Da qualche anno, System Shock è tornato a farsi vedere sui nostri schermi. Tra anniversari e ricorrenze varie, oltre al fatto che l’assenza di BioShock per così tanti anni e un Judas ancora lontanissimo sembrano aver lasciato un cratere per chi amava le opere di Ken Levine, la serie che ha scritto le regole degli immersive sim ha saputo rinascere e farsi conoscere anche dalle nuove leve. 25 anni dopo, tocca anche a System Shock 2.
Non siamo dalle parti dell’imponente remake del primo capitoli della serie, che abbiamo elogiato appena un anno fa. Ma System Shock 2: 25th Anniversary Remaster, appunto, è un appuntamento importante per riuscire a comprendere quanto la serie sia stata importante, e da cosa derivi poi la grandezza del successivo BioShock. E per quanto, ancora una volta, non ci troviamo di fronte a un restauro paragonabile a quello del primo System Shock, c’è da essere più che soddisfatti del lavoro svolto per riportare alla luce questo classico immortale.
Versione provata: PS5.
Il ritorno di un classico senza tempo
System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è l’omaggio di Nightdive Studio, ormai legati alla serie, all’originale capolavoro del 1999. Per chi non lo sapesse, System Shock 2 fu un’opera di enorme influenza nel panorama videoludico: il game design di moltissimi shooter, in particolare, troverà le sue fondamenta proprio nella visionaria produzione di ormai cinque lustri fa, che resero il titolo un vero e proprio gioiello della tecnica, essendo inoltre molto all’avanguardia per i suoi tempi.
Con un aggiornamento tecnico tanto necessario, insieme a una serie di extra, System Shock 2 è ancora un gioco impressionante, anche se, come già si poteva facilmente ipotizzare, alcune delle sue meccaniche innovative appaiono piuttosto antiquate dopo tutti questi anni. Insomma, di acqua sotto i ponti ne è passata, i videogiochi si sono evoluti, e in particolare proprio il genere degli action tridimensionali è quello che ha spinto maggiormente verso il miglioramento.
Ma del resto, che System Shock 2 sia una sorta di base sulla quale poi sono state costruite altre esperienze, è abbastanza palese. Giocandolo, vi potrete rendere conto di quanto il gioco sia stato fondamentale per immaginare quello che poi sarà BioShock di Ken Levine e Irrational Games, tra hacking, registri audio e chiavi inglesi. Prima di Rapture City e della distopia di Andrew Ryan, però, c’era una serie di fantascienza incentrata sulla malvagia intelligenza artificiale SHODAN e su un’astronave atmosferica infetta chiamata Von Braun.
I giocatori vestono così i panni di un soldato affetto da amnesia che si risveglia a bordo della Von Braun, invasa da un’entità psichica che trasforma l’equipaggio in abomini cibernetici contorti. Inizialmente incaricato da un misterioso individuo di ripristinare l’alimentazione di molti dei sistemi principali della nave, il soldato è costretto a combattere in una narrazione piena di inganni, follia e colpi di scena che, oggi, sono piuttosto prevedibili, perlomeno se siete già conoscenti delle opere di Levine.
Pur essendo il precursore di quello che poi sarà BioShock (a proposito, ma il quarto capitolo uscirà prima del nostro pensionamento o possiamo metterci una pietra sopra?), System Shock 2 aveva comunque alcune caratteristiche che lo distinguono da esso. Ad esempio, è molto più un gioco di ruolo, e i giocatori possono modellare il modo in cui il proprio personaggio gioca scegliendone il background. Possiamo ad esempio impersonare un Marine specializzato nel combattimento, oppure un esperto di tecnologia, o ancora un Agente OSA con poteri psionici. I risvolti narrativi successivi forniscono bonus statistici a vari attributi, in alcuni casi determinando l’equipaggiamento iniziale.
Altro elemento distintivo di System Shock 2, che non ci ricordavamo così bene (e forse era appunto un bene) è la difficoltà esagerata. I nemici infliggono danni incredibili e ricompaiono regolarmente, il che rende l’esplorazione molto rischiosa. A volte, anche piuttosto frustrante, specie per il fatto che in questa remaster non è stato fatto uno splendido lavoro per quanto riguarda la funzione di salvataggio automatico, ancora molto limitata.
Il gameplay ruota principalmente attorno al combattimento contro i nemici, alla ricerca di equipaggiamento e all’oggetto o all’obiettivo necessari per progredire. La Von Braun è un’ambientazione avvincente, viva e pericolosissima, grazie alla sua atmosfera e la narrazione ambientale. Possiamo dire che sia anche grazie a System Shock 2 se i mondi di gioco oggi sono così importanti a livello di immersione – del resto, parliamo di uno dei padri del genere immersive sim, al quale Levine ha dato grandissimo contributo.
Parlando invece degli aspetti puramente grafici e tecnici, System Shock 2 è un lavoro abbastanza dignitoso per recuperare questo grande gioco del passato. Ancora una volta, però, la mole di lavoro per il remake del primo System Shock potrebbe farvi confondere: qui non parliamo di una ricostruzione da zero, quanto invece di una riproposizione con migliorie grafiche per adattare un gioco di 25 (quasi 26) anni fa alle piattaforme odierne. Capita quindi anche alcuni elementi, come la musica, facciano sentire il peso degli anni, o che alcune scelte lascino trasparire tutto il tempo e l’evoluzione trascorsi.

Review Overview
Riassunto
La remastere di System Shock 2 ci restituisce un grande capolavoro del passato... con qualche anno di troppo sulle spalle. Era anni luce avanti rispetto ai suoi tempi, ma alcuni dei suoi sistemi non sono invecchiati bene. Tuttavia, con una storia avvincente e un gameplay ancora molto solido, resta una pietra miliare del genere sparatutto che ora i più giovani possono recuperare.
Pro
Un grande gioco ora nuovamente tra noi Pulizia grafica buona Un precursore dei giochi moderniContro
Alcuni elementi sono invecchiati non benissimo Difficoltà fin troppo alta- Giudizio complessivo7.8
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