[Recensione] Mundaun

Che cos’è la passione? Per il vocabolario questa altro non è che una vivace inclinazione, per lo più lodevole o comunque non riprovevole. Molto probabilmente Michel Ziegler ha pensato proprio a questo significato, quanto ha fondato Hidden Fields, la casa di sviluppo che ha successivamente sfornato Mundaun come sua opera prima. Partiamo da un presupposto: Mundaun era il nome di un piccolo paese della Svizzera, situato nel cantone dei Grigioni, soppresso nel 2015 e aggregato poi al comune di Obersaxen. Il titolo creato da Ziegler affonda quindi le proprie radici nel territorio delle Alpi elvetiche, prendendo a piene mani ambientazione e folklore della zona.

Versione provata: PlayStation 5

Svizzero? No, horror

Il gioco si colloca nel mai troppo sfruttato genere horror in prima persona, all’interno del quale si andrà ad impersonare Curdin, un giovane che, a seguito della morte del nonno causata da un incendio, si troverà a dover esplorare la località per cercare di apprendere quanti più dettagli possibili sull’accaduto.

Una volta giunto a destinazione, il ragazzo scopre però che non tutto è come sembra. La casa del parente cela infatti strani segreti, e la vallata si popola di notte di inquietanti figure, che provocano al protagonista diversi flashback sul passato in guerra del nonno.

Un quadro in movimento

Michel Ziegler ha preso la coraggiosa (e lodevole) iniziativa di disegnare completamente a matita l’intero gioco, dando la sensazione al giocatore di entrare, letteralmente, in un dipinto. La visuale in soggettiva permette di assaporare ogni dettaglio con cura, assaporandone appieno la meticolosità artistica impiegata dallo sviluppatore.

Mundaun si discosta parecchio dai canoni del genere: nel titolo ci si troverà infatti a dover esplorare un’ampia porzione di territorio, grazie alla semi libertà presente fin dai primi minuti di interazione. Il comparto narrativo è affidato, oltre che ai dialoghi (doppiati in Romancio ma sottotitolati in italiano), ad un comodo diario all’interno del quale Curdin segnerà i vari obiettivi e le scoperte fatte mano a mano. La componente horror è rappresentata pressoché unicamente dall’atmosfera, visto e considerato che i nemici sono poco ispirati ed approfonditi (anche dal lato artistico).

Tracciare una linea, ma senza seguirla

Come si diceva poco sopra, la progressione di Mundaun non è lineare, bensì attuabile attraverso l’esplorazione di mappe aperte, dentro le quali sarà necessario recuperare diversi oggetti chiave da dover utilizzare in altrettanti dispositivi utili a procedere con l’avventura. Questa caratteristica presta però il fianco ad un problema non indifferente: il backtracking richiesto dall’ampiezza delle aree causa spesso smarrimento. Questa situazione sarebbe stata facilmente risolvibile grazie alla presenza di una mappa in gioco, che però non è stata concepita dal creatore, lasciando in determinate sezioni una vera e propria sensazione di spaesamento. Per aiutare il fruitore nella deambulazione, Ziegler ha inserito invece il Muvel e la slitta, che tuttavia rappresentano strumenti abbastanza limitati nell’impiego.

Dal punto di vista del “combattimento” Mundaun presenta dei nemici notturni (piuttosto anonimi) che seguono dei percorsi in stile ronde. Questi sono assolutamente evitabili semplicemente nascondendosi nei vari anfratti, ma qualora si optasse per lo scontro aperto, il titolo mette a disposizione degli attacchi in mischia ed un fucile. Questi strumenti si rivelano però abbastanza fallaci e limitati, spingendo la strategia quasi unicamente sulla fuga o l’attesa.

One Man Technic

Mundaun fa del comparto grafico la vera punta di diamante, ma non disdegna un doppiaggio abbastanza buono nonostante i pochi mezzi a disposizione di Hidden Fields. Anche gli effetti sonori accompagnano in maniera gradevole lo scorrere delle vicende, istillando la giusta ansia negli ambienti propedeutici all’horror. Dal lato tecnico il titolo non soffre praticamente mai di cali di framerate, mostrandosi solido e ben piazzato anche nelle situazioni più affollate. L’unico neo è rappresentato dal tearing, che in alcuni casi può far storcere il naso soprattutto durante la rapida rotazione della telecamera.

PUNTI DI FORZA

  • Comparto artistico accattivante
  • Trama facile da seguire e non eccessivamente complessa

PUNTI DEBOLI

  • Nemici superficiali
  • Le aree ampie possono far smarrire la via

Mundaun è un titolo che trasporta l’arte dentro un videogioco. L’esperienza creata da Michel Ziegler consente di respirare l’ambiente svizzero in tutta la sua essenza, gestendo in maniera equilibrata tutte le meccaniche di gameplay e di maestranze tecniche necessarie a fornire un’immedesimazione totale per tutte le dieci ore necessarie a giungere ai titoli di coda. Non fosse per le note stonate in termini di smarrimento e di poca profondità dei nemici, l’opera prima di Hidden Fields rivestirebbe un vero e proprio must have per gli amanti del genere, che comunque farebbero bene a dedicargli un pensierino.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Nato con il Pad in mano, al punto tale che la prima parola pronunciata è stata: "Woah!" in pieno stile Crash Bandicoot. Appassionato e curioso di tutto ciò che concerne il mondo videoludico. Amante dei titoli horror ed accumulatore di trofei compulsivo.

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