quello che è il secondo platform in 3 dimensioni di Super Mario e sequel di quel gioco di Nintendo che è uno dei migliori videogiochi di sempre. Eppure, Sunshine è sempre stato un gioco bistrattato dai fan, forse perché in esso i giocatori si aspettavano di trovare altro, proprio come abbiamo già detto di L.A. Noire di Rockstar. Ma la domanda è: cosa si poteva volere di più da Sunshine? Il gioco presenta sostanzialmente la stessa formula di Super Mario 64, ossia quella di un platform 3D con tanti mondi da visitare e tanti oggetti da raccogliere in ogni ambientazione, con in più la meccanica dello Splac 3000, lo spruzzatore d’acqua che Mario porta sempre sulle spalle che cambiava radicalmente il modo di fare e di agire a cui eravamo abituati. Lo considero uno dei migliori platform di quella generazione, e davvero non comprendo la massa di giocatori che lo ritengono come un prodotto poco curato e nettamente inferiore agli altri giochi di Mario. Io mi ci sono divertito moltissimo, l’ho recuperato solamente pochi anni fa, ma spero che un giorno Nintendo aggiunga i giochi GameCube su Switch per potermelo rigiocare.

GRIM FANDANGO

Allora, quando parliamo di certi videogiochi, si parla di opere che rappresentano l’eccellenza nel loro campo. The Last of Us è l’esempio lampante di come un action stealth story driven deve essere fatto oggi. Super Mario World fa ancora oggi scuola nel mondo dei platform in due dimensioni. Grim Fandango non è solo una splendida avventura grafica. Grim Fandango è LA avventura grafica. A differenza di altri giochi di cui abbiamo parlato in questo video, Grim Fandango è facilmente recuperabile grazie alla remastered pubblicata alcuni anni fa sulle console attuali, che ci ha riconsegnato uno dei videogiochi più belli di sempre in una veste rinnovata. Il protagonista è Manny Calavera, un agente di viaggi del Dipartimento della Morte che deve limitarsi ad aiutare i defunti nel trapasso, ma che finisce con l’essere coinvolto in un clamoroso complotto che rischia di rovesciare le regole del mondo dei morti. Il gioco nasceva dalla mente di Tim Schafer, uno che di capolavori sul suo curriculum ne ha parecchi (infatti abbiamo parlato anche di Psychonauts poco fa), e come avete potuto capire da questa semplice premessa narrativa si trattava di un concept a dir poco geniale, che poi si dipanava in una trama ancora oggi da considerare tra le migliori mai scritte. So che per i giocatori più giovani può essere disorientante avere a che fare con Grim Fandango, del resto parliamo non solo di un gioco vecchio ma anche di un gioco molto lontano dai titoli mainstream attuali che tendono verso l’accessibilità e l’aiutare il giocatore in ogni momento. Ma se volete fare un favore a voi stessi, dovete assolutamente recuperarlo.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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