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Best Served Cold | Recensione

Sapete cos’è uno “speakeasy”? Siamo nell’epoca del proibizionismo statunitense, tra il 1920 e il 1933: vendere, produrre e trasportare bevande alcoliche è illegale, per questo si diffondono “bar segreti”, spesso mascherati da altro, che continuano a distribuire alcolici ai clienti…  in modo discreto.

Best Served Cold è ambientato tutto in uno speakeasy, un “parla piano”, letteralmente. Da fuori, sembra una normale libreria, ma al piano di sotto… si beve, e soprattutto si chiacchiera.

È questo il concept originale del titolo sviluppato da Rogueside, che ci mette nei panni di un barista-investigatore ai tempi del proibizionismo.

Vi diciamo cosa ne pesiamo in questa recensione priva di spoiler di Best Served Cold.

Best Served Cold: faccia a faccia con il killer

Il Nightcap è uno speakeasy in una Europa alternativa. Voi siete il barista. Ma non solo. Da quando un detective in difficoltà, Hugo, vi ha chiesto di aiutarlo a trovare l’assassino di una donna, il vostro lavoro non è più lo stesso.

In questi bar illegali passano molte persone, di diversa estrazione sociale. C’è Alina, solare e biondissima, appassionata di scacchi come la sua amica Maria. C’è il giovane Killian, sempre in cerca di nuove ragazze anche se timido all’apparenza. C’è la ricca e sfrontata Wendy, e poi l’investigatore Hugo, che da una parte rappresenta una minaccia per il nostro locale, dall’altra ha bisogno di noi per risolvere i suoi casi.

In Best Served Cold si chiacchiera e si servono cocktail

La società di Bukovie affronta un periodo difficile, tra proibizionismo, assassini, l’ombra della guerra che si fa sempre più vicina. Per questo le persone hanno ancor più bisogno di distrarsi: ci vuole un po’ di jazz, la giusta discrezione e il cocktail perfetto per i gusti di ciascuno. Il segreto per sciogliere le lingue e scoprire cosa nascondono degli avventori del bar è proprio questo: farseli amici e offrire loro il giusto alcolico.

L’atmosfera e il concept di Best Served Cold ci sono piaciuti moltissimo: si respira davvero l’aria dello speakeasy, tra sussurri, fumo di sigaretta, il tintinnare del ghiaccio nei bicchieri. Si tratta di un gioco semplice (non c’è nemmeno doppiaggio), dove si legge e si fanno domande, ma i disegni di personaggi e ambienti sono curati e le storie che scopriamo sono davvero intrattenenti. Immersività assicurata.

Ma come si gioca, nel concreto, a Best Served Cold?

Il taccuino è fondamentale per raccogliere prove e indizi

Miscelare cocktail e investigare non è mai stato così divertente

Best Served Cold è una visual novel investigativa. Con 22 personaggi e 5 casi da risolvere, il giocatore si cala nei panni del detective incaricato ad ascoltare, porre le giuste domande e infine collegare i puntini per ottenere moventi, prove ed eventuali alibi.

Per ogni caso avremo a disposizione un limitato numero di giornate: ogni giorno differenti personaggi si avvicineranno al bancone del nostro speakeasy, dandoci l’opportunità di parlare con loro e scoprire nuovi indizi utili. Prima di tutto, però, bisogna scegliere il cocktail da proporre: alcuni ci diranno liberamente qual è il preferito, per altri invece dovremo andare a intuito e a tentativi.

Ci sono due indicatori che determinano se il nostro interlocutore risponderà o meno a determinate domande delicate: il suo livello di simpatia nei nostri confronti, che si coltiva offrendo i giusti drink e rispondendo cordialmente alle conversazioni (dovremo essere dei veri e propri people pleaser, preparatevi), e il suo livello di ubriachezza. Attenzione però, se offriamo un cocktail troppo forte a qualcuno che non è in grado di reggerlo, il personaggio abbandonerà il locale per quella giornata. Se invece proponiamo un cocktail mixato male o non gradito, l’umore di quella persona peggiorerà.

Il minigioco per preparare i cocktail è molto semplice

Per preparare i cocktail basta affrontare un banalissimo “minigioco” trascinando il mouse sullo schermo secondo dei pattern prestabiliti, praticamente impossibile sbagliare. Ci saremmo aspettati qualcosina in più. Ma il fulcro del gameplay di Better Served Cold è indubbiamente l’investigare.

Ascoltare i personaggi, scoprire le loro vite parallele, le loro bugie e le loro motivazioni è fondamentale per avere successo e, alla fine, trovare il colpevole. A disposizione avremo un utilissimo “taccuino” che contiene gli identikit dei vari personaggi, gli indizi e le prove che abbiamo svelato dipanando i dialoghi, nonché una tabella con i possibili killer: va da sé che il vero cattivone è colui che ha un movente, ha avuto modo di uccidere e non ha nessun alibi. Alla fine non c’è molto da ragionare, basta aver trovato tutte le informazioni necessarie… ma questo non è così semplice.

Saremo noi, infatti, a dover raccogliere le idee tra una giornata e l’altra, collegando gli indizi scoperti sul classico tabellone da investigatore. In questo modo scopriremo nuove prove per avvalorare la nostra tesi finale. Il gioco non è particolarmente complesso, ma sicuramente intrigante. Al momento il titolo è unicamente in inglese.

8
Riassunto

Se vi piace il genere investigativo (ad esempio, avete amato franchise come Ace Attorney), date una chance a Best Served Cold: siete il barista di uno “speakeasy”, un locale che offre illegalmente alcolici all’epoca del proibizionismo. Il vostro compito è compiacere i clienti, così da sciogliere le loro lingue tra un cocktail e l’altro… risolvendo torbidi casi di omicidio. Unite gli indizi scovati tra le conversazioni e fate le vostre deduzioni. Il titolo ha una bella trama e una direzione artistica curata e piacevole, che ci fa sentire davvero dietro al bancone di un locale illegale, tra musica jazz, fumo e ghiaccio che tintinna nei bicchieri. Da provare.

Pro
L'atmosfera 5 casi da risolvere con una storia interessante Non è particolarmente difficile, ma sa intrattenere
Contro
Il minigioco per preparare i cocktail è inutile Solo in inglese
  • Valutazione8
Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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