Dopo l’uscita di Psychonauts 2, era difficile immaginare che Double Fine potesse spingersi ancora oltre ai confini del surrealismo, eppure Keeper dimostra che lo studio americano ha ancora sorprese da regalarci. Al centro di questa nuova avventura c’è un protagonista del tutto insolito: un faro vivente.
Non più limitato a stare fermo a guardia della costa, il faro si risveglia grazie all’arrivo di un grande uccello colorato di nome Ramoscello, che lo scuote dal sonno e lo spinge a mettersi in cammino. Radici e pietre si trasformano in zampe sottili simili a quelle di un ragno, e il viaggio ha inizio. Vediamo cosa ci attende in questo dipinto vivente continuando a leggere la nostra recensione.
Versione provata: PC.
Il custode di un mondo
L’idea di Keeper nasce dalla mente di Lee Petty, veterano di Double Fine noto per titoli come Stacking e RAD. Il gioco è stato concepito durante la pandemia da COVID-19 e riflette il senso di isolamento di quel periodo: il mondo è privo di esseri umani e tutta la narrazione avviene attraverso animazioni, musica e suoni. Non ci sono parole, letteralmente: in Keeper comunicheremo con i pochi esseri viventi in circolazione soltanto grazie ai versi degli uccelli, sguardi luminosi creati da fasci di luce e l’emozione che soltanto una creatura che ha appena preso vita può dare. Tim Schafer, fondatore dello studio, ha raccontato come l’ingresso di Double Fine nella famiglia Xbox abbia permesso loro di creare un progetto completamente libero dalle logiche dei publisher, qualcosa di talmente assurdo da non poter decollare altrove.
Il mondo di gioco appare spaventoso, ma anche eccitante. Inoltre, il periodo della pandemia ha permesso agli sviluppatori di riflettere sullo stato della natura: anche se l’umanità è minacciata da un virus, la natura continua il suo corso, sempre interconnessa e ciclica. Questo è uno dei temi principali del gioco, insieme a un forte richiamo al surrealismo e a pittori come Dalí.
Un duo bizzarro
Fin dalle prime fasi, il gioco mostra il suo tono unico: appena il faro prenderà vita cercherà di imparare a camminare, cadendo, rialzandosi e rotolando ancora verso valle distruggendo le poche abitazioni rimaste in questo luogo dimenticato dall’umanità. Barcolla mentre si muove, Ramoscello lo guida, e il duo intraprende un viaggio verso la cima di una lontana montagna. Sembrerebbe che l’idea di gioco sia tutta qui. Ma l’intera storia è raccontata senza dialoghi umani, affidandosi completamente a animazioni, suoni e dettagli visivi. La relazione tra il faro e l’uccello è emotiva, e trasmette la sensazione di amicizia e complicità senza bisogno di parole.
Il gameplay introduce immediatamente meccaniche originali: in un prato rigoglioso popolato da creature fatte di radici e ardesia, il faro può usare il suo fascio di luce per interagire con l’ambiente, svegliando o eliminando ostacoli, mentre Ramoscello può essere diretto verso oggetti specifici per risolvere enigmi. Keeper è pensato per essere osservato, ammirato, come se fosse un dipinto in movimento, e per questo ci muoveremo all’interno di schermate fisse. Non potremo muovere la telecamera a nostro piacimento, la direzione cambierà a seconda della posizione che cambierà con l’avanzare dell’avventura. In un’area più popolata, il gioco sperimenta con la manipolazione del tempo: edifici si ricompongono davanti agli occhi del giocatore, e persino Ramoscello può regredire temporaneamente a uovo, creando puzzle sempre più sofisticati e sorprendenti. In determinati punti del gioco, avremo la possibilità di correre velocemente per distruggere alcune barriere che ostacolano il nostro cammino. Non abbiamo mappe o bussole di ogni sorta, non esiste alcuna HUD che ci indichi cosa possiamo utilizzare o la vita che ci resta. Siamo soltanto noi, che possiamo proseguire attraverso un percorso che solo all’apparenza è lineare e semplice da superare.
La persistenza della memoria
La grafica è spettacolare e sfrutta appieno Unreal Engine 5.5. Le texture appaiono quasi pittoriche, come fossero tratte da un quadro surreale, e la luce gioca un ruolo centrale: i raggi del sole filtrano tra le colline con effetti simili al technicolor, mentre funghi bioluminescenti illuminano grotte e pozze d’acqua. Ogni nuova area è una scoperta: litorali disseminati di scheletri misteriosi, vallate popolate da creature aliene e persino colline che si rivelano giganteschi esseri composti da conchiglie e pietre, che si muovono accanto al faro.
Il nucleo di Keeper sono i puzzle, costruiti attorno all’esplorazione e alle interazioni con l’ambiente, senza combattimenti o morti del giocatore. Il fascio di luce del faro diventa uno strumento versatile: stimola la crescita delle piante, attiva creature e guida Ramoscello negli enigmi. Le stesse meccaniche vengono combinate in modi diversi per creare soluzioni sempre nuove. In un passo montano, per esempio, un enorme teschio bloccato da radici viola viene liberato grazie all’uso coordinato della luce e di Ramoscello. Poco dopo, gli stessi strumenti servono a manipolare il tempo in un villaggio popolato da robot a orologeria, dove Ramoscello cambia forma tra passato, presente e futuro, e il giocatore deve capire come usare questa trasformazione per risolvere puzzle complessi, ma mai complicati. Anzi, Keeper non è un gioco sul quale resterete bloccati per ore: sappiamo sempre come e dove puntare il fascio di luce, e uno sbrilluccichio azzurro ci mostrerà quando attivare il comando per Ramoscello.
L’approccio di Double Fine si distingue per la capacità di insegnare le regole del gioco attraverso l’esperienza: non ci sono tutorial invadenti, tutto avviene per tentativi, osservazione e scoperta. Ciò conferisce a Keeper un ritmo contemplativo e quasi onirico, dove ogni area nuova regala una serie di istanti in cui il giocatore comprende con le proprie forze come interagire con il mondo. Il legame tra il faro e Ramoscello cresce naturalmente durante il viaggio, e l’animazione riesce a trasmettere personalità e affetto senza parole.
Un altro aspetto sorprendente è come il design del gioco non si accontenti mai di quanto ci propone: le meccaniche cambiano, le soluzioni evolvono e l’intera esperienza mantiene un senso di scoperta costante. Ogni sezione vuole sorprendere e mostrare qualcosa di nuovo, spingendo il giocatore a esplorare, sperimentare e immergersi completamente nel mondo surreale.
Keeper riesce così a fondere l’umorismo e lo stile distintivo di Double Fine con un approccio artistico e narrativo coraggioso. Gli scenari variano da prati colorati a vallate rosa soffici come zucchero filato, in cui il faro può quasi fluttuare, fino a paesaggi incredibilmente complessi in cui la fisica e il tempo stesso diventano strumenti per risolvere enigmi. Ogni nuova scoperta invita a esplorare ulteriormente e a meravigliarsi davanti alla creatività dello studio.
Un faro che ha bisogno di manutenzione
Dal punto di vista tecnico, Keeper non presenta numerose impostazioni grafiche. Su PC non è disponibile la risoluzione per i 21:9 nativa, per cui anche impostandolo in 2560x1080p dalla schermata delle impostazioni, il gioco girerà con le barre nere laterali. In compenso, attivando l’HDR, il gioco avrà un’illuminazione realistica e ben realizzata, rendendolo incredibilmente brillante. Sarà possibile modificare la qualità di oggetti, ombre, texture e riflessi, ma sappiate che qualunque sia la vostra configurazione, Keeper non girerà oltre i 60fps.
Come spesso accade, l’utilizzo non ottimizzato dell’Unreal Engine fa sì che il gioco scatti leggermente in alcuni momenti in cui caricano le nuove zone di gioco. Non è nulla di drammatico, ma ci chiediamo come sia ancora possibile avere stuttering con questo tipo di dettaglio grafico.
Il gioco sarà disponibile dal 17 ottobre su PC, Xbox Series X|S, Xbox Cloud e Steam, con pieno supporto Xbox Play Anywhere e disponibile dal day one su Game Pass. La combinazione di esplorazione, narrazione surreale, puzzle innovativi e uno stile visivo unico promette un’esperienza indimenticabile. Keeper non è solo un gioco su un faro ambulante: è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a lasciarsi sorprendere e a scoprire la bellezza nella stranezza.

Riassunto
Riassunto
Keeper è l'ultima opera originale dei Double Fine, che questa volta ci conducono in atmosfere surreali che ricordano i quadri di Salvador Dalì. Non potremmo impersonare un protagonista più insolito: siamo difatti un faro vivente e starà a noi esplorare un mondo in cerca di rinascita. Certo, Keeper soffre di qualche problematica tecnica, ma è un'esperienza che farà felici quei giocatori che sono alla ricerca di opere originali e rilassanti.
Pro
È un viaggio rilassante all'interno di un dipinto in movimento Atmosfera surreale Gameplay semplice ed intuitivo...Contro
...e forse ci prende fin troppo per mano Durante i caricamenti potrebbe scattare Frame rate bloccato a 60fps- Giudizio complessivo8
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