Home Cinema Storia e gloria dei cinepanettoni | Gli anni 2010 e oltre: il declino senza fine

Storia e gloria dei cinepanettoni | Gli anni 2010 e oltre: il declino senza fine

Abbiamo assistito ai primi, timidi tentativi di costruire un franchise natalizio a base di comici. Abbiamo parlato dell’epoca delle sperimentazioni, quella dove gli sceneggiatori e gli studi amavano idee un po’ fuori dalla norma. Abbiamo raccontato l’esplosione del fenomeno nel 2000 e il clamoroso divorzio tra De Sica e Boldi, che non ha comunque fermato il genere. Ma come ogni bella cosa, anche per i cinepanettoni arrivò il momento di un declino che oggi, ormai, si è concluso. Proprio come il filone stesso dei cinepanettoni.

Avevamo lasciato i due padri del genere in due situazioni opposte. De Sica, che aveva sposato la causa dello storico produttore De Laurentiis, era sinonimo di incassi sempre altissimi, un successo assicurato; Boldi, dall’altra parte, era andato da Medusa con la prospettiva di dare grandi soddisfazioni alla casa produttrice, soddisfazioni che in realtà non sono mai davvero arrivate. Ma mentre tutto, almeno per De Sica, sembrava potesse andare per il verso giusto, le cose erano in realtà vicine a un capolinea quasi impensabile fino a pochi anni prima.

Per cavalcare i Mondiali di calcio del 2010, nello stesso anno De Sica, Ghini, Giorgio Panariello e Belen Rodriguez sono i protagonisti di Natale in Sudafrica. Due fratelli, loschi affari, diamanti falsi, giri di soldi, bellezze esplosive, equivoci. Insomma, le solite cose, la solita formula e, ovviamente, le solite critiche – critiche che, in realtà, iniziavano a essere molte.

Dall’altra parte, il copione cambia molto poco. A Natale mi sposo è la nuova commedia con Boldi e Vincenzo Salemme, ma non si riesce proprio a trovare una spalla comica per l’artista milanese – oltre al solito Biagio Izzo, che non riuscirà però mai a raggiungere l’ex partner di una vita. L’anno dopo è la volta di Matrimonio a Parigi, ricordato per l’improbabile parrucca di Massimo Ceccherini, ma nel frattempo anche Sky Italia si era lanciata nel settore: lo stesso anno arriverà Un Natale per due con Enrico Brignano e Alessandro Gassmann, quella che appare come una semplice commedia più che un vero e proprio cinepanettone – al di là dell’ambientazione, chiaramente.  De Sica, intanto, risponde con Vacanze di Natale a Cortina, quasi un ritorno al passato che, però, non funziona quanto sperato.

E da qui, chiaramente, la macchina perfetta dei cinepanettoni inizia a scricchiolare. Se neppure il film con Christian De Sica, ormai da due decenni il sinonimo stesso dell’italiano medio per il Natale, riesce a incassare abbastanza per fare felici i produttori, significa che c’è un problema. Così, per la prima volta da tanto tempo, De Sica si prende una pausa. Una storica pausa. Stop ai cinepanettoni, si va a lavorare ad altri progetti come Il principe abusivo e Colpi di fulmine, con molti film che coinvolgono nuovamente Neri Parenti e i Vanzina ma che si allontanano dalle feste di Natale. Un cambiamento epocale, che segna l’evidente declino di un franchise.

Mentre l’attore romano tornerà solo nel 2015 con Natale ai Caraibi, quello che è considerato l’ultimo cinepanettone principale degli anni ’10, Boldi invece cerca di approfittare della scarsa concorrenza. Arrivano così Ma tu di che segno 6? (2014), Matrimonio al Sud (2015), Un Natale al Sud (2016) e Natale da chef (2017), tutte deboli prove di un genere ormai in decadenza.

La disperazione è evidente, così come la totale assenza di un’idea, o della semplice voglia di provare a fare qualcosa di differente. E mentre Netflix si lancia (tardissimo) nel genere con l’imbarazzante Natale a 5 stelle nel 2018, che prova a recuperare un Massimo Ghini che probabilmente neanche voleva essere lì, solo pochi mesi prima Aurelio De Laurentiis aveva chiesto a Paolo Ruffini di dirigere Super vacanze di Natale, il cinepanettone definitivo che in realtà è un semplice taglia-e-cuci di varie clip prese dai vecchi film degli anni ’80, ’90 e 2000 senza alcuna continuità ma col solo intento di riportare gli appassionati in sala per questo evento epocale. In pratica, l’Avengers: Endgame dei cinepanettoni.

Flop epocale: un incasso totale di 392 mila euro, forse il più grande disastro a livello commerciale per il genere – anche se i costi di produzione, che probabilmente si aggirano intorno ai 10-15 euro al massimo, hanno mitigato i danni.

Persino Boldi e De Sica, totalmente estranei al progetto e neppure interpellati in merito, criticarono l’operazione commerciale, che si scontrò peraltro contro i film “rivali” dei due attori in sala nello stesso momento: il già citato Natale da Chef per il primo, Poveri ma ricchissimi per il secondo. Dopo questa debacle, con tanto di lamentele da parte degli stessi attori che hanno fatto grande il genere, il coccodrillo dei cinepanettoni arrivò. Il declino inesorabile si manifestò come una doccia gelata per i produttori, che forse troppo tardi si sono resi conto del disastro compiuto schiacciando il cinepanettone alle rigide logiche dell’incasso compulsivo. E, ovviamente, facendo perdere tutta l’ispirazione del passato.

I film del filone erano nati non solo per strappare una sana risata al pubblico in tempo di feste, ma anche per raccontare l’Italia di un tempo, offrire uno spaccato della società (ricordate come abbiamo raccontato Vacanze di Natale del 1983?), portare le persone a osservare le gioie e le contraddizioni del mondo di quell’epoca. Ora, semplicemente, erano altro. Commedie volgari senza alcuna passione, né per gli artisti coinvolti (piegati al dio denaro che, comunque, è sempre utile) né tantomeno per il pubblico, che dopo ormai 15 anni di copioni riciclati si sentiva sempre più preso in giro.

Eppure, dopo il 2017 c’è stato anche altro. Innanzitutto, impossibile non citare la storica pace tra De Sica e Boldi dopo anni di guerra, che torneranno insieme nel 2018 con il film Amici come prima – titolo che chiaramente si rifà anche alla loro travagliata storia artistica. Pur essendo arrivato a Natale, però, per le tematiche e le ambientazioni il film non rientra nei canoni stilistici dei cinepanettoni (troppo profondo per questo genere), e dunque l’appuntamento è rimandato al 2020 con quello che ancora oggi, grazie al cielo, è l’ultimo cinepanettone del cinema italiano: In vacanza su Marte. Il film che doveva portare il Natale nel futuro, raccontare un mondo dominato da viaggi interplanetari, conditi naturalmente da ogni sorta di equivoci, battute spinte e la classica, irrinunciabile commedia di De Sica e Boldi, pronti a riprendersi il trono delle festività grazie anche all’utilizzo della tecnologia Volume, utilizzata da Disney per serie tv come The Mandalorian. Il film che voleva osare.

Risultato: una pellicola oscena, sotto tutti i punti di vista. Distribuito in digitale per la pandemia di COVID-19, In vacanza su Marte generò aspre critiche non solo al film, con sceneggiatura e personaggi al limite del ridicolo (Boldi è il figlio di De Sica finito in un mini buco nero che lo ha fatto invecchiare istantaneamente, una trama degna di un Christopher Nolan che ha appena ingerito funghi allucinogeni dopo aver mangiato 5 kg di peperonata), ma anche ai due storici volti del cinema italiano, Boldi e De Sica, che per qualche strano motivo, dopo aver tentato una sorta di rilancio artistico delle proprie carriere, si ritrovarono a recitare in questa orripilante sequenza di scene appiccicate con la colla vinilica e battute degne di bambini delle elementari.

Il genere dei cinepanettoni, ormai, era morto. Forse in futuro tornerà, chissà. Per ora, però, quella su Marte è stata l’ultima avventura di un genere che ha dato tanto al cinema italiano, ma forse non nel verso giusto.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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