La squadra mobile e la Questura di Torino hanno arrestato il noto tiktoker Said Alì, anche noto come Don Alì sulla piattaforma. Il 24enne, nei giorni scorsi, si è reso protagonista di aggressione in diretta streaming, con tanto di diffamazione nei confronti di un maestro delle scuole elementari.
In un video girato nel quartiere Barriera di Milano si vede il giovane aggredire verbalmente il maestro di una scuola elementare della città, accusandolo di aver maltrattato un alunno. Don Alì e altri due compagni hanno accerchiato e minacciato l’insegnante, che aveva denunciato l’accaduto alla Procura.
La misura cautelare per “atti persecutori” Don Alì viene ritenuto responsabile di atti persecutori ai danni dell’insegnante e per lo stesso reato è stato disposto l’obbligo di firma per un 24enne e un 27enne torinesi, suoi presunti complici. L’influencer, che vanta centinaia di migliaia di follower su TikTok, è stato individuato mentre era nascosto nelle cantine di un palazzo a Barriera di Milano. Dopo un breve inseguimento, è stato bloccato e portato in questura.
Don Alì non è nuovo ad atti persecutori e ai limiti della legalità – se non anche oltre tali limiti. Nel video incriminato, l’aggressione era stata ripresa con il telefono e pubblicata su Instagram in forma di reel, con didascalie che definivano il docente “pedofilo”.
Il tiktoker aveva pubblicato anche spezzoni di un’intervista televisiva alle Iene in cui, raccontando la vicenda, auspicava che venisse “punito” chi abusa dei bambini. Successivamente, aveva di nuovo minacciato l’insegnante: “E se la prossima volta abusi un bambino, finirà molto peggio!”. Il docente aveva cominciato a soffrire di uno stato d’ansia certificato, con ripercussioni sulla sua quotidianità; da lì, l’uomo ha sporto denuncia.
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