Nel bene o nel male, l’intelligenza artificiale generativa è ormai diventata una componente sempre più rilevante nello sviluppo dei videogiochi. Molte grandi aziende del settore, come SEGA, hanno già annunciato di voler integrare questa tecnologia nei propri processi creativi. Tuttavia, DICE sembra voler seguire una strada diversa con il suo ultimo titolo.
Il team di sviluppo ha infatti confermato che non utilizzerà l’IA generativa per Battlefield 6. Una decisione che riflette una precisa filosofia di lavoro: la tecnologia è interessante e promettente, ma al momento non può ancora sostituire l’esperienza e la sensibilità di un game developer umano.
L’IA è affascinante, ma non siamo pronti a usarla.
In un’intervista concessa alla BBC, Rebecka Coutaz, vicepresidente e general manager di DICE e Criterion, ha spiegato che l’IA generativa è “molto interessante”, ma che lo studio non è ancora pronto a integrarla nel processo produttivo:
Potrebbe essere magica, se usata nel modo giusto. Può aiutarci a essere più creativi e non è qualcosa di cui avere paura. La vera sfida, ora, è capire come utilizzarla bene.
Pur non adottando l’IA per Battlefield 6, il team non esclude di sperimentarla in futuro per semplificare lo sviluppo o accelerare determinate fasi produttive.
Una cosa, però, è certa: almeno per il momento, DICE punta ancora tutto sul talento umano, scegliendo di tenere l’intelligenza artificiale generativa fuori dal campo di battaglia.
Scrivi un commento