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Piccoli Brividi: la recensione dei primi cinque episodi

Ricordate l’episodio de I Simpson, a sua volta parodia di Nightmare, nel quale i genitori di Springfield assistevano senza muovere un dito alla morte del giardiniere Willie, il quale poi avrebbe tormentato i sogni dei figli per vendicarsi? Ecco, Piccoli Brividi fa più o meno la stessa cosa, ma la minaccia è terribilmente reale – e finalmente ben costruita.

La serie di romanzi horror per ragazzi, scritta da R.L. Stine nel 1992, è stata più volte oggetto di adattamenti tra piccolo e grande schermo. L’apprezzata serie tv antologica americana realizzata sul finire degli anni ’90 è ancora oggi ricordata per i suoi momenti e ambientazioni kitsch ma sorprendenti, proprio come l’autore statunitense ha sempre improntato i libri. Nel 2015 Sony ha poi cercato di portare il tutto sul grande schermo con Piccoli Brividi, al quale è seguito Piccoli Brividi 2: I fantasmi di Halloween nel 2018. Entrambi non hanno riscosso particolare successo, ma un’IP di tale potenziale difficilmente può essere lasciata in disparte.

Ecco quindi che Sony Television, insieme a Disney che si occupa della distribuzione, rilancia il franchise con una nuovissima serie tv accattivante, forse il miglior modo per omaggiare Piccoli Brividi da tanti anni a questa parte – perlomeno a giudicare dai primi cinque episodi che abbiamo visto in anteprima, tutti in uscita il 13 ottobre su Disney+. Rob Letterman, regista del primo film della saga (il più apprezzato tra i due), torna per dirigere il pilot dello show, che riesce a convincere da subito per la sua pazza voglia di immergere lo spettatore in un mondo horror che sembra uscito proprio dai romanzi di Stine.

Il canovaccio principale, come dicevamo, non è certo innovativo, ma è abbastanza per dare il via alla sequenza di eventi. Anni prima dei fatti raccontati, un giovane ragazzo rimane tragicamente ucciso nel seminterrato della sua abitazione. Molti anni dopo, in una cittadina che sembra aver volutamente dimenticato questa scioccante morte, la vendetta del defunto è pronta a esplodere, e a farne le conseguenze sono un gruppo di adolescenti accomunati da un particolare passato – ma non diremo altro.

A discapito di qualche effetto speciale un po’ approssimativo (il quarto episodio, finora, è quello che più traballa sotto questo punto di vista), ma non particolarmente fastidioso, la serie, molto anni ’90 nel suo lento incedere e nei più classici cliché che potremmo considerare quasi un omaggio proprio al primo adattamento dei Goosebumps di Stine, intreccia le vicende dei suoi personaggi fino ad arrivare al mid-season finale, il quale ha già l’aria di un momento molto importante che potrebbe ribaltare le convinzioni degli spettatori mettendo forse finalmente al centro dell’attenzione il professor Bratt (Justin Long), finora figura avvolta nel mistero.

Di fronte alla trama orizzontale, quella degli eventi spaventosi che si stanno verificando attorno ai protagonisti, si assiste a episodi realizzati in stile mostro della settimana, come il buon X-Files ha insegnato: i giovani Isabella (Ana Yi Puig), James (Miles McKenna), Lucas (Will Price), Isaia (Zack Morris) e Margot (Isa Briones) finiscono loro malgrado preda delle macchinazioni di una forza infernale, che scatena su di loro maledizioni imprevedibili che vanno da macchine fotografiche che anticipano la morte del soggetto ritratto fino a strane sostanze che clonano una persona.

Vi dice nulla? Proprio così: i mostri della settimana non sono altro che le creature e le invenzioni di R.L. Stine, dalla cui serie di romanzi gli sceneggiatori hanno naturalmente attinto per farne i punti di rottura del plot, l’oggetto, o gli oggetti, che portano alla follia la situazione (il quarto episodio fa già intendere che il più celebre dei Piccoli Brividi sarà adattato) e il malcapitato gruppo di protagonisti. Il giovane cast si trova a suo agio di fronte alle maledizioni, dando prova di un buon affiatamento quando si lavora di squadra e si evidenziano gli intrighi, tra scontri verbali e qualche briciolo di amore che, almeno al momento, resta qualcosa di abbastanza superfluo.

Se Piccoli Brividi saprà mantenere a un buon livello la sua qualità, lo sapremo solo con i prossimi episodi – uno a settimana, per altre cinque settimane. Non fate però l’errore di pensare che la pubblicazione in contemporanea di cinque episodi sia un segnale di debolezza. La piattaforma streaming ha probabilmente voglia di far conoscere la serie al pubblico, e a ragion veduta: Piccoli Brividi è un horror adolescenziale avvincente, che non si fa scrupoli a mostrare qualche scena forte (ma non troppo) e a imbastire un intreccio narrativo con un bel potenziale.

Piccoli Brividi debutterà su Disney+ il 13 ottobre con i primi cinque episodi.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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