A cura di L. Peroni
Dopo il suo grande successo interpretando il “signor Anderson” nel capolavoro del 1999 The Matrix, e passando per le vesti di John Constantine, Keanu Reeves ha saputo farsi amare dal pubblico mondiale per le sue interpretazioni e per la sua indole umile.
E dopo essercelo trovato anche come personaggio virtuale nel videogioco di CD Projekt Red Cyberpunk 2077, possiamo dire con certezza che tutti, almeno una volta nella vita, ce lo siamo immaginato con tutù e scarpe da ballo.
Finalmente, dal mondo di John Wick arriva Ballerina, nel quale Keanu Reeves…
Ok basta alimentare le vostre false speranze.
Non troveremo Keanu Reeves con le scarpette come protagonista di questo nuovo spin off dell’universo di John Wick, diretto da Len Wiseman e scritto da Shay Hatten (scrittore di John Wick 3 e 4), bensì Ana de Armas (Knives Out, Blade Runner 2049, tra gli altri), nei panni di Eve Macarro. Il franchise si sta espandendo, così come il bacino d’utenza desideroso di saperne di più.
Ambientato tra le vicende del terzo e quarto film della saga, Ballerina racconta le vicende della piccola Eve durante il suo addestramento con la Ruska Roma, tribù di cui fece parte anche John Wick stesso, mentre cerca di dare un senso ad accadimenti del suo passato.
Tutto ruota intorno al concetto di “regole e conseguenze”, più volte citato nelle varie iterazioni del brand, tramite il quale agisce e si governa questa società nascosta fatta di contratti, assassini, famiglie e favori dalla quale John ha cercato di uscire, e nella quale viene catapultata una piccola Eve Macarro, che vedremo crescere e venire addestrata dalla Ruska Roma per farne una Kikimora, un’assassina addestrata più a proteggere che ad attaccare.
Eve avrà modo di interagire con facce familiari come Ian McShane nei panni di Winston, il direttore del Continental di New York, con il suo compianto concierge Lance Reddick, e Anjelica Houston come direttrice della Ruska Roma; non mancano volti nuovi per la saga come Norman Reedus (Daniel Pine) e Gabriel Byrne (il Cancelliere).
Se la trama non è la più originale che si sia mai sentita, è pur vero che il perno centrale della saga di John Wick è sempre stato dato dalle sue scene d’azione, crude, fisiche, incessanti una dopo l’altra, che danno un ritmo frenetico al film e una sensazione di non poter mai tirare il fiato.
Anche in Ballerina viene rispettato questo canone, dove in circa 90 minuti vengono condensate sequenze d’azione anche piuttosto lunghe al racconto della storia di Eve, e all’intreccio con le vicende di John Wick 3 e 4.
L’azione è dura, fisica, materiale. I personaggi non si risparmiano colpi l’un l’altro, tra armi da fuoco, bianche, esplosive e improvvisate. Ogni combattimento ha un suo ritmo, una sua coreografia, come un violento balletto — e qui, forse, il titolo del film trova la sua ironica giustificazione. Ana de Armas, già vista all’opera in brevi ma incisive sequenze d’azione in No Time To Die, qui si prende la scena per intero, affrontando scontri corpo a corpo con una determinazione feroce e un’espressività che regge bene anche nei momenti di silenzio.
Ogni scena d’azione è costruita con cura quasi artigianale: lunghi piani sequenza, movimenti di camera fluidi ma mai invasivi, una regia che lascia spazio al corpo e alla fatica, più che al montaggio frenetico da videoclip. Non mancano, ovviamente, gli eccessi stilistici tipici della saga — chiari richiami al gun-fu, salti al limite del credibile e un’estetica iper-stilizzata — ma qui c’è anche una volontà più intima di raccontare la trasformazione interiore di Eve attraverso la violenza che la circonda.
Dal punto di vista visivo, Ballerina non delude. La fotografia, firmata da Kramer Morgenthau, alterna toni freddi e metallici per le scene urbane e notturne — con i consueti neon ormai marchio di fabbrica della saga — a palette più calde e polverose durante i flashback o le sequenze ambientate nei territori della Ruska Roma. Il contrasto visivo aiuta a distinguere i mondi interiori ed esterni di Eve, offrendo allo spettatore un’esperienza estetica coerente e coinvolgente.
Ogni location sembra progettata per essere non solo uno sfondo, ma parte integrante dell’azione: corridoi angusti, teatri decadenti, stanze rosso sangue e cattedrali sconsacrate diventano campi di battaglia tanto quanto simboli visivi del mondo sotterraneo in cui si muove la protagonista. È una danza mortale, un rituale coreografato in cui ogni luce, ombra e riflesso ha un significato.
In definitiva, Ballerina è esagerato, stiloso, volutamente sopra le righe — e proprio per questo, irresistibilmente divertente. Non cerca di reinventare la ruota, ma si incastra perfettamente nel mosaico narrativo e visivo dell’universo di John Wick, arricchendolo con una nuova prospettiva e una protagonista che sa prendersi il proprio spazio. I 90 minuti scorrono veloci, tra proiettili, passi di danza letali e inquadrature da graphic novel: lo spettatore viene trascinato in un turbine d’azione in cui è impossibile annoiarsi. Un degno spin-off, che non tradisce le aspettative e anzi, le abbraccia con un sorriso complice e una pistola carica.

Review Overview
Riassunto
Ballerina è esagerato, stiloso, volutamente sopra le righe — e proprio per questo irresistibilmente divertente.
- Giudizio complessivo3.75
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