Home Cinema X-Men ’97 | La recensione dei primi tre episodi del revival di Insuperabili X-Men

X-Men ’97 | La recensione dei primi tre episodi del revival di Insuperabili X-Men

Guarda, guarda là,
c’è un gruppetto di mutanti.
Li ho visti però
sono ancora assai distanti,
van per la città
difendendo gli abitanti.
Mutanti, mutanti,
insuperabili X-Men!

INSUPERABILI, INSUPERABILI X-MEN!!!
INSUPERABILI, INSUPERABILI!!!

Sono passati alcuni anni da quando i Marvel Studios, che ormai da poco prima della pandemia hanno accentrato su di essi tutti i prodotti d’intrattenimento della Casa delle Idee, annunciarono il ritorno di una delle serie animate più amate di sempre. No, purtroppo non parliamo di Spider-Man: The Animated Series, ancora oggi criminalmente assente dal catalogo italiano di Disney+, bensì di X-Men: The Animated Series, anche nota in Italia come Insuperabili X-Men. Una di quelle serie che hanno accompagnato l’infanzia di molti, e che, misteriosamente, nel 1997 venne cancellato senza dare una conclusione e tenendo col fiato sospeso i fan di tutto il mondo che ogni pomeriggio si gustavano una merendina Mr. Day e una bella Crystal Ball tossica. Proprio come Spider-Man TAS.

E invece, nell’epoca in cui sono tornati i Ghostbusters originali, Spider-Maguire, Top Gun e persino i tamagotchi dei Digimon, anche gli insuperabili mutanti della Marvel tornano in tv – o meglio, in streaming. X-Men ’97 è una, ammettiamolo, coraggiosa mossa produttiva, la prima incursione ufficiale degli studios di Kevin Feige con i superumani dal gene mutante (togliamo dall’equazione i vari Ms. Marvel e camei vari, ovviamente). L’idea di tornare a puntare su un prodotto tanto amato quanto X-Men TAS è comunque sensata, nel pieno sentimento nostalgico che continua a dominare il mondo dell’intrattenimento.

Ed è così che, come una sorta di legacyquel, X-Men ’97, che riparte proprio da dove si era interrotta la serie originale, introduce i nuovi spettatori alla magione di Xavier e i vecchi fan a un ritorno alle origini, partendo da un nuovo personaggio che viene introdotto alla confraternita dei mutanti. Qualche aneddoto, specie da parte di quella Jubilee attraverso i cui occhi i giovani degli anni ’90 assaporavano le primissime avventure di Wolverine, Ciclope, Tempesta, Jean Grey e tutti gli altri nomi che hanno fatto grande questa serie. Il tempo, in effetti, sembra essersi fermato.

Ma X-Men ’97, dopo un primo episodio che rilancia la serie dopo quasi trent’anni dalla messa in onda dell’ultima e sconvolgente puntata, sa trovare la sua identità molto presto, e questa identità si chiama mandare avanti la storia. Con la morte di Xavier, i mutanti finiscono sotto la guida di Scott Summers, il quale è però schiacciato dalle enormi responsabilità che gli competono. Non solo come potenziale successore di Xavier, ma anche come padre del bambino che lui e Jean aspettano, protagonista suo malgrado di un terzo episodio letteralmente da brivido per animazioni e narrazione che ci ha fatto davvero sobbalzare dalla sedia in più occasioni.

Il ritorno di Wolverine e compagnia è però anche un modo per vedere la figura di Magneto sotto un’altra veste, e gli X-Men in generale da prospettive inedite. No, non parliamo di Morph e del fatto che ora sia un personaggio non binario (come se prima lo si potesse identificare con un genere, dato che può cambiare forma a piacimento…), ma ad esempio dell’avvento di Magneto come erede della scuola di Xavier, come già i trailer avevano anticipato. Il signore del magnetismo è una figura nettamente diversa da quella suo vecchio amico/nemico, e sa farsi valere persino di fronte ai potenti.

Forse l’unico grande problema di questo revival, a giudicare solamente dai primi tre episodi, è una certa ridondanza nei temi affrontati, specie per chi ricorda alla perfezione la serie originale. Il secondo episodio, ad esempio, è l’ennesima manifestazione della paura dell’umanità di fronte al nuovo, all’evoluzione, al mutante, cosa che continua a mantenere una linea di demarcazione abbastanza netta tra l’homo sapiens e coloro che custodiscono il gene mutante. Un po’ troppo già visto? È anche vero che la serie non può dimenticare ciò che è accaduto nei suoi precedenti episodi, i quali, rispetto al revival, sono distanti solo pochi giorni dagli eventi attuali.

A livello tecnico, proprio come la storia e i personaggi, lo show ha un gustoso aspetto che mantiene i canoni classici pur modernizzando alcuni design, senza però stravolgerli – il meme dei formosi glutei di Rogue è virale da tempo, ma sinceramente… a chi importa? Le musiche e le sequenze d’azione sono sempre spettacolari, e riascoltare questo indimenticabile tema, che la Marvel ha già sorprendentemente inserito in Doctor Strange nel Multiverso della Follia per il cameo di Patrick Stewart, rievoca quei momenti felici e ormai andati che tutti noi vorremmo rivivere. Ma X-Men ’97 per fortuna non è solo nostalgia, ma anche amore e rispetto per l’opera, oltre che tanta voglia di raccontare nuove storie. L’inizio, dobbiamo dirlo, è molto incoraggiante.

E ora, Marvel Animation, dateci anche la sesta stagione di Spider-Man: The Animated Series.

4
Review Overview
Riassunto

Insuperabili X-Men torna dopo quasi 30 anni dall'ultimo episodio, e nulla è cambiato, a parte le tecniche di animazione e qualche doppiatore. La serie animata torna con nuovi episodi spettacolari, riallacciandosi in maniera perfettamente naturale con la serie anni '90, proprio come se il tempo si fosse fermato. Siamo di fronte al trionfo della nostalgia, ma è una nostalgia che ha saputo farsi forza e proseguire un avvincente racconto che tutti i bambini di quel tempo hanno amato. A me, miei X-Men!

  • Giudizio complessivo4
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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