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Sons of Valhalla | Recensione

Siete appassionati di mitologia nordica? Fremete quando vi parlano delle razzie dei Vichinghi? Adorate la pixel art? Allora Sons of Valhalla, il nuovo gioco degli sviluppatori Pixel Chest, potrebbe solleticare il vostro interesse. Scopriamo insieme di cosa si tratta leggendo la nostra recensione!

Miti nordici in pixel art

Thorald Olavson è un uomo con una missione. All’inizio della nostra storia, deve assistere allo sterminio del suo villaggio e al rapimento della moglie. Thorald naturalmente giura vendetta, prende con sé alcuni guerrieri e parte all’inseguimento dei suoi nemici. Così inizia la campagna di Sons of Valhalla, che consiste in sole cinque missioni e un livello extra: non aspettiamoci quindi un’epopea, ma un’esperienza di gioco che si concentra sull’essenziale. Il gioco si svolge sempre con una visuale laterale. Proprio come in Kingdom, la saga alla quale i Pixel Chest si sono chiaramente ispirati, anche in Sons of Valhalla bisogna occuparsi della costruzione della base, anche se in modo molto più essenziale.

In primo luogo, si costruiscono capanne da pesca e per tagliare la legna, che aggiungono automaticamente risorse importanti. Naturalmente avremo bisogno anche di istruire nuovi combattenti da mischia, arcieri e guaritori. Il nostro accampamento sarà poi protetto da un cancello e da una torre, e questa è la parte più importante della costruzione della base. D’altra parte, in Sons of Valhalla abbiamo un controllo significativamente maggiore sulle nostre truppe. Sebbene difendano la base in modo completamente automatico, è possibile ordinare a tutte le unità di muoversi con semplici comandi, ad esempio “avanza”, “ritirati” o “mantieni la posizione”.

Una runa per domarli tutti

Un elemento fondamentale del gameplay è il ritrovamento costante di rune, che potremo utilizzare in diversi slot della nostra cintura. Le pietre danno vantaggi importanti: alcune migliorano l’attacco di Thorald, mentre altre danno più resistenza ai combattenti in mischia, forniscono più bottino o aumentano la produzione di risorse. Purtroppo non c’è un sistema di crafting per le rune, né ci sono effetti sinergici tra esse, quindi si sarebbe potuto fare molto di più a riguardo. Tuttavia, le rune hanno almeno un importante effetto collaterale: se morite, potete semplicemente farvi rianimare da Odino, ma poi dovrete separarvi da una runa a vostra scelta.

Anche se le rune aggiungono un po’ di pepe all’azione, le battaglie sono per lo più monotone: manca una diversificazione nella strategia di combattimento, dei potenziamenti o armi che avrebbero consentito nuove tattiche. Ma almeno ci sono un arco, un giavellotto e delle bombe incendiarie, così da poter eliminare facilmente i guaritori nemici a distanza o i tiratori dalla torre di guardia. Inoltre, dovremo affrontare regolarmente nuovi tipi di nemici, il che offre almeno un po’ di varietà.

Costruire, raccogliere e vincere

Per questo è ancora più importante poter contare su un esercito potente. Perché quando si vuole assaltare una fortezza nemica al massimo delle nostre forze, arcieri e spadaccini non potranno fare molto, quindi serviranno fabbri da battaglia o costose armi d’assedio come catapulte o arieti per abbattere il cancello dell’accampamento avversario. Per potersi permettere queste unità, tuttavia, è necessario investire nello sviluppo della nostra base. Per farlo, dobbiamo prima catturare un avamposto nemico. Non è possibile costruirvi nulla, ma almeno si possono assoldare mercenari e commerciare legno e pesce per ottenere rapidamente più denaro.

Quando avremo raccolto abbastanza denaro e risorse, potremo usarli per espandere il nostro accampamento. In questo modo si otterranno nuove aree di costruzione per altre case. È inoltre possibile potenziare ogni capanna due volte, consentendo di immagazzinare più risorse o di produrre unità più rapidamente. Non è necessario prestare molta attenzione alla costruzione e all’agricoltura, poiché la varietà delle costruzioni è minima, e non è possibile sbagliare approccio nemmeno volendo. L’unica cosa importante è spendere oro per i giusti potenziamenti, perché questi migliorano il nostro eroe in modo permanente. E gli upgrade sono davvero necessari, perché alla fine di ogni livello incontreremo un boss che ci manderà brutalmente al tappeto con pochi colpi se non presteremo sufficiente attenzione.

Poca varietà

I boss dei livelli sono ben progettati e l’eccellente musica di sottofondo degli scontri dona un senso di pathos. Tuttavia, sono anche abbastanza facili da abbattere con le armi a distanza a livello normale, e i nemici non riescono a reagire con efficacia. Schivare, sparare, schivare, sparare: è così che si può sconfiggere ogni boss in pochi minuti. E così, purtroppo, Sons of Valhalla diventa piuttosto monotono, anche se tutti gli elementi di gioco si amalgamano bene tra loro. La struttura, le battaglie, la raccolta delle risorse, persino i boss: si riavvolgono gli stessi passaggi livello dopo livello. Con un tempo di gioco di sette-otto ore, avremmo sperato in un po’ più di varietà, soprattutto perché la campagna è completamente lineare.

Tuttavia, c’è una particolarità: verso la metà del gioco, si finisce in un livello extra in cui si può controllare Fraya, la moglie rapita di Thorald, per mezz’ora. Questa sezione è completamente priva di combattimenti e di strategia: bisogna procedere furtivamente, spegnere le torce e trovare lentamente la strada per l’uscita. Anche questo momento di gioco è piuttosto semplice, e naturalmente ci si deve chiedere se un livello furtivo sia davvero appropriato per un gioco di strategia d’azione. A nostro giudizio, come aggiunta d’atmosfera alla storia, questa sezione funziona benissimo, se non altro perché apporta un po’ di varietà al gameplay.

Di nuovo a Midgard?

Dopo le quasi otto ore di storia, se si vuole si può riprovare Sons of Valhalla a un livello di difficoltà superiore. Purtroppo non esiste un New Game Plus, ma c’è una modalità Orda in cui bisogna difendere la propria base da ondate di nemici sempre più forti. Ci sono anche alcuni nuovi potenziamenti che non sono stati inseriti nella campagna. Sons of Valhalla potrebbe quindi tenerci occupati per un po’, ma non bisogna aspettarsi troppo: il valore di rigiocabilità è piuttosto limitato. Non c’è nemmeno una modalità multigiocatore, ma a un prezzo di circa 20 euro non ci si può aspettare nulla di simile.

Sons of Valhalla non è quindi un titolo che ci terrà impegnati per giorni o settimane. È semplicemente un gioco lineare che combina abilmente azione, tattica e struttura senza brillare in nessuna disciplina. Il risultato è quindi ancora lontano dal farlo divenire un nuovo caposaldo del genere, ma se lo si affronta con le giuste aspettative e si apprezza la sua meravigliosa pixel art, ci ritroveremo tra le mani un gradevole gioco che ci permetterà di metterci nei panni di Thorvald, il vichingo alla ricerca della sua amata.

7
Riassunto
Riassunto

Sons of Valhalla offre uno sguardo originale alla mitologia nordica, e mischia un gioco di azione con la strategia 2D, il tutto condito da un bellissimo stile pixel art. L'atmosfera è ottima e il mix risulta accattivante, ma l'esperienza è breve e offre poca varietà.

Pro
Ottima grafica in pixel art Una buona commistione di generi Gameplay solido...
Contro
...ma decisamente troppo monotono Poca varietà anche negli scontri
  • Concept & Trama7
  • Gameplay6
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico7
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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