A tanti – troppi anni di distanza dall’ultimo Digimon Story: Cyber Sleuth (Hacker’s Memory è più un’espansione che un vero e proprio capitolo), la serie torna con un nuovo capitolo decisamente ambizioso sui mostri digitali: la demo, disponibile da poco per tutti gli interessati, esalta un JRPG che promette di dare ai fan dei Digimon tutto quello che sognano da tempo.
Che Digimon sia un brand sfigato, lo sappiamo: i Pokémon, agli albori del 2000, presero subito il sopravvento, e Agumon & Co. non sono mai riusciti davvero a impensierirli. In ambito ludico, tuttavia, proprio i Pokémon stanno vivendo una stagnazione quasi preoccupante da troppi anni, anche se le vendite proprio non accennano a calare – ma questo anche per mancanza di vere alternative. Time Stranger, nuovo capitolo di Digimon Story, difficilmente andrà a impensierire Leggende Pokémon ZA, ma c’è altro da dire: gli intenti, innanzitutto, sono diversi; il brand, inoltre, non ha la potenza di Pokémon. Eppure, questo primo contatto con Time Stranger è davvero incoraggiante.
Senza andare a toccare i dettagli della storia, della quale parleremo in fase di recensione quando avremo un quadro più chiaro (un piccolo appunto: le premesse viste qui sono comunque interessanti, soprattutto quando si parla di una guerra tra i Digimon stessi che si ritrovano confusi su chi si celi dietro i misteriosi attacchi), possiamo tranquillamente affermare che sin dal primo impatto si nota un grande passo in avanti rispetto a Cyber Sleuth, e che il team di sviluppo, perlomeno da quanto abbiamo visto, ha saputo andare a toccare i tasti giusti.
Cyber Sleuth e il suo spin-off Hacker’s Memory, che nella sostanza erano quasi identici, sono stati buoni giochi di Digimon, riportando inoltre il brand nel Vecchio Continente dopo tanto tempo. Non mancavano però ingenuità o addirittura difetti, più o meno grandi. A parte l’assenza della lingua italiana nella localizzazione (spoiler: Time Stranger è tradotto!), i due giochi si distinguevano per solide meccaniche da JRPG a turni in stile Shin Megami Tensei, ma al tempo stesso avevano parecchie mancanze che ne hanno minato la riuscita finale.
In Cyber Sleuth, ad esempio, perdersi era all’ordine del giorno, e non parliamo solo della mappa in sé: il mondo era organizzato in aree connesse tra loro e visitabili entro certi limiti (Time Stranger sembra riproporre questa formula, anche se dai trailer sembra che ci saranno zone con esplorazione più ampia), ma mancavano totalmente punti di riferimento, persino nella storia. In passato, recuperando Hacker’s Memory, ho fatto l’errore di lasciare il gioco a riposo per qualche giorno, visti altri impegni ai quali dovevo dare precedenza. Non l’avessi mai fatto: uno dei grandi problemi di Digimon Story era la totale assenza di un diario o una sorta di vademecum che potesse dare riferimenti all’utente su dove andare, cosa fare o banalmente cosa cercare, lasciandolo in più occasioni in balia degli eventi. Va bene l’esplorazione, ma più di una volta Hacker’s Memory, così come il suo predecessore, hanno fatto arrabbiare, più che incuriosire.
Time Stranger, dal canto suo, sembra aver fatto tesoro di tutte queste problematiche: l’esplorazione è molto più fluida, i difetti citati poco fa non esistono, e altri piccoli accorgimenti come l’attacco istantaneo dei Digimon partner ai nemici, ora visibili (basta premere L2, e più di una volta ciò consente di skippare completamente il combattimento e ottenere comunque PE e i dati dei Digimon sconfitti), accelera non di poco un processo che per molti giocatori diventava un po’ tedioso.
Anche la meccanica di creazione e potenziamento dei Digimon, qui, viene resa più immediata. Non più semplice, in quanto occorre ancora una volta aumentare un Digimon di livello, farlo combattere, scegliere la sua digievoluzione e poi capire se e come potrebbe tornare utile alla causa, oppure farlo de-digievolvere, ma sicuramente più rapido. Mentre in Cyber Sleuth occorreva fare affidamento ai terminali, raggiungere la zona virtuale e accedere ai vari menu, Time Stranger lascia che il giocatore possa gestire tutto attraverso il fidatissimo Digivice, che per l’appunto è stato creato apposta per quello. E allora, usiamolo!
Servirebbe tuttavia un modo per snellire i menu, e renderli più facili da analizzare. Capita di perdersi infatti nelle varie scorciatoie utilizzate dai dev per destreggiarsi nella vastità di voci presenti, e alla lunga può risultare fastidioso o confuso dover tornare all’avventura.
Tutto il resto del gioco, relativamente a questa demo, sembra invece molto solido: i combattimenti offrono effetti spettacolari di luci e colori, le dinamiche ormai classiche di Digimon Story sono state inserite con naturalezza e riproposte, e non vediamo l’ora di scoprire quali saranno le novità del gioco finale, tra cui la possibilità di cavalcare alcuni Digimon. Ci aspettiamo quindi di trovarci di fronte a grandi aree da esplorare, e tanti segreti da scovare.
Il primo contatto con Digimon Story: Time Stranger è a dir poco incoraggiante. Da fan della serie, non possiamo fare altro che incrociare le dita, e darci appuntamento al 3 ottobre per la release del gioco – e lo speriamo grande ritorno dei mostri digitali.
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