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The Last of Us 2×06, recensione: traumi generazionali

Siamo alla penultima puntata: come accaduto per la prima stagione del “The Last of Us” di HBO, si tratta di un episodio di stacco, un lungo flashback che però rivela tantissimo riguardo le motivazioni dei protagonisti.

C’è tanto del videogioco (anche scene che decisamente non ci saremmo aspettati!), ma c’è anche tanto di inedito. Parliamone insieme in questa recensione.

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Il sesto episodio si apre con una scena inaspettata: Joel e Tommy sono adolescenti. In questa puntata dalla scrittura circolare, è sui traumi generazionali che si apre e si chiude il racconto. Figli che diventano padri, e che cercano di essere migliori dei propri genitori, pur continuando a sbagliare a modo loro.

Joel (Pedro Pascal) è l’indiscusso protagonista e la cosa ci ha fatto molto piacere. Nonostante si tratti di un’oretta che spezza inevitabilmente il ritmo già altalenante di questa stagione, c’era davvero il bisogno di restare ancora un po’ insieme a questo personaggio così complesso e profondo.

C’è qualcosa però che, almeno nella prima metà dell’episodio, ci ha fatto storcere il naso. Joel sembra voler fare il padre a tutti i costi. Ha perso completamente la durezza del personaggio videoludico, spogliandosi del suo lato burbero e taciturno, incapace di comunicare. Si sforza in tutti i modi di coccolare la figlioccia acquisita, Ellie, in piena crisi adolescenziale. I due ci vengono mostrati soprattutto durante i compleanni di lei, che si susseguono nella tranquillità della quiete conquistata a Jackson. La gita al museo, momento iconico per chi ha giocato il videogame, è qui riproposta tale e quale (anche se Pedro Pascal e Bella Ramsey ci sembrano più in-character nei momenti concitati, rispetto a questi frangenti idilliaci, in cui appaiono forzati e poco naturali).

Sappiamo però che il fulcro del racconto è la rottura tra i due, lo sgretolarsi del loro rapporto. Ed è la seconda metà dell’episodio a farsi più interessante, mostrandoci finalmente il lato più oscuro di Joel, quel suo essere un completo “antieroe”, che tanto ci aveva fatto apprezzare l’originale videoludico.

La pattuglia e il porticato

La spietatezza e la capacità di mentire sono i due difetti peggiori di Joel. Nonostante cerchi di interpretare il ruolo del padre amorevole, sappiamo tutti che la sua storia è fatta di morte, di violenza e di sangue. L’uomo ha una sua morale, anche se difficilmente condivisibile, ed è questo che lo rende un personaggio “grigio”, credibile e profondamente umano. In fondo, le persone sono molto spesso menzognere ed egoiste.

L’inizio della fine è rappresentato dalla prima pattuglia che Joel concede a Ellie, un’esperienza pensata per andare liscia come l’olio e che, tuttavia, deve fare i conti con l’imprevedibilità di un mondo post-apocalittico popolato da mostri mutanti. Si tratta di una storia inedita, ben raccontata nella serie TV, che cambia le carte in tavola rispetto al videogame e che porta a un finale sicuramente toccante, che però non ci saremmo aspettati di vedere così presto.

Il discorso che affrontano Ellie e Joel al termine dell’episodio è ben impresso nella mente dei videogiocatori. Quante lacrime versate sotto quel porticato!

Nonostante l’ottima performance dei due attori, abbiamo trovato il dialogo abbastanza didascalico: ciò che rendeva speciale la scrittura del videogame era proprio l’essere infarcita di silenzi, di non detti, di sguardi che valevano più di mille parole. Nella trasposizione televisiva i due personaggi si dicono fin troppo, perdendo la ruvidità che caratterizzava gli originali. Tuttavia, l’intensità del rapporto che li lega è palpabile e sappiamo che, soprattutto i non-videogiocatori, apprezzeranno.

In ogni caso, riteniamo la scrittura del videogioco più matura, rispetto a un clima “televisivo” troppo adolescenziale.

Ci prepariamo al finale di stagione e a dire definitivamente addio a Joel. Quanto reggerà il racconto, se fino ad ora ci ha mostrato il suo lato migliore proprio con l’evolversi malinconico e intenso del rapporto tra i due protagonisti?

3.5
Riassunto

Il sesto episodio è di passaggio, un lungo flashback che ci racconta la vita a Jackson con gli occhi di Joel. L'aggiunta di scene inedite cambia un po' le carte in tavola, mentre ciò che viene ripreso a piene mani dal videogame è ben rappresentato dall'emozionante performance attoriale, nonostante una scrittura a tratti didascalica. Servirebbero più sguardi, più non detti e meno drammi adolescenziali.

  • Giudizio complessivo3.5
Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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