recensione asha in monster world
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[Recensione] Wonder Boy: Asha in Monster World

Negli ultimi tempi molte software house cercano di dare nuova linfa vitale ai propri brand pubblicando remake o remastered di titoli rilasciati nel corso delle vecchie generazioni videoludiche. Dopo avervi parlato della Mass Effect: Legendary Edition quest’oggi vogliamo parlarvi di Wonder Boy: Asha in Monster World, remake dell’allora Monster World IV, arrivato originariamente su Sega Mega Drive nel 1994 per i soli giocatori giapponesi. In realtà nel 2017 i ragazzi di DotEmu avevano già riportato in auge la serie con il rilascio di Wonder Boy: The Dragon’s Trap (remake di Wonder Boy 3) mentre a The Game Atelier dobbiamo Monster Boy and The Cursed Kingdom, una sorta di nuovo inizio per la serie. Questa volta il nuovo progetto è stato affidato ad Artdink: ecco a voi dunque la recensione di Wonder Boy: Asha in Monster World.

recensione asha in monster world

Nota: La versione provata è quella PS4

Fedele all’originale

Come detto, Wonder Boy: Asha in Monster World è il remake di Monster World IV. A tal riguardo i ragazzi di Artdink hanno deciso di rispettare in tutto e per tutto il titolo originale, apportando davvero poche modifiche, almeno per quanto riguarda l’aspetto puramente videoludico. Asha in Monster World è infatti un titolo action/platform con componenti GDR, decisamente meno marcate rispetto agli altri titoli della serie. Protagonista della storia è sempre Asha, ragazza dai capelli verdi che dovrà proteggere la propria terra salvando i quattro spiriti elementali. Nei fatti si tratta di una trama che, seppur non spicchi di originalità, ha il suo perchè, risultando piuttosto interessante da seguire (nonostante una durata di appena quattro ore). In ogni caso, l’avventura vera e propria ha inizio una volta raggiunta Rapadagna, città che fungerà da hub centrale. Qui Asha potrà parlare con i cittadini del posto, spendere le monete di gioco per acquistare armi ed equipaggiamenti o trovare chavi segrete per sbloccare nuovi livelli. Da Rapadagna la ragazza potrà inoltre accedere ai vari mondi di gioco, in cui avremo a che fare con nemici e boss di varia entità. Per fronteggiare gli avversari che si troverà davanti, Asha avrà a disposizione una sciabola ed uno scudo con cui poter attaccare e difendersi. Nel corso della campagna potremo trovare equipaggiamenti via via più potenti, senza tuttavia mutare in maniera sostanziale il sistema di combattimento, piuttosto semplicistico (seppur funzionale). Asha può infatti sfoderare attacchi frontali, verso l’alto o verso il basso (in salto) e disporrà di un Colpo Magico, un attacco speciale che si attiverà dopo aver eseguito alcune mosse. Altri elementi del gameplay riguardano la possibilità di aprire dei forzieri in cui potremo trovare Elisir per ripristinare la nostra energia, denaro o Gocce di vita, utili ad aumentare la vita della nostra eroina. Potenziamenti decisamente utili se non fosse che la difficoltà di gioco è tarata (di molto) verso il basso.

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Tra un salto e l’altro

Accanto alla componente action, Wonder Boy: Asha in Monster World presenta marcate sezioni platform, rispettando quanto visto nel capitolo originale. Anche in questo caso quindi, i cambiamenti sono praticamente assenti. Il remake rimane quindi decisamente fedele all’originale anche se Artdink non ha forse pensato che dal 1994 i platform si sono evoluti non poco. Le fasi platform risultano infatti piuttosto difficili e frustranti, non tanto per la difficoltà in sé ma per dei comandi non troppo precisi che ci porteranno a ripetere più e più volte determinate sezioni. Molto carini invece gli enigmi e i rompicapo che dovremo risolvere per proseguire con i livelli. In questi casi verrà in nostro aiuto Pepelogoo, un simpatico mostriciattolo azzurro. In molti casi la risoluzione di tali puzzle ci vedrà sfruttare la capacità di volo di Pepelogoo, generando un senso di ripetitività.
L’unico vero cambiamento apportato riguarda la componente grafica, decisamente migliorata rispetto al passato. Per l’occasione Artink ha deciso di affidarsi ad una grafica in cel shading, caratterizzata da colori accesi e vivaci. In generale l’atmosfera di gioco è piuttosto soddisfacente anche se abbiamo notato sfondi e asset ripetuti, spegnendo un po’ di quella magia che invece era presente nel titolo originale. Nulla da dire invece sulla colonna sonora, riadattata e decisamente piacevole da ascoltare tra un salto e l’altro. Il level design delle mappe è invece rimasto invariato anche se Artdink ha deciso di implementare un’impostazione in 2.5D, visuale a cui molti platorm hanno fatto affidamento negli ultimi anni. Gli sviluppatori hanno quindi deciso di abbandonare la visuale 2D dell’originale, scelta che condividiamo in pieno e che ci ha convinti.

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Punti di Forza

  • Fedele all’originale…
  • Ottima colonna sonora.

Punti di Debolezza

  • …forse troppo;
  • Difficoltà fin troppo bassa.

Se molti remake vengono denigrati perchè poco fedeli alla loro versione originale, Wonder Boy: Asha in Monster World risulta fin troppo fedele a Monster World IV. Una decisione che da una parte farà sicuramente contanti i nostalgici ma che dall’altra non ha permesso ad Artdink di creare un titolo al passo con le attuali meccaniche che un action/platform dovrebbe avere. Ciò nonostante il progetto rimane un gioco adatto a chi cerca un titolo poco impegnativo e divertente da giocare. Se foste intenzionati ad acquistarlo vi ricordiamo che la versione fisica, pubblicata da ININ Games contiene anche il codice di Monster World IV. Se invece volete giocare il solo remake, potrete acquistare la versione digital pubblicata da Studio Artdink e disponibile sui rispetti store di Nintendo e Sony.

 

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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