Nelle ultime ore Sony ha annunciato un nuovo aumento dei prezzi per il servizio in abbonamento PlayStation Plus, che interesserà l’Australia e diverse altre regioni globali a partire dal 16 aprile 2025. L’incremento, che varierà di qualche dollaro a seconda del livello dell’abbonamento, è stato giustificato con l’impatto delle “condizioni del mercato globale”.
Negli ultimi anni, il costo di PlayStation Plus è salito progressivamente, spinto soprattutto dall’inflazione. Per chi utilizza il servizio per accedere al multiplayer online, resta una scelta praticamente obbligata. Tuttavia, gli utenti occasionali, ossia quelli che sfruttano l’abbonamento per accedere al catalogo giochi o scaricare i titoli mensili gratuiti, potrebbero riconsiderare la propria sottoscrizione.
I nuovi iscritti vedranno applicati i nuovi prezzi già dal 16 aprile 2025, mentre per gli abbonati attuali (che non abbiano un piano prepagato) l’aumento scatterà a partire dalla prima data di rinnovo successiva al 24 giugno 2025.
Va segnalato che eventuali modifiche all’abbonamento (come upgrade, downgrade o estensioni) attiveranno immediatamente i nuovi costi.
Ecco i nuovi prezzi di PlayStation Plus in Australia dal 16 aprile 2025:
PlayStation Plus Essential
- 1 mese – AUD $12,95
- 3 mesi – AUD $35,95
- 12 mesi – AUD $102,95
PlayStation Plus Extra
- 1 mese – AUD $20,95
- 3 mesi – AUD $59,95
- 12 mesi – AUD $187,95
PlayStation Plus Deluxe
- 1 mese – AUD $23,95
- 3 mesi – AUD $70,95
- 12 mesi – AUD $214,95
Gli utenti australiani noteranno quindi aumenti compresi tra 1 e 2 dollari per ciascun livello di abbonamento, un incremento contenuto rispetto a quanto visto in altri Paesi. Ecco la lista di tutte le zone che subiranno l’aumento del listino:
- Corea del Sud
- Singapore
- Malesia
- Tailandia
- Indonesia
- Argentina
- Cile
- Colombia
- Bolivia
- Panama
- El Salvador
- Honduras
- Messico
- Paraguay
- Uruguay
- Costa Rica
- Perù
- Ecuador
- Guatemala
- Nicaragua
Resta alta l’attenzione su possibili nuovi adeguamenti, soprattutto in seguito a dinamiche di mercato statunitensi e a eventuali tensioni legate ai dazi commerciali, che naturalmente potrebbero coinvolgere anche il mercato europeo.
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