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The Blood of Dawnwalker | Anteprima

Alla Gamescom 2025 non sono mancati titoli in grado di catturare l’attenzione del pubblico, ma tra le produzioni più sorprendenti si è distinto senza dubbio The Blood of Dawnwalker. Il progetto è firmato da Rebel Wolves, studio nato nel 2022 e formato da diversi ex membri di CD Projekt RED, con in cabina di regia Konrad Tomaszkiewicz, già director di The Witcher 3. Inutile dirlo, l’asticella delle aspettative è stata posta ben in alto già dal trailer di presentazione e quanto abbiamo potuto vedere a porte chiuse a Colonia non ha fatto altro che aumentare la nostra voglia di sangue.

Una trama di luci e ombre

Il protagonista della vicenda è Coen, un padre disposto a tutto pur di salvare la figlia colpita da una misteriosa malattia. La sua disperata ricerca di una cura lo porta a incrociare il destino con una congrega di vampiri, fino a essere trasformato a sua volta in una creatura della notte. È qui che entra in scena Brencis, signore del feudo e vampiro tanto carismatico quanto ambiguo. Non un semplice antagonista carnefice, ma un leader convinto che la violenza e il tributo ematico siano l’unico modo per garantire un futuro all’umanità.

Già da questa premessa emerge il cuore tematico di The Blood of Dawnwalker: nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo. Rebel Wolves definisce il gioco un “sandbox narrativo”, dove le decisioni del giocatore modellano non solo la storia, ma anche la percezione morale dei personaggi incontrati lungo il cammino.

Un gameplay diviso in due anime

La grande particolarità del titolo sta nel suo protagonista, che cambia natura (ed approccio) a seconda del ciclo giorno-notte.

Di giorno, Coen è un umano: spadaccino abile e pratico di arti magiche, ma pur sempre vulnerabile. Le sue battaglie richiedono attenzione, perché la salute non si rigenera facilmente e persino alcuni incantesimi consumano punti vitali. In queste fasi l’esplorazione e l’interazione con i cittadini di Vale Sangora assumono grande importanza. Ogni dialogo può sbloccare indizi o percorsi alternativi: nella demo, ad esempio, ottenere informazioni su una spada leggendaria andata in pezzi è stato possibile solo convincendo un sacrestano a parlare, ma non senza prima aiutarlo a ritrovare un uomo scomparso, che tuttavia ha consumato tempo prezioso all’eroe, che ricordiamo avere 30 giorni per poter compiere la propria missione di salvataggio.

Di notte, invece, Coen si trasforma in vampiro. Come è facile dedurre, con le tenebre l’alter ego guadagna poteri sovrannaturali: teletrasporto, corsa sulle pareti e soffitti, artigli letali e, naturalmente, la capacità di nutrirsi di sangue per recuperare energia. Questa meccanica apre a dilemmi morali non banali: sfamarsi con animali o nemici è relativamente sicuro, ma in situazioni disperate il protagonista potrebbe colpire anche cittadini innocenti o persino personaggi chiave delle missioni, invalidandole definitivamente.

Questa duplice natura non è solo estetica, ma determina approcci radicalmente diversi alle stesse situazioni. La ricerca della spada, nella versione notturna della demo, è stata risolta attraverso l’infiltrazione acrobatica e l’esplorazione della biblioteca del parroco, culminata in un combattimento serrato contro un boss. Stesso obiettivo, ma percorsi e sensazioni di gioco completamente differenti. Nel caso fosse stata infatti eseguita di giorno, dialoghi e meccaniche sarebbero state completamente diverse.

Scelte, conseguenze e libertà

La struttura narrativa è uno degli aspetti su cui Rebel Wolves insiste maggiormente. I trenta giorni virtuali che Coen ha a disposizione per salvare la sua famiglia rappresentano un punto di riferimento, non un limite rigido. Secondo Tomaszkiewicz, la scadenza potrà essere anticipata, posticipata o addirittura annullata, a seconda delle azioni compiute. In altre parole, non esiste un percorso obbligato: la storia si adatta al giocatore, che può ignorare intere missioni senza compromettere necessariamente l’avanzamento.

La libertà promessa è quindi molto ampia, sia nelle scelte morali sia nella gestione delle attività. Non mancano meccaniche RPG più tradizionali, come un albero delle abilità diviso in tre rami che riflettono la doppia identità di Coen e incoraggiano stili di gioco differenti.

Combattimenti tra tecnica e resistenza

Il sistema di combattimento osservato nella demo si è rivelato complesso ma promettente. Le parate richiedono precisione millimetrica nell’angolazione della spada, mentre gli attacchi speciali consentono di ribaltare scontri in apparente svantaggio. Allo stesso tempo, alcuni nemici sembrano assorbire troppi colpi, rallentando il ritmo degli scontri. È un aspetto da bilanciare, ma la sensazione generale è che le battaglie abbiano profondità e varietà, soprattutto considerando la differenza tra la lentezza strategica delle fasi diurne e la rapidità brutale delle notti vampiresche.

Un colpo d’occhio convincente

Dal punto di vista tecnico, The Blood of Dawnwalker sfrutta l’Unreal Engine 5 per dare vita a paesaggi suggestivi e ricchi di dettagli. Gli scenari di Vale Sangora colpiscono per vastità e atmosfera, mentre i giochi di luce esaltano il contrasto tra giorno e notte. I modelli dei personaggi sono ben animati, anche se le espressioni facciali meritano sicuramente un lavoro più accurato (che verrà sicuramente fatto, visti i mesi ancora di lavoro dello studio).

Il buongiorno si vede dal mattino (e dalla notte)

Pur non avendo potuto provare direttamente il gameplay, quanto visto a Colonia lascia intravedere un titolo ambizioso, capace di unire scelte narrative complesse a un sistema di combattimento ricco di sfumature. La libertà promessa è ampia, il mondo di gioco affascinante e la doppia natura del protagonista rappresenta un’idea forte che potrebbe rendere unica l’esperienza.

The Blood of Dawnwalker si presenta come uno degli action-RPG più intriganti tra quelli mostrati alla Gamescom. Atmosfera cupa, libertà decisionale e gameplay diviso tra giorno e notte ne fanno un titolo da tenere d’occhio. Se Rebel Wolves saprà mantenere anche solo parte delle promesse fatte, potremmo trovarci davanti a una delle sorprese fantasy più importanti dei prossimi anni.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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