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Da Arx Fatalis a Prey, celebriamo i 20 anni di Arkane Studios | Speciale

Se c’è una software house che raramente è riuscita a raccogliere quanto seminato, questa è Arkane Studios. Talentuoso studio francese inaugurato nel 1999 a Lione da Raphael Colantonio, da sempre Arkane Studios si contraddistingue per una vena artistica, un’autorialità di fondo che ritroviamo in tutte le sue opere e che, nel corso di questi 20 anni, è riuscita a dar forma ad alcuni dei più importanti videogiochi del panorama.

Arkane è stata fondata nel 1999 con una missione: creare quel genere di giochi speciali che ci appassionava. Giochi con mondi altamente dettagliati in cui l’esperienza di gioco fosse incentrata su scelte e conseguenze.

Così Colantonio, ex-presidente di Arkane che ha deciso di lasciare lo studio nel 2017 per trascorrere più tempo con la famiglia, spiegava pochi anni fa al mondo cosa significava essere Arkane Studios, le filosofie alla base dello studio e le motivazioni che hanno sempre spinto gli sviluppatori ad andare avanti: la passione.

E se c’è qualcosa che non è mai mancato, alle produzioni di Arkane Studios, è proprio la passione, così come anche la voglia di sperimentare e stupire. Forse i videogiochi usciti dalla fabbrica dei sogni di Lione non saranno capolavori indiscussi del mondo videoludico, trovando ad esempio nella loro struttura una costante derivazione da grandi opere del passato che hanno indiscutibilmente condizionato gli sviluppatori. Allo stesso modo, però, parliamo di un team che è riuscito a plasmare alcuni videogiochi indimenticabili, e IP che hanno segnato e continuano a segnare la storia dei giocatori.

dishonored 2

Fantasia al potere

E pensare che tutto era nato intorno al 2000, quando Arkane si mette al lavoro su quello che sarà il suo primo videogioco dal titolo Arx Fatalis. Videogioco ormai dimenticato – sorpresa: lo potete ricevere gratuitamente in questi giorni, qui trovate i dettagli – questo action GDR iniziava a porre alcune fondamenta che poi saranno considerate marchi di fabbrica di Arkane, come la visuale in prima persona. Ma l’elemento sul quale gli sviluppatori lavorano maggiormente, in quello che aveva tutta l’aria di essere un banco di prova per questa neonata software house, era la libertà di scelta. Il giocatore, nel corso dell’azione, veniva messo più volte di fronte alla possibilità di variare il proprio approccio e le decisioni intraprese, che finivano col modificare, talvolta radicalmente, l’esito finale della storia.

Certo, lavorare in questo modo non è sempre stato facile. Dopo Dark Messiah of Might & Magic, altro action GDR fantasy e spin-off della celebre serie, Arkane affianca 2K Marin per lo sviluppo dell’imponente BioShock 2, dovendo naturalmente sottostare a certe rigide regole. Sebbene gli sviluppatori siano riusciti a ricreare il fedele spirito originale del gioco e un gameplay nel quale il tocco dei ragazzi francesi si sente eccome nello stile e nel design, quello di BioShock non è un franchise partorito dalle loro menti. Serve qualcosa di diverso, qualcosa di più importante, qualcosa di nuovo, che abbia su di sé l’inconfondibile marchio di una software house che sente di aver ormai raggiunto la maturità.

E così, nel 2010, dopo aver terminato i lavori su BioShock 2, ecco che ZeniMax Media inizia a interessarsi alla software house di Colantonio. Sbalordita dalle potenziali capacità del team e dai visionari progetti, in pochi mesi ZeniMax entra in pieno possesso di Arkane Studios, che va quindi ad affiancare gli altri studi nella scuderia di Bethesda insieme a nomi come id Software, i creatori di DOOM e Quake, e un altro neonato team di sviluppo chiamato MachineGames al quale venne affidato il rilancio del franchise di Wolfenstein, operazione avvenuta con risultati straordinari. Anche Arkane, ovviamente, non voleva e non poteva essere da meno, e allora ecco che, raggiunta una certa tranquillità finanziaria e la libertà creativa di cui avevano bisogno dopo aver lavorato per Ubisoft e 2K, sforna nel 2012 quello che è probabilmente il suo gioco più conosciuto: Dishonored.

Meritava di più

Rifacendosi a capisaldi del genere immersive sim, come System Shock, e alle esperienze pregresse tra Dark Messiah e BioShock 2, Arkane confezionò uno dei videogiochi stealth più importanti della passata generazione, coniugando un variegato gameplay con un level design mostruosamente complesso. Una cosa che, complice l’arrivo della nuova generazioni di console e le performance possibili, venne ulteriormente accentuata in occasione di Dishonored 2 nel 2016, un altro trionfo per Arkane Studios. Questo, quantomeno, dal punto di vista della critica. Perché se c’è un ulteriore filo conduttore che unisce tutte le produzioni della casa francese, oltre a un’autorialità che si è pronunciata e consolidata sempre più col passare del tempo, è quello per cui Arkane non è (quasi) mai riuscita a ottenere quel che si meritava.

Prendiamo l’esempio di Prey, un maestoso immersive sim pubblicato nel 2017 e ultima produzione di Arkane (tralasciando Dishonored: La morte dell’Esterno, spin-off della serie di Corvo). Premiato in lungo e in largo dalla critica, visto dai giocatori come il degno successore spirituale di quel BioShock che da troppo tempo ha abbandonato i nostri schermi, Prey, nonostante la natura multipiattaforma, ha avuto un discreto responso alle vendite, quasi a evidenziare ancora una volta che, proprio come accaduto con Dishonored, i giocatori non riescono a riporre sufficiente fiducia nello studio di Lione. Gli ultimi dati di vendita a cui siamo riusciti ad avere accesso risalgono addirittura al gennaio 2018, quasi un anno dopo l’uscita del gioco, e sono impietosi: meno di 1.5 milioni di copie, per un titolo che, invece, meritava ben altro, e che forse con questi ricavi è riuscito a malapena a coprire i costi di sviluppo per un gioco molto ambizioso.

Al contrario di altri franchise di Bethesda che hanno sempre fatto centro al “botteghino” come Fallout e The Elder Scrolls, i giochi Arkane non sembrano avere molto appeal. Perché? Bella domanda, è un quesito che anche noi ci poniamo ogni volta che entriamo in contatto con una novità legata al mondo di Arkane, ed è una delle grandi stranezze del mondo dei videogiochi, spesso incomprensibile nelle dinamiche del mercato. La fiducia di ZeniMax in questo studio, se non altro, sembra ancora intatta, e lo dimostra il nuovo ambizioso progetto chiamato Deathloop del quale speriamo di avere notizie già nel corso del Summer Game Fest che si terrà in questi mesi. E chissà che sia proprio Deathloop, misterioso ma già ambito gioco degli ex di Raphael Colantonio, il gioco che consacrerà finalmente Arkane come una delle grandi del panorama videoludico…

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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