Home Videogiochi Crash Team Rumble fa gli stessi gli errori di Team Racing (e anche peggio)

Crash Team Rumble fa gli stessi gli errori di Team Racing (e anche peggio)

Dopo un mese circa dall’uscita di Crash Team Rumble, è ora di raccogliere le idee e fare un resoconto su quello che sin dall’annuncio ufficiale è apparso come un titolo incapace di avere presa sulla community. Dispiace dirlo, anche a causa del legame che sempre abbiamo avuto con la saga di Crash Bandicoot, ma ci avevamo visto lungo: Crash Team Rumble è già un serio candidato per entrare nella flop di fine anno. Commercialmente parlando, sia chiaro.

Nel suo essere un’esperienza inedita e innovativa, perché di questo si tratta, Crash Team Rumble ha saputo dare in pasto ai fan della saga del marsupiale arancione un titolo divertente, con personaggi studiati nei dettagli e una serie di partite mordi-e-fuggi perfette anche solo per trascorrere una mezz’ora di relax – mettendo in conto tempi lunghissimi per il caricamento iniziale che a momenti ci hanno ricordato Crash Bandicoot: L’ira di Cortex, e forse siamo di fronte a un omaggio che non abbiamo capito.

Il problema, piuttosto, è che se da un lato il progetto sembrava aver convinto molto poco i fan di Crash (una serie che non è così forte come Activision pensava, come hanno dimostrato i numero di It’s About Time), dall’altro abbiamo anche una software house, Toys for Bob, che sembra non aver fatto in alcun modo tesoro delle problematiche che già avevamo segnalato a più riprese sull’ottimo Crash Team Racing: Nitro Fueled del 2019 – unico punto a favore: stavolta le stagioni durano abbastanza tempo e non costringono a una corsa contro il tempo per ottenere gli oggetti.

Sembra incredibile, specie per il fatto che la community si è espressa e lamentata in così tante occasioni, eppure gli errori sono sempre i soliti: a fronte di un gameplay studiato quasi alla perfezione, il resto del gioco ha il sapore di un’operazione troppo superficiale, lanciata sul mercato senza un piano preciso di supporto e col solo scopo di… No, non si sa bene quale fosse lo scopo. Ma mentre CTR Nitro Fueled nel 2019 poteva perlomeno vantare una quantità enorme di contenuti (poi aumentati anche troppo velocemente nei pochi mesi di supporto), Crash Team Rumble appare già ora desolante.

La questione relativa alle mappe e ai personaggi è facilmente superabile: solo nella stagione 1, che si concluderà a settembre, arriveranno Ripper Roo e N. Gin, che si uniranno al roster attuale. Il secondo evento stagionale, salvo sorprese, dovrebbe essere dedicato all’universo di Spyro, probabilmente per accompagnare l’annuncio di Spyro 4 per il prossimo anno – che sarà l’anno del drago in Cina, pensa un po’ le coincidenze. Ma di fronte a certe ingenuità, perché di questo si tratta, viene davvero da chiedersi come sia possibile che il CTR che abbiamo tra le mani sia frutto di quasi tre anni di lavoro, intervallati comunque dai contributi di Toys for Bob su Call of Duty.

La mancanza di modalità alternative all’unica presente (non possiamo considerare valide alternative le lobby private e gli allenamenti contro i bot) è già di per sé una cosa gravissima, anche se apparentemente figlia di una politica di Activision che sempre più spesso vuole decidere come e dove convogliare la community. Lo abbiamo visto con gli ultimi anni di Call of Duty, dove le playlist sono fisse e la rotazione delle mappe è decisa a priori dal gioco e non dai giocatori. E sempre da Call of Duty, che in questo campo sembra aver faticato tantissimo di recente, viene ereditata sfortunatamente l’assenza di una modalità classificata, di un reale sistema di progressione (i personaggi si fermano al 15, il battle pass si azzera di stagione in stagione) e di varietà.

Ma anche in quelle che possono essere considerate piccolezze, a dire il vero, Crash Team Rumble capitombola di fronte ai suoi competitor, se di competitor si può parlare. Toys for Bob sembra pronta ad avviare settimanalmente piccoli eventi che concedono bonus dopo aver completato delle sfide, eppure questi eventi non possono essere consultati mentre ci si trova in lobby. Lobby che già oggi, meno di un mese dopo l’uscita, presentano non raramente problemi di matchmaking, netcode ballerino e soprattutto bot, tanti bot che devono riempire un vuoto cosmico di utenti.

Giocare a Crash Team Rumble è divertente, su questo vogliamo rassicurare molti detrattori. L’idea di base è apparentemente banalissima, ma gli sviluppatori sono riusciti a rendere variegata ed esaltante ogni partita con l’intento di spingere i giocatori ad accumulare centinaia di match e milioni di frutti Wumpa – anche se non c’è un sistema di statistiche, quindi non potrete soddisfare la vostra possibile curiosità. Un sistema di questo tipo, tuttavia, è tipicamente da videogioco free to play, cosa che CTR non è. E forse parte del suo insuccesso, perché di insuccesso si parla, è causato anche da questo.

Nel mezzo di scelte molto discutibili, come la palese scarsità di medaglie da vincere in partita o il fatto che la scelta del miglior giocatore appaia spesso come completamente sbagliata o incomprensibile, si nasconde infatti chiaramente l’anima di un F2P che, per qualche strano motivo (forse tentare di fare qualche soldo in più), ha cambiato la sua modalità di fruizione, con risultati fallimentari. Perché anche a fronte del prezzo budget di 30 euro, il livello di interesse da parte della community è rimasto sotto la suola delle scarpe.

Una follia. Semplicemente una follia. Eppure, lo si vede chiaramente anche dai numeri che Crash Team Rumble fa registrare sui social e le piattaforme di streaming, davvero impietosi. Su Twitch, per fare un esempio, si toccano picchi minimi di 9 spettatori (lo abbiamo verificato nella mattinata del 13 luglio), e picchi molto altalenanti ma intorno ai 300 spettatori – a luglio, solo in due occasioni ha superato questo numero. Trecento utenti che guardano partite di CTR a meno di un mese dalla sua uscita, divisi tra alcuni nomi che ancora non demordono (Canadian Guy su tutti, mentre in italia abbiamo anche ZeroDx e Crash Bandicoot Zone) ma che molto presto probabilmente si arrenderanno.

Ma non solo: osservando i video e le interazioni, il pubblico ha via via perso di interesse in CTR da gennaio in avanti, quando prima, parlando di circa un anno fa, la fanbase sembrava davvero molto interessata a questo promettente titolo. Un problema che non si era minimamente presentato con Crash Bandicoot 4: It’s About Time, il cui gameplay è stato preso e sensibilmente migliorato per Crash Team Rumble. Il problema è che in pochi se ne accorgeranno, e ancora meno lo apprezzeranno. Dopo meno di un mese, CTR appare già sul viale del tramonto.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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