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[Recensione] Scars Above

Da buoni appassionati della fantascienza, siamo rimasti colpiti a suo tempo dal reveal di Scars Above. Un titolo che forse non prometteva di lasciare a bocca aperta per la sua grafica iper-dettagliata, ma che nascondeva qualcosa di interessante da osservare e studiare, forse anche per le sue atmosfere che richiamano alla mente l’ottimo Returnal.

Mad Head Games è quindi tornata sul mercato con un titolo action adventure dai toni horror, capace di catturarci al punto giusto. Vi spieghiamo il titolo nella nostra recensione.

Versione provata: PlayStation 5.

PERDUTA

Scars Above parte volutamente in maniera confusa, procedendo con una narrazione attraverso la quale il giocatore, impersonando l’astronauta Kate, vive e rivela i segreti di un mondo alieno che nasconde non solo vita ma inquietanti mostri e segreti misteriosi. Le atmosfere alla Returnal, lo splendido TPS roguelike di Housemarque da poco rilanciato anche su PC, sono tangibili, e non si fermano al solo binomio protagonista/ambientazione. Scars Above appare anche grazie a questo un gioco dalle tematiche fortemente derivative, ma fortunatamente il titolo non vuole essere un clone del già citato gioco dei PlayStation Studios.

Sì, il tono ricorda quello di Returnal, ma la storia appare comunque più lineare e comprensibile senza tanti giri di parole, affrontando la narrazione con premesse differenti. L’Hermes, stazione spaziale di ricerca sulla quale si trova anche Kate, si schianta su questo pianeta alieno, e la donna, ora sola, si risveglia in un luogo apparentemente ostile lontana dai suoi compagni di viaggio, alla disperata ricerca di un modo per tornare da loro. Piccolo problema: in mezzo a strane apparizioni di esseri sconosciuti, Kate ricostruisce la sequenza di eventi scoprendo che la sua permanenza sul pianeta sembra essere durata ben più a lungo di quanto pensasse. Tra azione e mistero, Kate deve farsi strada tra parassiti sanguinari e piante assassine, il tutto facendo affidamento solo alla sua abilità.

Se le cose sono un po’ lente nella parte iniziale, anche dal punto di vista del gameplay, la curiosità aumenta mano a mano che si avanza nel gioco. Purtroppo nulla è paragonabile al piacere della scoperta di Returnal, dove la narrazione stessa era parte dell’esperienza basata su cicli infiniti, ma Scars Above riesce a toccare le giuste corde di fascino e mistero restando su binari ambigui ma intriganti.

SEMBRA POVERO, E INVECE…

Allo stesso modo, anche il gameplay parte con possibilità molto limitate, aprendosi poi a tante e frizzanti alternative, che velocizzano gli scontri e rendono più dinamiche le sessioni di gioco. Non servirà molto tempo per completare il gioco (la longevità si assesta a circa 5/6 ore a difficoltà normale, che lievitano leggermente aumentandola), ma mentre il primo approccio con Kate si limita alla pistola Vera che sembra un giocattolo (a proposito, bella l’idea di farci assemblare l’arma su Hermes, un piccolo dettaglio gustoso), proseguendo la scienziata, grazie alle sue abilità ingegneristiche, diventa in grado di costruire e utilizzare armi dagli effetti elementali tra elettricità, fuoco, ghiaccio e veleno, riprendendo in sostanza le caratteristiche dei biomi incontrati.

Estremamente intuitiva è poi l’individuazione dei punti deboli dei nemici e degli elementi interagibili. Il mostro che state affrontando ha un globo rosso sulla sua pelle? L’arma più adatta è il fuoco. Il globo è invece blu? Perfetto, meglio i danni elettrici. Questo riguarda soprattutto le boss fight (la prima, in particolare, è un po’ ostica in quanto arriva quasi a sorpresa e con un arsenale limitato, e potrebbe essere motivo di replay), ma c’è da dire che anche con gli incontri casuali è possibile assistere a buone combinazioni di elementi per sbaragliare i nemici – forse anche fin troppo bene, a dire il vero.

Certo, mancano alcune dinamiche abbastanza elementari. Non c’è traccia di un sistema di coperture, gli attacchi corpo a corpo sono pesanti da gestire per la lentezza, e in generale le animazioni, specie quella della capriola per schivare gli attacchi, non sono un gran vedere. C’è però da dire che Scars Above riesce a dare abbastanza varietà al gameplay riuscendo a soprassedere ad alcuni evidenti difficoltà tecniche. Molto interessante ad esempio l’idea di dover non solo combinare gli effetti elementali per danneggiare direttamente i nemici, ma anche al fine di colpirli in maniera indiretta. Se questi si trovano ad esempio su una lastra di ghiaccio, i proiettili incendiari possono scioglierla, facendoli cadere in pozze acide. La stessa umidità può essere sfruttata per congelare più rapidamente i nemici, nascondendo una profondità inaspettata.

Non mancano poi upgrade agli equipaggiamenti che Kate può assemblare direttamente senza la necessità di tornare a un ipotetico campo base (che non esiste, il gioco è lineare e story driven), consumabili di varia tipologie (ma molto classici) affidate a L1 e R1, e collezionabili come i Cubi della Conoscenza che permettono alla protagonista di immagazzinare esperienza da sfruttare poi per apprendere nuove abilità. Una spiegazione un po’ tirata per i capelli, ma pur sempre una spiegazione. L’albero delle abilità, a tal proposito, si divide in due grandi rami, Xenobiologia e Ingegneria; il primo riguarda l’utilizzo di armi, risorse ed equipaggiamenti, mentre il secondo la salute, la resistenza e altre caratteristiche fisiche di Kate.

Meno pronunciata è invece la dinamica soulslike che gli sviluppatori avevano anticipato in precedenza. Scars Above non è propriamente paragonabile a un gioco di questa categoria, neppure a un emulo più accessibile come Star Wars Jedi: Fallen Order, ma la sua particolarità si limita all’introduzione di colonne aliene con le quali interagire per ricaricare salute, munizioni e altro, e al tempo stesso far respawnare i nemici circostanti.

È un peccato, in definitiva, che Scars Above poggi le sue basi su un comparto grafico e tecnico molto arretrato per il 2023. Con qualche accorgimento in più, specie per modelli e animazioni, il gioco si sarebbe scrollato di dosso molto dell’anonimato che comunica, ma è bene ricordare che si tratta di un progetto al budget non certo elevato e affidato al team bosniaco di Mad Head Games, non certo al primo impiego ma ben lontano dai riflettori della fama.

PUNTI DI FORZA

  • Un classico TPS avventuroso senza molte pretese
  • Atmosfere intriganti
  • Il gameplay è soddisfacente

PUNTI DEBOLI

  • Animazioni molto basilari
  • Comparto grafico sottotono

Poteva andare meglio, ma poteva andare anche molto peggio. Scars Above è un TPS molto classico, non vuole esagerare e si vede, sfruttando meccaniche ben rodate, una formula non certo innovativa e poco altro. Se non altro, mentre esempi recenti come Wanted: Dead hanno clamorosamente fallito nel loro tentativo di abbracciare titoli di vecchio stampo, Scars Above riesce a catturare abbastanza con atmosfere alla Returnal, una storia intrigante e un gameplay soddisfacente. Peccato per un comparto tecnico generalmente molto sottotono, specie nelle animazioni e nei modelli, non certo in linea con la generazione corrente.

Ringraziamo Plaion per il codice review di Scars Above.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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