Death Stranding 2 è stato accolto dalla critica e dai fan come una delle esperienze più ambiziose e originali degli ultimi anni, già considerato da molti un candidato al titolo di Game of the Year. Tuttavia, per il suo creatore Hideo Kojima, il sequel non rappresenta ancora l’apice del suo lavoro.
In un’intervista concessa a Rolling Stone, il game designer giapponese ha dichiarato di considerare il secondo capitolo «soltanto okay» con il senno di poi, pur promettendo che il prossimo lavoro saprà raggiungere un nuovo livello di realismo e qualità.
Fin dal primo Death Stranding, Kojima ha espresso il desiderio di rendere l’esperienza il più naturale e realistica possibile. All’epoca, i limiti tecnologici impedirono di raggiungere appieno quell’obiettivo, pur consegnando un prodotto visivamente innovativo. Con Death Stranding 2, il team ha fatto un ulteriore passo avanti grazie al motore Decima e all’utilizzo di tecniche avanzate di machine learning per la scansione digitale dei volti.
Guardando a Death Stranding 2, penso che sia okay. Ma il mio prossimo progetto voglio che sia ancora più realistico.
Se il creatore resta critico verso il proprio lavoro, i giocatori sembrano pensarla diversamente: molti hanno sottolineato come il livello di dettaglio di ambienti e personaggi renda spesso difficile distinguere tra gioco e realtà.
Questa apparente distanza tra la visione di Kojima e l’impressione del pubblico non fa che accrescere l’attesa per un eventuale Death Stranding 3, che secondo le promesse del suo autore potrebbe rappresentare la vera consacrazione della saga.
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