Nel corso degli anni, la saga di Assassin’s Creed ha regalato ai fan protagonisti memorabili. Tutto ebbe inizio nel 2007 con Desmond Miles, il primo volto della serie, presente nei capitoli iniziali fino alla sua morte in Assassin’s Creed III.
Oggi, a distanza di oltre un decennio, arriva la conferma ufficiale: la scelta di uccidere Desmond non fu casuale, ma una decisione strategica per salvare la serie:
Dovevamo semplificare una trama troppo complessa.
Durante un’intervista al podcast FRVR, il direttore creativo di Assassin’s Creed III, Alex Hutchinson, ha spiegato che la morte di Desmond fu necessaria per evitare che la narrativa diventasse troppo complicata e alienasse il pubblico mainstream:
Non volevamo che Assassin’s Creed diventasse una sorta di culto del ‘lore’, dove i fan si correggono a vicenda dicendo ‘ma 17 anni fa in quel gioco era successo questo.
Fino al terzo capitolo, infatti, molti giocatori avevano criticato la serie per la narrazione sempre più intricata e difficile da seguire. Dopo il successo di Assassin’s Creed II, Ubisoft aveva pubblicato Brotherhood e Revelations per sfruttare la popolarità di Ezio Auditore, trasformando di fatto la trilogia di Desmond in qualcosa di diverso.
Con Assassin’s Creed III, Ubisoft decise di chiudere l’arco narrativo di Desmond Miles, permettendo alla saga di rinnovarsi e raggiungere un pubblico più vasto. Nonostante le forti polemiche dei fan, il gioco superò i 12 milioni di copie vendute, confermando la validità della scelta dal punto di vista commerciale.
Successivamente, la casa francese riconquistò il consenso del pubblico con personaggi come Edward Kenway di Assassin’s Creed IV: Black Flag, considerato insieme a Ezio uno dei protagonisti più amati dell’intera serie.
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