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Tales of Kenzera: Zau | Recensione

Il mondo dei videogiochi è pieno di storie incredibili. Tra queste non possiamo non nominare quella di Abubakar Salim, attore e doppiatore britannico conosciuto nel mercato del gaming per aver dato voce a Bayek in Assassin’s Creed Origins, con tanto di nomina al premio BAFTA.

Questa esperienza deve aver fatto scattare in Salim una scintilla, tanto da portarlo a fondare  la software house Surgent Studios. Da questa decisione è nato Tales of Kenzera: ZAU, il primo progetto di Salim e compagni disponibile su PS5, Xbox Series X/S e PC dallo scorso 23 aprile.

Ovviamente non potevamo esimerci dal provare questo nuovo titolo, incuriositi da quello che l’attore inglese è riuscito a creare. Ecco a voi dunque la recensione di Tales of Kenzera: ZAU; vi auguriamo una buona lettura.

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Versione testata: Xbox Series X/S

Una storia intima

Tales of Kenzera: ZAU tratta una storia personale e intima che Salim ha vissuto nella propria vita. Ci riferiamo alla perdita del padre che ha causato in Salim la voglia di creare un prodotto che potesse ricordarlo. E quale miglior mezzo se non il videogioco? Un medium in cui tutto è possibile e in cui il solo impedimento è dettato dall’immaginazione.

La storia di Tales of Kenzera ci vede vestire i panni di Zau, giovane sciamano deciso a riportare in vita il padre scomparso (non è un caso che Zau sia doppiato proprio da Salim). Per raggiungere il suo obiettivo lo sciamano si rivolgerà a Kalunga, il Dio della Morte. Quest’ultimo accetta la richiesta del protagonista a patto però che il giovane aiuti tre spiriti ad accettare la loro scomparsa.

Da questa premessa avrà inizio l’avventura di Zau, il quale si ritroverà ad attraversare ambientazioni diverse per raggiungere il suo scopo. Nel particolare, la storia avrà una durata di una decina di ore, molto meno di quella di un metroidvania classico ma sufficiente a raccontare in modo completo il tema di fondo: la scomparsa di una persona cara. Durante il viaggio, Zau avrà a che fare con altri personaggi oltre a Kalunga, ognuno dei quali ci è risultato ben caratterizzato e ispirato. Per dovere di cronaca sottolineiamo inoltre che le imprese di Zau appartengono in realtà al contenuto di un libro che un ragazzo di nome Zuberi riscopre dopo aver perso a sua volta il padre.

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Un Metroidvania semplificato

Passando al gameplay, Tales of Kenzera: ZAU si classifica come un gioco appartenente al genere dei “metroidvania“. Con questo termine si vuole indicare un titolo caratterizzato da una mappa stratificata con passaggi, scorciatoie e nuove strade sbloccabili solo dopo aver ottenuto nuove abilità. Ciò comporta quindi del backtracking piuttosto accentuato ed una buona dose di memoria per ricordarsi quelle che sono le zone inesplorate. Insomma, un genere videoludico in cui la crescita del personaggio risulta fondamentale per la prosecuzione dell’avventura senza rimanere un qualcosa di fine a se stesso.

Quanto scritto fino ad ora risulta vero per Tales of Kenzera: ZAU solo in parte. Il gioco, a nostro avviso, rappresenta infatti un metroidvania semplificato. L’intera mappa di gioco è molto lineare se paragonata a quella di altri titoli del genere. Ci troviamo di fronte ad un gioco guidato quasi ed esclusivamente dalla trama principale in cui segreti e zone nascoste sono ridotte all’osso.

Tra l’altro il titolo è caratterizzato dalla presenza del salvataggio automatico. Si tratta di una feature pressoché assente nei metroidvania, in cui un’altra delle caratteristiche principali è quella di non sapere quando incontreremo una “stanza del salvataggio“.

Non fraintendeteci: Tales of Kenzera: ZAU rimane comunque un gioco piacevolissimo ma potrebbe non accontentare le aspettative di chi cerca un metroidvania nudo e crudo. In realtà questo tipo di esperienza potrebbe essere perfetta per chi cerca un titolo con un livello di sfida non troppo alto o per chi si approccia per la prima volta a questo genere. Dobbiamo comunque sottolineare che la possibilità di usare fin da subito il doppio salto e la schivata rendono il gameplay e l’esplorazione molto più dinamica fin dai primi momenti di gioco

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Sole e Luna

Ovviamente durante l’avventura avremo a che fare con nemici e boss di varia entità. Per sconfiggerli dovremo affidarci al sistema di combattimento. Sistema che vedrà Zau usare i poteri della maschera del Sole e di quella della Luna. Mentre la prima permette colpi potenti e ravvicinati, la seconda si focalizza maggiormente su colpi dalla distanza.

Starà a noi decidere quale tipo di maschera utilizzare durante gli scontri, a seconda delle peculiarità di ogni avversario. Alle mosse standard delle maschere troveremo poi uno skill tre grazie al quale potremo sbloccare nuove abilità. Nel complesso, il sistema di combattimento risulta solido e divertente da usare anche se il livello di sfida offerto dall’intelligenza artificiale non è molto elevato.

Ciò nonostante dobbiamo sottolineare la volontà degli sviluppatori di inserire determinate resistenze e debolezze agli attacchi delle maschere. Alcuni nemici possono essere sconfitti solo con le mosse di una delle due maschere. Ciò comporta quindi un certo dinamismo all’interno del gameplay, rendendo il tutto più profondo e ragionato. Tra l’altro alcune delle abilità di Zau possono essere combinate con l’ambiente circostante, permettendoci di spingere i nemici verso delle trappole in grado di infliggere ingenti danni. Ultima, ma non per importanza, la presenza della Barra dello Spirito che, oltre a curare Zau, permette di usare le mosse speciali legate all’utilizzo delle due maschere.

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Mal d’Africa

Il comparto artistico di Tales of Kenzera: ZAU è una gioia per gli occhi. Ambientazioni, personaggi, colori e canzoni sono ispirate alle tradizioni africane, la cui cultura è stata raramente (e colpevolmente) fonte d’ispirazione per i videogiochi, preferendo le culture asiatiche (Giappone in primis) o occidentali.

Proprio per questo motivo il titolo porta una ventata di aria fresca trasmettendo emozioni suggestive che sapranno catturare il giocatore per tutta la durata dell’avventura. Dal punto di vista tecnico, il gioco, sulla versione Xbox Series X/S da noi provata, è risultato ben ottimizzato.

Il frame rate è rimasto stabile e non abbiamo avuto a che fare con bug critici che abbiano rovinato la nostra esperienza di gioco. Sottolineiamo nuovamente l’ottimo doppiaggio di Salim (in inglese ovviamente) e la presenza di una traduzione in italiano dei dialoghi di gioco.

Si ringrazia EA Games per il codice review fornitoci.

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7.5
Review Overview
Riassunto

Tales of Kenzera: ZAU è un videogioco che ci ha regalato grandi emozioni. Ciò grazie ad una storia che tratta un tema molto maturo, che non sempre viene raccontato nei videogiochi: la perdita di una persona. La narrazione risulta toccante e il tutto è accompagnato da un gameplay in stile metroidvania che, sebbene risulti più semplificato rispetto ad altri titoli del genere, riesce comunque a divertire. Tutto ciò accompagnato da un'ispirazione di usi e costumi africani davvero ben congeniati e da un prezzo di vendita davvero accattivante (20 euro)

Pro
Storia matura e profonda I rimandi alla tradizione africana sono ben inspirati Prezzo di vendita competitivo
Contro
componente metroidvania semplificata il gameplay potrebbe risultare troppo semplice
  • Concept & Trama8
  • Gameplay7
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico7
Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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