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Star Wars Jedi: Fallen Order | Prime impressioni dopo il gameplay a EA Play 2019

Con l’inizio di EA Play 2019, abbiamo potuto finalmente assistere al primo e corposo gameplay di Star Wars Jedi: Fallen Order. Il gioco sviluppato da Respawn Entertainment, atteso per il 15 novembre su PS4, Xbox One e PC, deve scontrarsi già da ora con un pericoloso nemico: la diffidenza del pubblico. Una grande porzione della fanbase dell’universo di Guerre Stellari è infatti ancora delusa da Battlefront II, lo sparatutto di DICE che nel 2017 ha fatto più danni che altro all’immagine di EA e del franchise di George Lucas. Complici le microtransazioni invasive e alcune scelte di game design non particolarmente condivisibili, il gioco venne in pratica boicottato ancor prima del lancio, e nonostante oggi si tratti di un FPS di tutto rispetto (provare per credere), la sua popolarità non ha mai raggiunto i livelli sperati.

Non divaghiamo però parlando di storie triste, e pensiamo a questo Star Wars Jedi: Fallen Order del quale abbiamo avuto un buon assaggio. 15 minuti di gameplay senza alcuna interruzione, ambientati, a detta degli sviluppatori, circa 3 ore dopo l’inizio del gioco. Sulla storia abbiamo avuto pochi ulteriori dettagli oltre a quelli che già conoscevamo: il protagonista è Cal Ketsis, un padawan Jedi che si ritrova sostanzialmente solo contro tutti nel neonato Impero Galattico. Jedi: Fallen Order si piazza infatti cronologicamente poco dopo gli avvenimento di Episodio III: La vendetta dei Sith, quando il signore oscuro dei Sith e Imperatore Palpatine ha con l’Ordine 66 eliminato la quasi totalità dei cavalieri Jedi. Cal è uno di quei pochi sopravvissuti, che lotterà con le unghie e con i denti per sopravvivere agli inquisitori istituiti dall’Impero per cercare ed eliminare gli ultimi cavalieri rimasti.

Se sull’efficacia e la consistenza della narrazione non possiamo ancora pronunciarci, possiamo fare numerose considerazioni sul gameplay ampiamente messo in mostra. Star Wars Jedi: Fallen Order, nella sua natura di videogioco action adventure in terza persona, ricorda molto da vicino Uncharted di Naughty Dog: fasi di esplorazione delle ambientazioni particolarmente ispirate e affascinanti per l’universo di Star Wars pur essendo originali (perlomeno per quelle che abbiamo potuto vedere), alternate a sequenze invece di combattimento più o meno prolungate nelle quali Cal sfodera le proprie abilità divise tra l’utilizzo dell’immancabile spada laser e la padronanza della Forza, fondamentale, come abbiamo visto in occasione del superamento di un burrone, anche per superare ostacoli. È molto interessante notare come proprio durante i combattimenti SWJFO riesca ad offrire una buona gamma di possibilità. La spada laser può ad esempio essere utilizzata come una sorta di scudo, per respingere infallibilmente i colpi laser degli Stormtrooper, e apparentemente con un feeling che richiama moltissimo le apparizioni cinematografiche dei più vecchi cavalieri Jedi, come Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi.

La Forza, poi, è quella che rende più dinamici gli scontri. Cal può concentrarsi per bloccare temporaneamente i nemici, o per attirarli a sé, o addirittura, come abbiamo potuto ammirare in una sequenza, bloccare in stasi un proiettile laser e sfruttarlo a proprio vantaggio eliminando lo Stormtrooper che ha sparato in precedenza. Non potremo però abusarne, attenzione. Al centro dello schermo (potete rivedere l’intero gameplay in calce all’articolo), avremo una barra di colore blu che indica sostanzialmente la stamina della Forza, barra che indicherà quindi il consumo della potente caratteristica e che necessita di alcuni secondi per ricaricarsi durante i combattimenti. La stamina, precisiamo, non interessa i movimenti di Cal come la schivata, ma solamente la Forza. Accanto a queste classiche ma apprezzate meccaniche, che strizzano l’occhio a grandi titoli dell’universo di Star Wars del passato come Knights of the Old Republic e The Force Unleashed, ci sono però anche alcuni elementi che suscitano più di un dubbio.

In primis, l’intelligenza artificiale sembra davvero poco reattiva, e anzi sembra di essere tornati ai tempi dei primi capitoli della serie Assassin’s Creed con nemici che restano fermi e immobili e attaccano uno alla volta il protagonista. Il dinamismo del gameplay viene rotto da questi spenti momenti del combattimento, dove l’unica cosa da fare è abbattere lo Stormtrooper o la creatura di turno (abbiamo visto alcuni aracnidi giganti contro i quali combattere, che cercano di colpire Cal sparando ragnatele intrappolanti) e spostarsi poi sul bersaglio successivo, che nel frattempo sembra aver atteso il proprio turno come se ci trovassimo di fronte al banco della macelleria al supermercato con tanto di numero sul bigliettino per vedere a chi tocca. Le animazioni, poi, non sembrano particolarmente al passo coi tempi, e anzi hanno generato parecchi malumori tra tutti i fan che hanno seguito con trepidazione il gameplay reveal del titolo di Respawn, che comunque, e di questo bisogna dargli atto, mantiene il suo fascino nonostante tutto. Le ambientazioni intraviste, quelle relative ad un pianeta selvatico e nel quale un primo embrione della Resistenza (ottimo il cameo di un giovane Saw Guerrera da Rogue One che conferma la canonicità degli eventi) si trova a fronteggiare gli imperiali, hanno il fascino tipico di Star Wars, in una fantascienza dal sapore antico, passateci il termine.

Altri brillanti elementi particolarmente ricorrenti nell’universo del franchise, e che anche qui si ripresentano con ottime sensazioni, sono la colonna sonora, le cui note ricordano molto da vicino lo straordinario lavoro di John Williams, e la presenza di un piccolo e simpatico drone che farà da spalla al buon Cal. Questa volta si chiama BD-1, ha un aspetto molto più squadrato e spigoloso rispetto ai vari BB-8 e R2-D2, e sarà anche, a detta degli sviluppatori, particolarmente intrapendente, tanto che dovremo di tanto in tanto osservarlo mentre si allontana da noi. Appare certamente come un titolo coinvolgente, avventuroso, e che già lascia presagire una certa dose di drammaticità, che in Star Wars non è mai mancato. La presentazione non ha sciolto tutti i dubbi sul titolo, ma sicuramente ha conquistato parte del pubblico e deluso l’altra porzione. Se amate i videogiochi fortemente story driven, molto lineari e guidati come può essere un Uncharted o un The Order: 1886, Star Wars Jedi: Fallen Order possiede questa tipica impostazione del passato, e sarete contenti di riassaporarla. In caso contrario, l’ultima opera di Respawn Entertainment non vi farà cambiare idea. Non c’è traccia di multiplayer, né di vasti open world da esplorare in libertà. Un gioco dallo stampo molto vecchio, ma non per questo da evitare, almeno per quello che abbiamo potuto vedere oggi.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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