Home Curiosità 50 Indie Games that Changed the World, un libro imperdibile | Recensione

50 Indie Games that Changed the World, un libro imperdibile | Recensione

Aaron Potter, un giovane giornalista britannico, ha deciso di rimboccarsi le maniche e dare spazio anche su Bitmap Books a un universo che merita ogni attenzione dei videogiocatori: gli indie. Quei titoli, insomma, realizzati con pochi spicci (o quasi), senza un immenso publisher alle spalle, e che anche grazie a questo riescono a dar forma a idee che altrimenti sarebbero irrealizzabili. E alcuni di questi titoli indie, magari forgiati dalle mani anche solo di una singola persona, hanno cambiato letteralmente il mondo (dei videogiochi).

50 Indie Games that Changed the World, chiaramente, si concentra proprio su quei titoli indipendenti che grazie alla loro qualità e alla loro fama sono riusciti a lasciare un segno indelebile nella storia del medium. I lettori, attraverso le interviste dei protagonisti e una narrazione basata anche sulle immagini, vengono così accompagnati in un viaggio entusiasmante per capire quanto siano proprio le idee a rendere fondamentale un’opera.

Abbiamo sfogliato il volume in formato digitale inizialmente, ma quando Bitmap ci ha gentilmente fornito anche la copia fisica.. wow! Questo libro, elegantissimo e con una copertina rigida dai colori spettacolari, conta ben 452 pagine in formato 255 x 255 mm, con copertina stampata a caldo, stampa litografica da bordo a bordo e rilegatura cucita a filo refe. Una prefazione del creatore di Thomas Was Alone, Mike Bithell, introduce i lettori verso il compito sicuramente non facile per Potter, quello cioè di scegliere quali sono i videogiochi indie capaci di segnare davvero un’epoca.

In ordine alfabetico, trovano così spazio numerose opere acclamate dalla critica e dal pubblico, ma anche piccole perle nascoste che forse sono più atipiche ma non per questo meno meravigliose. Nel libro di Bitmap vengono celebrati giochi come Fez, Hades, Gone Home, Guacamelee! (mamma mia che bello, vedremo mai un terzo capitolo??), Limbo, Overcooked, What Remains of Edith Finch e Cuphead, forse uno dei nomi più celebri dell’intero volume vista la sua reputazione. Non mancano anche altri nomi, sicuramente meno noti ma comunque caratteristici, come il particolarissimo Coffee Talk.

Ogni gioco è presentato in quattro doppie pagine, che includono screenshot, concept art, storyboard, schizzi di presentazione a due pagine e schizzi, splendidamente riprodotti da Adam Rufino. La qualità della stampa, come se ci fosse bisogno di ribadirlo per una produzione Bitmap, è elevatissimo, e sfogliare il tomo è un piacere al tatto e alla vista.

C’è anche una gustosa e giustissima punta d’Italia. Luca Galante, in arte Poncle, ha infatti preso parola per parlare dell’equilibrio tra pigrizia e resistenza di Vampire Survivors, un titolo indie nato durante la pandemia e apparentemente tra i più insulsi mai realizzati. Chi lo ha giocato, invece, sa perfettamente che questa formula banalissima e senza idee nasconde invece un’opera incredibilmente divertente, capace di intrattenere chiunque con semplicità, accessibile a tutti. Un gioco che in qualche modo ha fatto la storia, e siamo contenti che Potter lo abbia celebrato.

Devo essere sincero: ci sono rimasto anche un po’ male per alcuni titoli che hanno trovato spazio qui, solo per il fatto che fino a oggi mi erano sfuggiti – sono rimasto male per la mia ignoranza, ecco! E se sono qui, devono essere davvero importanti – e quindi dovrò recuperarli, in qualche modo. Plague Inc., Dredge, Cocoon, FTL: Faster Than Light, questi sono già stati archiviati da tempo e li conoscono tutti – credo. Altri, invece, sono già stati aggiunti alla lista del backlog obbligatorio.

Dovendo scegliere 50 giochi, comunque, come sempre accade per queste iniziative, alcuni grandi titoli sono rimasti inevitabilmente fuori. Giochi come Monument Valley, Outer Wilds e The Stanley Parable sono stati ad esempio solemente oggetto di menzioni d’onore, senza approfondimenti – l’ultima assenza, in particolare, è difficile da spiegare. Strana invece l’assenza di un Firewatch, gioco tra i più interessanti pensando alle produzioni indie relativamente recenti. Lo avrei ad esempio inserito al posto di un Gone Home, o un Braid; per quanto possano avere qualità, forse non sono così imprescindibili. Ma i gusti personali, giustamente, si fanno sentire anche in queste cose, e, in fin dei conti, va bene così.

Del resto, è stata comunque ottima l’idea di Potter di rispondere proprio alla domanda “Come questo gioco ha cambiato il mondo?” al termine dell’analisi di ogni singolo titolo. Si passa da risposte più articolate a semplici pensieri, ma sufficienti a far capire il sentimento dell’autore e le motivazioni delle oculate scelte.

50 Indie Games that Changed the World è una lettura davvero imponente e importante. Potter raggiunge quel perfetto equilibrio andando a ripercorrere giochi che hanno davvero segnato il mondo, e altri che hanno segnato l’autore in quanto giornalista che tratta di videogiochi, perché in fondo è proprio l’esperienza personale quella che ci fa parlare del nostro medium ludico preferito. Un centro perfetto per Bitmap.

Concludiamo con il solito reminder: anche questo tomo, come tutti quelli di Bitmap, è presentato in sola lingua inglese. Purtroppo, ancora nessun annuncio o programma per quanto riguarda eventuali traduzioni nella nostra lingua.

Link al sito Bitmap Books

Le foto sono gentile concessione di Bitmap

4.75
Review Overview
Riassunto

50 Indie Games that Changed the World sa raccontare in modo perfetto una serie di videogiochi che hanno saputo costruirsi da soli una grande reputazione, e, in qualche modo, hanno cambiato il mondo. Almeno quello dei videogiochi. A livello di presentazione e impaginazione, è perfetto; su alcune scelte dei giochi, però, avremmo da ridire. Siamo troppo pignoli? In fondo, è anche qualcosa di molto soggettivo...

  • Giudizio complessivo4.75
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Marvel: The Legendary Collection #67 | X-23: Innocenza Perduta – Recensione

Marvel: The Legendary Collection è una collana a cadenza quindicinale edita da...

One Piece: Eiichiro Oda conferma l’arrivo di un clamoroso personaggio dal passato

I fan di One Piece sono rimasti a dir poco entusiasti dall’arco...

La presenza in Russia di Betafarma e le attività dei soci nel contesto attuale

Betafarma opera in Russia tramite una joint venture locale i cui co-proprietari...

Disney Lorcana Leggende: tutto quello che sappiamo sulla nuova espansione

Con Leggende, Ravensburger si prepara a dare il via a una nuova...

Chi siamo - Contatti - Collabora - Privacy - Uagna.it © 2011-2025 P.I. 02405950425