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Un decennio da ricordare | 2018, l’anno di Fortnite

Solo uno degli appuntamenti della nostra rubrica Un decennio da ricordare è stato dedicato ad un videogioco in particolare: GTA V. Il capolavoro di Rockstar Games ha, dal 2013, inanellato una serie esplosiva di anni di successo, restando sempre al vertice delle classifiche mondiali di vendita e tra i videogiochi più giocati, sempre. Un vero e proprio fenomeno di massa. Ma nel 2018 – o per meglio dire, a partire dagli ultimi mesi del 2017 – arriva un nuovo apparentemente innocuo titolo che finirà col cambiare per sempre la percezione del mondo intero nei confronti dei videogiochi, ancor più che col titolo Rockstar. Il 2018 è l’anno dell’esplosione di Fortnite.

L’esordio di Fortnite avviene nell’estate del 2017, e non è niente di memorabile. Il nuovo gioco di Epic Games, già sviluppatori di storiche serie come Jazz Jackrabbit, Gears of War e Unreal, era un semplice tower defense cooperativo dallo stile colorato e frizzante, ma che, di per sé, non aveva niente di particolarmente innovativo. Ciò che inizia a riscuotere un successo imprevisto è la modalità lanciata qualche mese dopo, chiamata Battaglia Reale o Fortnite Batte Royale, per dirla all’inglese. Questa, a differenza di Salva il Mondo (la campagna di Fortnite, tanto per intenderci), era disponibile gratuitamente per tutti i giocatori. Nel silenzio più totale, quel 26 settembre 2017 passerà alla storia: iniziava inesorabilmente il fenomeno di Fortnite.

La grande esplosione di Fortnite Battle Royale si concretizza tra la fine del 2017 e tutto il 2018, quando il videogioco assume una risonanza tale da diventare un vero e proprio fenomeno di massa. TV, giornali, riviste, persone dello spettacolo e dello sport, addirittura cinema. Tutti parlano di Fortnite, in qualche modo. Il gioco che sta catturando, con la sua semplicità, l’attenzione di una fetta enorme della popolazione mondiale. Non di videogiocatori, attenzione: dell’intera popolazione mondiale. Chiunque, negli ultimi 2 anni e mezzo, è entrato in qualche modo in contatto con Fortnite, quello che è diventato un marchio capace di entrare in collaborazione con brand potentissimi. Voi pensate solamente a quello che è successo negli ultimi mesi, su Fortnite. Una collaborazione con Stranger Things, la celebre serie di Netflix. L’evento Fortnite X Star Wars in corso in questi giorni, per celebrare l’uscita al cinema di Episodio IX: L’ascesa di Skywalker. E poi, come dimenticare le collaborazioni con i Marvel Studios negli ultimi due anni, il cui apice è stato raggiunto quando Korg, Miek e Thor sono stati visti giocare a Fortnite durante una scena di Avengers: Endgame, il film che ha incassato di più nella storia del cinema. In una scena che, per inciso, è ambientata nel 2023, come a indicare che Fortnite andrà avanti ancora per molto, molto tempo.

Tutto il 2018 è stato una continua comparsa di Fortnite in tutti i media e in tutte le discussioni, e pensare che il suo concept non è stato neppure innovativo. Il genere Battle Royale, se ben ricordate, è diventato celebre con il suo primo e principale rivale PlayerUnknown’s Battlegrounds, ma le sue origini sono da ricercare più indietro nel tempo. Il fallimentare H1Z1 voleva sviluppare proprio un concept di questo tipo, ma addirittura si possono riscontrare sentori di battle royale anche in titoli dei primi anni del decennio come Minecraft, che in occasione dell’uscita del film The Hunger Games propose una modalità a eliminazione PvP. La vera maturazione del genere è arrivata però proprio con PUBG prima e Fortnite poi, che si sta dimostrando sempre di più, ogni anno che passa, come il nemico che tutti vogliono distuggere ma senza successo.

Perché, nel 2018 e oltre, chi ha cercato di insidiare il trono di Fortnite è stato sistematicamente abbattuto da un’esperienza, quella di Epic Games, accumulata nel corso dei mesi e che sembra aver portato ad una ricetta perfetta. Un gioco gratuito che chiunque può utilizzare dove vuole e quando vuole (l’approdo su mobile è stato un altro importante tassello del successo di Fortnite), caratterizzato da un gameplay apparentemente semplice ma che nasconde meccaniche e skill che devono essere perfezionate con l’impegno e la costanza, e soprattutto un gioco semplice e immediato, aiutato poi da una diffusione a macchia d’olio grazie a youtuber e influencer di tutto il mondo che ne sono rimasti colpiti sin dal primo istante contribuendo a farlo diventare fenomeno di massa. Libri, inchieste giornalistiche, tesi di laurea. Neppure il clamoroso successo di GTA V generò discussioni di tale portata.

Potrà essere odiato, potrà essere considerato uno dei mali del mondo attuale dei videogiochi, ma la verità è una sola: Fortnite, nel bene e nel male, ha contribuito a riportare nell’attualità il tema dei videogiochi, evidenziando sia la sua bellezza sia eventuali pericolosità che ne possono derivare, e sensibilizzando le persone sull’argomento. Mi piace pensarla anche così, ad un titolo cioè che ha avuto più pregi di quelli che spesso vengono riconosciuti, e questo anche grazie al costante impegno di Epic Games che sembra non conoscere momenti di stanca. Supereroi, viaggi temporali, cubi misteriosi, buchi neri capaci di paralizzare non solo Fortnite ma l’intero mondo del web – ricorderete sicuramente il passaggio dal Capitolo 1 al Capitolo 2 di alcune settimane fa che mandò offline Twitter per l’eccessivo traffico.

Era innocuo, all’inizio. Sembrava il classico fuoco di paglia come lo sono stati tanti altri giochi, anche di recente. Basti pensare ad Apex Legends, salito sull’Olimpo e ritrovatosi a terra in un tempo record. E Fortnite, invece, forte del suo 2018 da record, continua a macinare. Continua a incassare e a viaggiare, incessantemente. Come ho già detto, che lo si ami o che lo si odi, Fortnite è un emblema del decennio che si sta concludendo. Forse il più grande emblema tra tutti, se ci pensate.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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