Home Videogiochi News Call of Duty – Activision ha parlato ufficialmente dello SBMM: ecco tutti i segreti

Call of Duty – Activision ha parlato ufficialmente dello SBMM: ecco tutti i segreti

Activision lo aveva promesso, e nelle scorse ore, poco dopo l’invio delle misteriose scatole ad alcuni creator che anticipano le novità per la Stagione 2 di Warzone, l’azienda ha deciso di sciogliere buona parte dei dubbi della community riguardanti lo SBMM, anche noto come Skill Based Matchmaking.

Lo SBMM, acronimo di Skill Based Matchmaking, è un argomento tornato d’attualità con il lancio di Call of Duty: Modern Warfare 3. Non è un mistero che Activision, da alcuni anni, abbia intensificato il suo impegno nel modificare il sistema di matchmaking dei suoi titoli (stando a quanto affermato dagli sviluppatori, lo SBMM è sempre stato presente nella serie di Call of Duty), ma l’argomento è tornato a essere di particolare dibattito dopo l’uscita di MW3.

Con la volontà di mantenere “un impegno, che sarà quanto mai costante, nel mantenere viva la conversazione sul matchmaking”, Activision ha quindi pubblicato sul blog di Call of Duty una prima spiegazione ufficiale su come funziona l’algoritmo di accoppiamento delle lobby nel multiplayer della serie – al momento sono quindi esclusi i discorsi che riguardano Warzone e le Ranked di Call of Duty.

Innanzitutto, Activision parte con una precisazione. Mentre la community di Call of Duty si riferisce spesso al processo di matching come “Matchmaking basato sulle skill”, il gioco in realtà considera le skill (o più specificamente le performance dei giocatori) come una delle tanti componenti, poiché vengono presi in considerazione diversi fattori.

L’azienda ha individuato due principali fattori oltre all’abilità, che sono:

  1. CONNESSIONE – Come la community può confermare, il ping è fondamentale. La connessione è il fattore più critico e ponderato nel processo di matchmaking.
  2. TIME TO MATCH – Questo elemento è il secondo più critico per il processo di matchmaking. Tutti noi vogliamo passare il tempo a giocare piuttosto che aspettare l’inizio delle partite.

Non finisce però qui. Anche altri fattori sono ritenuti fondamentali per il processo di matchmaking in Call of Duty, e riguardano:

  • DIVERSITÀ DELLA PLAYLIST – Il numero di playlist tra cui i giocatori possono scegliere;
  • MAPPE E MODALITÀ RECENTI – Considera le mappe su cui i giocatori hanno già giocato recentemente le preferenze di modalità, modificabili nelle impostazioni di Quick Play;
  • RAPPORTO SKILL/PERFORMANCE– Permette di garantire ai giocatori, che rappresentano una community globale con un ampio range di skill, l’opportunità di lasciare il segno in ogni partita;
  • INPUT DEVICE –Controller o mouse e tastiera;
  • PIATTAFORMA –Il device (PC, console) su cui si sta giocando;
  • CHAT VOCALE – Abilitata o disabilitata.

I dati raccolti da Activision in questi anni (l’azienda afferma di eseguire queste operazioni da almeno un decennio, ed effettivamente era stato spiegato che il cosiddetto SBMM era presente anche nei precedenti capitoli della serie) indicano che la presenza di alcuni limiti alla disparità di skill tra i giocatori in una partita rende l’ecosistema più sano.

Inoltre, continua Activision, molti giocatori con skill elevate desiderano una maggiore varietà di esperienze, ma spesso hanno la sensazione di ottenere solo le lobby più impegnative. Questo feedback è stato ascoltato e si continuerà a testare ed esplorare attivamente i modi per mitigare questa preoccupazione.”

Activision ammette comunque di aver sperimentato alcune variazioni nello SBMM, con scarso successo. Nel corso del Q&A, l’azienda americana ha ad esempio confermato di aver eseguito più test inel multiplayer di Call of Duty in cui il fattore abilità nel matchmaking era disattivato. La fidelizzazione dei giocatori è diminuita in modo significativo durante questi test (ossia, i giocatori hanno abbandonato più rapidamente il gioco), ed è per questo che Activision ha deciso che non disattiverà mai completamente il parametro dell’abilità nel matchmaking.

Questo, di nuovo, è determinato dai dati raccolti in tutti questi anni di attività del franchise:

I nostri dati mostrano che quando i giocatori con abilità inferiori sono costantemente in svantaggio, è probabile che abbandonino le partite in corso o smettano del tutto di giocare. Una percentuale maggiore di giocatori altamente qualificati continua a giocare anche se si trova in lobby difficili e costanti. I giocatori meno esperti abbandonano o smettono di giocare a un ritmo più veloce.

Se siete curiosi di conoscere altri dettagli, vi rimandiamo al post completo sul blog di Call of Duty.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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