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Le icone PlayStation non possono dimenticare…PlayStation | Wasabi

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Nell’ultimo periodo, Sony sembra aver imboccato una strada che fino a pochi mesi fa si riteneva impensabile: un progressivo allontanamento dalla sua console di punta e un avvicinamento al mercato mobile.

Gli annunci di Horizon: Steel Frontiers e Ratchet & Clank: Ranger Rumble non devono infatti essere considerate come mosche bianche, ma i segnali di una strategia in cui smartphone e tablet diventano sempre più centrali nell’ideologia della casa di Tokyo. Una decisione che, come da prevedibile, una parte della community ha accolto in maniera tutt’altro che positiva.

È una mossa che Sony presenta come naturale evoluzione, come adattamento al mercato, come espansione verso nuovi pubblici. Ma per chi ha creduto nella visione tradizionale di PlayStation, ossia la console come centro nevralgico del business, questo cambio di direzione suona più come un campanello d’allarme: PS5, nel suo momento più delicato, non sta ricevendo l’attenzione che merita.

Horizon: Steel Frontiers — Un capitolo senza console

Il caso più emblematico è certamente Horizon: Steel Frontiers. Un MMORPG ambientato nel mondo di Horizon, sviluppato da NCSoft, pensato per essere giocato su mobile e PC. Non su PS5. Un’esclusiva storicamente legata alle console Sony che improvvisamente smette di esserlo.

Il progetto nasce come un titolo “mobile-first”: un protagonista creato dal giocatore, un mondo condiviso da migliaia di utenti, una struttura pensata per giocare quotidianamente, seguire eventi, restare dentro un ciclo di progressione guidato e, inevitabilmente, legato alla monetizzazione tipica del genere. Un’evoluzione che ha senso sul piano commerciale, ma che tradisce in parte la natura di Horizon come serie aspirazionale, cinematografica, guidata da narrazione e impatto visivo.

Ciò che lascia interdetti non è tanto l’arrivo di uno spin-off mobile, quanto l’assenza totale di una versione per PS5. Per un franchise che è stato negli ultimi anni un simbolo del marchio PlayStation, la scelta colpisce come una dichiarazione implicita: oggi le risorse e le priorità sono andate altrove.

Ratchet & Clank: Ranger Rumble — Un’icona in formato smartphone

Discorso simile vale per Ratchet & Clank: Ranger Rumble, uno shooter multiplayer free-to-play per iOS e Android. Una serie storicamente legata alla filosofia della console: platform veloci, colorati, tecnicamente sfavillanti,  che ora trova la sua nuova incarnazione in un’interpretazione pensata per partite brevi, sessioni rapide e progressioni tipiche del mobile.

Anche qui, non è di per sé sbagliato voler espandere un brand. Ma la mancata inclusione del progetto per la console domestica ha fatto alzare più di un sopracciglio, soprattutto se si considera che l’ultimo capitolo del brand sbarcato su PlayStation risale al 2021. Quattro anni di silenzio, interrotti non da un annuncio “grande”, ma da un titolo mobile sviluppato da uno studio esterno. Una priorità che, agli occhi dei fan, suona più come un segnale di trascuratezza che di creatività, nonostante sia di dominio pubblico il fatto che Insomniac sia al momento impegnata con Marvel’s Wolverine.

Il principio tuttavia non cambia: Ratchet & Clank, un tempo vetrina tecnologica delle console Sony, viene ora reinterpretato in un formato che sembra fatto più per allargare il bacino d’utenza che per arricchire il cuore della serie.

PS5: una console potente senza una direzione

PlayStation 5 sta attraversando la fase più incerta della sua vita, visto che in questo periodo si stanno ancora raccogliendo i cocci della nefasta gestione targata Jim Ryan. Ciononostante, l’hardware giapponese è una macchina eccellente, con un potenziale enorme, ma sempre più povera di nuove produzioni first-party di rilievo e di visibilità strategica. La lineup degli ultimi anni è stata dominata da riedizioni, progetti minori o porting, mentre molti studi interni attraversano ristrutturazioni e slittamenti. La comunicazione di Sony, inoltre, rimane vaga, frammentata, quasi timorosa di sbilanciarsi su ciò che arriverà davvero. Al momento infatti, le produzioni confermate per il 2026 sono Saros, Marvel’s Wolverine…e basta. Per quanto la speranza sia l’ultima a morire, pare più che ovvio che Intergalactic: The Heretic Prophet sia programmato per il 2027 (dato che non è stato più mostrato nulla a quasi una anno dalla presentazione).

Di conseguenza, è comprensibile che la virata verso il mobile pesi maggiormente. Certo, questo è il segmento più redditizio dell’intero mercato videoludico. I modelli free-to-play garantiscono introiti costanti, e portare franchise celebri su piattaforme accessibili a miliardi di persone permette di ampliare enormemente la visibilità dei marchi.  Ma c’è una differenza tra espandere un ecosistema e sostituire il suo cuore.

L’impressione diffusa è che Sony stia privilegiando i nuovi orizzonti senza proteggere ciò che l’ha definita per decenni. La storica promessa “il meglio del gaming è su console”, oggi, rischia di suonare vacua se non supportata da titoli forti, costanti, ambiziosi. E quando gli annunci principali riguardano progetti mobile mentre la console resta a bocca asciutta (o con fallimenti annunciati, come i recenti Live Service), il messaggio che arriva ai fan è inequivocabile.

Certo, PS5 è una console che continua a vendere, ma mai come ora rischia di diventare un guscio vuoto, un hardware potente in attesa di progetti che tardano ad arrivare.

Espandere non deve significare trascurare

Attenzione, con questo non si vuole dire che PlayStation non possa espandere il suo ecosistema, anzi. L’azienda giapponese guardare al PC, al mobile, al cloud, ma non può farlo sacrificando la sua identità primaria: quella di casa delle grandi produzioni console narrative, tecniche, ambiziose. Titoli capaci di definire generazioni e di creare una connessione profonda con la community.

Se questa identità vacilla, vacilla tutto il resto.

Horizon: Steel Frontiers e Ratchet & Clank: Ranger Rumble non dovrebbero essere un problema. Dovrebbero essere “aggiunte”, non rivoluzioni. Idee collaterali, non priorità. Progetti utili per ampliare il mondo PlayStation, non per riempire spazi vuoti.

Il problema è che PS5, oggi, quei vuoti li ha. E Sony non sembra avere fretta di colmarli.

Se la spinta verso il mobile continuerà senza una parallela rinascita della strategia console, PlayStation rischia di perdere ciò che l’ha resa grande: la fiducia. Una fiducia costruita con decenni di giochi memorabili, oggi messa in discussione da una visione che guarda ovunque tranne dove dovrebbe: al pubblico che ha reso la piattaforma ciò che è.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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