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Fatal Fury: City of the Wolves | Recensione

Può sembrare strano iniziare la recensione di un gioco parlando di un diretto concorrente, ma fare una premessa di quanto sia successo nel 2023 con Street Fighter 6 è importante per capire la storia che ha portato, dopo ben 26 anni, a vedere la rinascita del franchise di Fatal Fury.

Il picchiaduro Capcom – tavolta rivali e talvolta collaboratori di SNK – uscito 2 anni fa è stato fondamentale nella rinascita del genere, che non godeva di una tale popolarità nemmeno ai tempi d’oro degli arcade negli anni ’90.

Grazie a uno stile moderno, solido nelle meccaniche e nel bilanciamento e capace di introdurre una serie di ottimi tutorial e agevolazioni per insegnare ai neofiti l’arte del picchiaduro 2D, Street Fighter ha nuovamente ispirato e aperto la strada al successo del genere.

Come avvenuto ai tempi con Garou: Mark of the Wolves (predecessore del nuovo Fatal Fury: City of the Wolves) che prendeva decisamente ispirazione da alcune meccaniche di Street Fighter 3rd Strike come il Parry/Just Defend, anche l’ultima opera del neo-nominato KOF STUDIO di SNK sembra, almeno sulla carta, voler riaprire la rivalità con Capcom presentando un titolo che ne condivide diversi aspetti.

Procediamo con ordine e facciamo prima una panoramica dei contenuti e delle caratteristiche del nuovo Fatal Fury.

C’era una volta a South Town…

La saga di Fatal Fury (e del suo universo parallelo King of Fighters) si è da sempre contraddistinta per dare una certa cura alle vicende di backround dei personaggi. In questo caso ci troviamo sempre nella storica città di South Town, un setting urbano che non è governato da bene o male, ma dalla forza dei combattenti che pullulano le sue strade.

Essendo un sequel diretto di Mark of the Wolves, i più anziani ricorderanno la storia di Rock Howard, figlio del boss del crimine Geese Howard (che era stato detronizzato dal protagonista storico della saga, Terry Bogard).

Dopo la morte del padre, Rock è diventato figlio adottivo e allievo di Terry Bogard, che lo ha addestrato nelle arti marziali miste. Una volta cresciuto, Rock ha partecipato alla nuova edizione del torneo King of Fighters, nella quale ha scoperto che suo zio Kain (fratello della madre che presumeva defunta) aveva organizzato lo scontro tra lottatori per impossessarsi dell’enorme eredità di Geese, lasciando però la storia in sospeso con un colpo di scena: la madre di Rock sarebbe ancora viva e tenuta prigioniera.

Ci troviamo quindi all’inizio della storia di City of the Wolves, dove Rock ha iniziato da un anno ad allenarsi con Kain, quando la città viene scossa dall’organizzazione di un nuovo torneo King of Fighters, che ancora una volta mette in palio la preziosa eredità segreta di Geese.

Giunge quindi il momento per il protagonista di  tornare a combattere, nella speranza che l’enorme somma di denaro possa fungere da esca  per far uscire allo scoperto il rapitore di sua madre.

In un roster di 17 personaggi al lancio (più 5 previsti come DLC gratuito nel corso dell’anno) fanno ritorno un buon numero dei personaggi della saga, partendo dai summenzionati Rock, Terry e Kain e passando per Mai Shiranui, Billy Kane, Gato e Marco Rodrigues.

L’assenza di alcuni personaggi storici (che a detta degli sviluppatori arriveranno comunque tutti nei prossimi DLC) è sopperita dalla presenza di due ospiti quantomeno singolari, ovvero le celebrità realmente esistenti Cristiano Ronaldo e il DJ svedese Salvatore Ganacci.

REV IT UP!

Lo slogan del nuovo capitolo è un gioco di parole con la meccanica del Rev System, che come anticipato in apertura di recensione ricorda da vicino il Drive System che abbiamo potuto conoscere in Street Fighter 6.

Si tratta di una risorsa spendibile (o meglio caricabile) in combattimento con varie funzioni, tra le quali eseguire mosse speciali potenziate, estendere le combo concatenando nuovi attacchi e difendersi in modo “perfetto” (senza subire il cosiddetto “cheap damage” quando ci si para dagli attacchi avversari).

Quando la barra della vita si trova in una zona specifica (selezionabile prima dello scontro a inizio, metà o fine barra) si attiva il sistema S.P.G. già apprezzato in Mark of the Wolves, che fa entrare il proprio personaggio in una sorta di status potenziato dove è possibile caricare la barra del Rev System per usare un attacco invincibile simile al Drive Impact di Street Fighter.

Fa ritorno anche la meccanica del Just Defend, che consiste nel parare col giusto tempismo gli attacchi avversari per non subire del cheap damage e all’occorrenza usare una Reversal per ribaltare la situazione e passare dalla difesa all’attacco.

Le meccaniche di gioco sono tante e variegate, andando a stratificare enormemente il decision making degli scontri. Qui è dove, controller alla mano, notiamo le grandi differenze con il picchiaduro Capcom, malgrado sulla carta ne condivida molte delle caratteristiche:

Pur essendo presenti sistemi per agevolare i giocatori inesperti come i cosiddetti “controlli moderni“, che permettono di eseguire mosse speciali con la sola pressione di un tasto, la curva di apprendimento e la difficoltà di esecuzione  è decisamente più alta rispetto a picchiaduro rivali come Street Fighter, Granblue Fantasy Versus: Rising e Guilty Gear Strive.

Fatal Fury è un gioco tecnico e rapido, dove la solo apparente rigidità dei combattenti può trarre in inganno.

Le Storie di South Town

Le varie modalità di gioco si dividono in contenuti single player e online. Data la chiusura dei server in fase di recensione dobbiamo attenerci all’esperienza fatta durante il Network Test di marzo per valutare quest’ultima, e da questo punto di vista possiamo dire che malgrado alcuni problemi iniziali (poi corretti) dovuti alle lunghe attese durante il matchmaking, il titolo sembra godere di un netcode con rollback di tutto rispetto che permette di giocare online senza problemi di latenza.

Per quanto riguarda il single player troviamo invece le classiche modalità Arcade e Allenamento, insieme al nuovo “Episodi di South Town“, una sorta di modalità avventura nel quale è possibile affrontare sfide di difficoltà crescente selezionando le arene nella mappa della città e assistendo alle vicende secondarie dei protagonisti mentre non sono impegnati nel torneo King of Fighters.

Non una brutta aggiunta, ma è doveroso specificare che non parliamo di niente di clamoroso e si tratta perlopiù di un sistema utile solo a sbloccare artwork ed elementi per personalizzare il look dei personaggi. Pur spiegando le varie meccaniche di gioco nei tutorial dedicati, manca infatti un’implementazione graduale delle stesse che avrebbe potuto aiutare i giocatori neofiti a districarsi tra i vari sistemi.

Non mancano ovviamente le classiche modalità Arcade (dove si può assistere alla storia vera e propria), Versus offline e Allenamento. Pur non mancando nulla a livello di informativa nel Lab (e in passato i giocatori hanno imparato a proprie spese che non si può dare per scontata la presenza di Frame Data e altre informazioni utili nel gioco competitivo), siamo rimasti un po’ delusi dai combo trial, che oltre a rimanere piuttosto nascosti tra i menù (altro aspetto dove il gioco non brilla particolarmente) si limitano ad una manciata di prove per personaggio, e potevano essere un’altra occasione per fungere da tutorial per i novizi e da sfide extra per i più esperti.

È apprezzabile invece la presenza del jukebox con tutti i brani della saga, che permettono di personalizzare la colonna sonora anche grazie alla presenza di 19 brani originali realizzati da celebri produttori come Steve Aoki e il nuovo membro del cast Salvatore Ganacci.

STYLE IT UP!

Eccezion fatta per la presenza di Ronaldo, che non sembra voler nascondere essere fondamentalmente un’aggiunta arrivata tardi per fini pubblicitari (sembra dimostrarlo il fatto che sia l’unico personaggio di cui al momento sono assenti le modalità Arcade ed Episodi), il resto del gioco sprizza di stile da tutti i pori.

Lo stile anime ricco di colori ed effetti che si sprigionano nelle tecniche Rev, restituendo un gran feeling negli impatti, la colonna sonora variegata che spazia dai brani classici della saga a sonorità metal e funk, passando dalla techno frutto della collaborazione con i DJ, insieme e un doppiaggio di gran livello in giapponese ed inglese; tutto contribuisce a restituire un’esperienza sensoriale appagante che non fa venir l’ora di gettarsi nella mischia degli scontri.

Privo di note negative anche l’aspetto tecnico, che come in ogni picchiaduro prevede un lock a 60fps del framerate in tutte le piattaforme (PC, XBOX Series X/S e PlayStation 4 e 5).

Si ringrazia SNK per il codice review fornitoci.

8.7
Review Overview
Riassunto

Una solida new entry per la saga di Fatal Fury e la scena dei picchiaduro contemporanei. City of the Wolves presenta un gameplay impattante e dall'alto tasso tecnico, con una delle migliori componenti visive che SNK abbia mai avuto.

Pro
Gameplay altamente tecnico e impattante Visivamente accattivante Roster di esordio complessivamente ben riuscito
Contro
Non particolarmente adatto per i neofiti Combo trial deludenti
  • Giudizio complessivo8.7
Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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