Home Videogiochi Non sopporto più i GDR | In verità vi dico…

Non sopporto più i GDR | In verità vi dico…

Sto per arrivare al limite della sopportazione umana. Genere da me molto amato, che ha fatto parte della mia storia di giocatore sin dall’alba dei tempi insieme ai platform, il Gioco di Ruolo sta per saturare la mia voglia di mandare avanti un titolo appartenente a questa categoria. Ci siamo quasi: non sopporto più i GDR.

Già immagino le vostre dita che scalpitano su smartphone, tablet o computer, qualsiasi sia il device che state utilizzando per leggere queste righe. Ma permettetemi di fare un po’ di ordine, e di farvi capire il significato della mia estrema sentenza, che volutamente ingigantisce la mia situazione che definirei “problematica” con i GDR. Da quasi 20 anni ho a che fare con giochi di questo tipo, di stampo classico, giapponese o più prettamente action, cosa che si sta sviluppando molto di più negli ultimi anni e che sta regalando, a mio avviso, le più grandi soddisfazioni di questa generazione. Sono ancora impressi nella mia memoria capolavori come Baldur’s Gate, EverQuest, Star Wars: Knights of the Old Republic, o anche la trilogia di Mass Effect targata BioWare, tra i maggiori esperti al mondo in questo campo. E proprio in questi giorni, spinto dalla mia fame videoludica in concomitanza con le vacanze, sto procedendo a gambe levate in The Witcher 3: Wild Hunt, gioco del quale recuperai una GOTY Edition lo scorso anno ad un prezzo imbarazzante e che, col senno di poi dato che solo in questi mesi ho avuto modo di giocarci seriamente, merita tutte le lodi del mondo. Mi sono ripromesso di proseguire anche con Skyrim VR, gioco che ho anche recensito (senza completarlo, in quanto “semplice” porting per il visore di realtà virtuale) e che merita ancora molte attenzioni nonostante i 5 anni di età sulle spalle. E ancora da scartare ho Mass Effect: Andromeda, altro GDR action; spero inoltre di avere a disposizione Monster Hunter: World nel corso di questo mese, per parlarne insieme a voi; mentre sulla lista della spesa, invece, capeggia trionfante uno dei prossimi acquisti che non può mancare nella libreria di un fanatico dei videogiochi: The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

uagna zelda

È un periodo estremamente florido per il genere GDR (cito anche Final Fantasy XV lo scorso anno, ma pure Assassin’s Creed: Origins e The Division, quest’ultimo con molte riserve), eppure come ho detto in apertura sto raggiungendo il limite massimo di sopportazione di questi giochi. Perché, direte voi, considerando che il prossimo anno uscirà anche un JRPG action che attendo più o meno dal 2005 e che risponde al nome di Kingdom Hearts III. La risposta a questo curioso quesito va ricercata nella seguente parola, intrisa di significato e che molti di voi capiranno all’istante centrando il punto della questione: la durata.

Per portare a termine la sola campagna principale di uno di questi videogiochi, se ben ci pensate, occorrono decine e decine di ore, che diventano nella maggior parte dei casi centinaia nel caso decidiamo di intraprendere la strada di quest secondarie e dungeon segreti. Prendiamo il solo esempio di The Witcher 3, gioco che come ho detto anche poco fa ritengo tra i più importanti videogiochi di questa generazione e non solo. Mi ritrovo, senza fare spoiler, più o meno a metà della storyline di Geralt di Rivia in questo capitolo, e tra missioni principali, quest secondarie, taglie, cacce al tesoro e chi più ne ha più ne metta, avrò già speso una quantità indecrifrabile di ore. Ed essendo a metà dell’opera, dovendo poi completare anche le espansioni Blood and Wine e Hearts of Stone, non oso immaginare quante altre dozzine di ore mi serviranno per terminarlo. Mettiamoci poi in mezzo gli altri impegni, lavorativi (anche per Uagna, ovviamente) e non (ho avuto la malsana idea di iniziare alcuni giorni fa Metal Gear Solid V: The Phantom Pain… Sì, ho proprio la mania dei giochi interminabili), e capirete che portare a compimento al 100% un gioco di questo tipo, oggi, non è più assolutamente nelle mie possibilità. Ed è proprio per questo che non sopporto più i GDR per quanto siano meravigliosi. È perché so già che, iniziandone uno qualsiasi, so di non poter loro dedicare il tempo che meriterebbero, e questo mi manda in bestia. So già che Breath of the Wild, per me, sarà una croce e delizia. Un capolavoro che mi toccherà gustare in maniera esageratamente spezzettata.

Sarà anche per questo che negli ultimi tempi prediligo maggiormente giochi mordi-e-fuggi alla Super Mario Odyssey (un paio di Lune al giorno non fanno mai male, e non impiegano poi così tanto tempo nella ricerca), alla Call of Duty: WWII in multiplayer in compagnia degli amici, o di qualche sfida a Sapere è Potere o a caccia delle poche reliquie mancanti su Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back. Sarà per questo, certamente, ma nel profondo sento che la cosa mi dà molto fastidio, perché da amante dell’intero mondo videoludico esistono alcuni videogiochi che non posso esimermi dal provare, vedasi anche Divinity: Original Sin 2 che è stato eletto come uno dei migliori indie di quest’anno e tra i migliori GDR insieme a Zelda e Persona 5 (ahimé, altro gioco da fare prima o poi!), o Xenoblade Chronicles 2, altro must have per possessori di Switch. Vorrei sapere se questa mia sensazione, questo mio “problema”, è comune anche a voi. Purtroppo, il paradosso che stiamo vivendo è che più i videogiochi migliorano e diventano imponenti, più diventano ingiocabili per la maggior parte delle persone, specialmente di coloro che amano spaziare tra molti generi e che per vari motivi non possono trascorrere più di 3/4 ore al giorno davanti ad uno schermo, cosa che occorrerebbe fare di fronte a titoli dalla profondiità infinita come The Witcher o dalle possibilità illimitate come Zelda. Il costo di un capolavoro è anche questo: bisogna goderselo tutto d’un fiato, fino in fondo, per essere apprezzato in ogni minimo dettaglio senza perdersi nulla. Ed è qualcosa che non riesco più a fare, per multiple ragioni.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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