Home Videogiochi News I giovani non vogliono più spendere per i videogiochi: lo studio sulla Gen Z è un campanello d’allarme

I giovani non vogliono più spendere per i videogiochi: lo studio sulla Gen Z è un campanello d’allarme

Uno studio condotto dalla società di ricerche di mercato Circana ha rivelato un campanello d’allarme che l’industria videoludica non dovrebbe affatto sottovalutare: i giovani hanno ridotto le spese per i videogiochi rispetto alle persone più anziane.

Il 2025 è stato finora costellato da molti giochi entusiasmanti e amati. Titoli come Clair Obscur: Expedition 33 e Donkey Kong Bananza hanno tenuto alta l’industria dei videogiochi, e anche nei prossimi mesi sono attese uscite molto importanti, come Borderlands 4 e Battlefield 6.

Secondo i dati del gruppo di ricerca americano Circana, tuttavia, c’è un problema: i giovani stanno riducendo le spese complessive per diversi beni.

Uno dei risultati, basati su un sondaggio condotto sul pubblico americano, ha evidenziato che la Generazione Z, ossia quella fascia di utenti nati tra la seconda metà degli anni ’90 e il 2010, spende in media meno soldi alla settimana per i videogiochi.

Come riportato in un rapporto del Wall Street Journal, la spesa della Generazione Z per i videogiochi è diminuita di quasi il 25% a settimana rispetto agli stessi dati del 2024. Nel frattempo, sia gli acquisti online che quelli al dettaglio sono diminuiti del 13% tra gennaio e aprile rispetto all’anno scorso.

Matt Piscatella, direttore esecutivo e analista del settore dei videogiochi presso Circana, ha pubblicato un grafico sui social media per fornire maggiori informazioni, mostrando come questi dati si confrontano con quelli di altre fasce d’età in termini di variazioni di spesa. Come si può vedere dal grafico, la spesa delle generazioni più anziane per i videogiochi è diminuita di meno del 5%. D’altro canto, la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni ha registrato un calo drastico, con un conseguente divario notevole tra i due gruppi.

Come citato dal WSJ, il calo è attribuito a una combinazione di “sfide economiche”, con le generazioni più giovani che hanno “molte più difficoltà” a trovare lavoro, i pagamenti dei prestiti studenteschi che riprendono per milioni di debitori e i tassi di insolvenza delle carte di credito “che raggiungono i livelli più alti prima della pandemia”.

L’economia, che non solo in America sta vivendo una fase di forte difficoltà, rischia insomma di mettere in ginocchio anche l’industria dei videogiochi, già fortemente colpita da licenziamenti e riorganizzazioni in moltissime aziende.

Fonte

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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