Ratatan | Anteprima

Per chi è cresciuto con una PSP tra le mani, Patapon non era solo un gioco: era una sinfonia di strategia e ritmo che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di molti. Dopo più di un decennio di silenzio, quel battito ritorna sotto una nuova forma: Ratatan, erede spirituale della saga originale nato dalle menti di alcuni degli stessi creatori, uscirà il 25 luglio in accesso anticipato. Ma riuscirà a risvegliare davvero lo spirito del passato?

Abbiamo avuto modo di provare la demo del gioco, disponibile da scaricare su Steam, e ne abbiamo tratto le nostre prime impressioni: un misto di entusiasmo, nostalgia e qualche preoccupazione legittima. Ma parliamone in dettaglio nella nostra anteprima!

Un ritmo familiare, ma che salta qualche battuta

Chiunque abbia giocato Patapon noterà immediatamente quanto Ratatan sia un suo parente stretto. Il cuore pulsante è lo stesso: un esercito di minuscoli guerrieri (stavolta chiamati Cobun) guidati a ritmo di tamburo da un leader carismatico, il Ratatan. Le azioni vengono eseguite tramite comandi ritmici, ossia attacco, difesa, salto, e due abilità speciali, le cosiddette Hustle Tech.

Il sistema di gioco si basa su una sequenza ritmica di otto tempi: i primi quattro sono di preparazione, mentre i successivi sono quelli in cui bisogna premere i comandi al momento giusto. Azzeccare il tempismo genera un feedback sonoro coinvolgente, che evolve man mano che si entra in modalità FEVER, lo stato di grazia ritmica del gioco. Tuttavia, rispetto a Patapon, questa modalità sembra molto meno incisiva: se un tempo portava a vantaggi tangibili, come attacchi multipli o miracoli divini, qui si limita a effetti visivi come fuochi d’artificio, senza impattare realmente il gameplay.

Largo al Ratatan!

Uno degli elementi che suscita più dibattito è il ruolo del Ratatan, il personaggio principale che il giocatore controlla direttamente. Da un lato, ogni Ratatan ha un’estetica, una voce e delle statistiche uniche, come HP, velocità, e una benedizione speciale, cioè un bonus passivo. Dall’altro, queste differenze hanno un impatto marginale sulla strategia: la scelta del Ratatan sembra più estetica che funzionale, e l’interazione diretta del giocatore con la battaglia è abbastanza passiva.

Il Ratatan è infatti fragile, quasi indifeso. Se i Cobun cadono, il protagonista non può far altro che indietreggiare, schivare e aspettare che si rianimino. A differenza dell’Hatapon di Patapon, l’esserino che reggeva il gonfalone dell’esercito delle nostre creature, non ha invulnerabilità temporanea, e questo porta spesso a una situazione frustrante in cui si è costretti a fuggire anziché combattere.

Tra note ed elementi

Uno dei punti cardine del gameplay di Ratatan è l’uso delle abilità in combattimento, influenzate da un sistema roguelike. Durante le run, si raccolgono carte che modificano le abilità o attribuiscono bonus elementali come fuoco, acqua, ghiaccio, veleno e così via. Ogni elemento porta ad un certo stile di gioco differente: ad esempio, il fuoco è più offensivo ma consuma HP, mentre il ghiaccio favorisce la sopravvivenza. Tuttavia, questo sistema non viene spiegato in modo chiaro, e la gestione delle carte è ancora oscura: non esiste una legenda dei simboli, né una reale possibilità di scegliere consapevolmente.

Ancora più semplificata è la gestione dell’equipaggiamento. I Cobun dispongono di un solo slot per l’arma, mentre in Patapon esisteva un vero arsenale: elmi, armi secondarie, bonus elementali, effetti di stato. Questa semplificazione toglie un certo grado di profondità tattica e rigiocabilità, specialmente in assenza di una mappa del mondo e quindi della possibilità di selezionare livelli specifici per ottenere determinati bottini.

Sul fronte dei nemici, Ratatan propone battaglie contro boss su larga scala, ognuno con attacchi coreografati e (in teoria) sincronizzati al ritmo. Tuttavia, in questa versione preliminare, gli indicatori visivi degli attacchi sono spesso fuorvianti: lo stesso segnale può preludere a un’evocazione di nemici o a un attacco letale a zona, lasciando il giocatore confuso e impreparato. Un nemico finale della demo, in particolare, è un vero e proprio esempio di attacchi troppo veloci e poco leggibili, che rendono inefficace la tempistica ritmica, vero cuore del gioco.

Visivamente incantevole, musicalmente irresistibile

Se sul piano del gameplay ci sono degli aspetti controversi, c’è un ambito dove Ratatan brilla senza riserve: l’estetica. Lo stile grafico, con personaggi stilizzati, colori vivaci e animazioni fluide, è un omaggio esplicito a Patapon, ma aggiornato con un gusto moderno.

Anche la colonna sonora è deliziosa: le tracce musicali sono accattivanti, coinvolgenti, e talmente orecchiabili da rimanere impresse dopo pochi minuti di gioco. Il feeling è quello di essere a capo di una banda musicale surreale, dove ogni comando è una nota in una marcia trionfale. Non è raro ritrovarsi a canticchiare le melodie senza accorgersene.

Accessibile, ma troppo semplice?

Un altro aspetto controverso riguarda la difficoltà. Se siete dei veterani di Patapon potreste ritenere la sfida di Ratatan troppo blanda, mentre altri potrebbero apprezzare l’approccio rilassato del gioco, che permette di “staccare la spina” e godersi il ritmo senza eccessiva pressione. È un titolo che potrebbe attrarre un pubblico più ampio, ma rischia di scontentare i fan hardcore in cerca di una maggiore complessità.

La semplificazione dei comandi rende il titolo accessibile anche ai neofiti del genere, ma riduce le possibilità strategiche nelle battaglie più avanzate. Inoltre, la scelta di limitare l’esercito a soli 9 Cobun è un passo indietro rispetto ai 20 (o più) guerrieri disponibili in Patapon 2.

Una delle sorprese più interessanti della demo è il supporto al multiplayer online fino a 4 giocatori. Tuttavia, l’esperienza è attualmente instabile: al momento ci tocca testimoniare disconnessioni frequenti e tempi di attesa infiniti. Il potenziale è enorme, soprattutto per chi sogna di affrontare boss in compagnia, ma al momento l’implementazione è ancora troppo acerba.

Una melodia da rifinire

Ratatan è un titolo che oscilla tra passato e futuro. Il suo fascino è indiscutibile, e l’essenza di Patapon è lì, sotto nuove vesti. Ma è anche un gioco che, almeno nella sua versione early access, mostra ancora qualche incertezza. Di certo al momento c’è una certa mancanza di contenuti e di pulizia nel gameplay, ma niente di irrimediabile.

Il potenziale è enorme, ma servirà tempo (e feedback della community) per rifinire alcune meccaniche chiave, soprattutto in termini di gestione del personaggio, profondità del combattimento e chiarezza dei sistemi roguelike. Detto ciò, chi ha amato Patapon non può non tenere d’occhio i prossimi aggiornamenti su Ratatan! Non perdete il ritmo!

Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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