Dopo due capitoli iniziali solidi e coinvolgenti, arriva il terzo. Quello che, a mio avviso, rappresenta il punto più alto della seconda stagione. Un capitolo che unisce ritmo, tensione emotiva e costruzione narrativa in modo magistrale. È qui che Andor conferma, ancora una volta, tutta la sua qualità: non solo come serie di Star Wars, ma come prodotto televisivo capace di distinguersi per scrittura, regia e densità tematica.
L’articolo contiene spoiler: se non hai ancora visto gli episodi trattati e preferisci evitarli, ti consigliamo di procedere con cautela.
La recensione del terzo capitolo
Strumenti nelle mani di Luthen
Come nei trittici precedenti, anche questo nuovo capitolo è ambientato un anno dopo il precedente, quindi due anni prima della Battaglia di Yavin. I ribelli sono ormai stabiliti su Yavin. Wil raggiunge Bix e Cassian per chiedere a quest’ultimo se è pronto a partire con lui per una nuova missione affidatagli da Luthen su Ghorman, ma Cassian si dimostra titubante. Wil cerca dunque di convincerlo rivelando che Dedra, la donna responsabile della distruzione di Ferrix, si trova su Ghorman. Nonostante Cassian risulti interessato alla questione, rifiuta la proposta.
Quella sera, Bix accompagna Cassian da una guaritrice della Forza per curare una ferita. Ma appare subito come Cassian sia diffidente verso questa metodologia, convinto che si tratti solo di superstizione. Lasciatosi sottoporre alle mani della guaritrice, ella percepisce i suoi dubbi e tenta di aiutarlo dicendogli che dentro di lui c’è una grande forza di spirito. Non è escluso che abbia intravisto frammenti del suo futuro, senza sbilanciarsi troppo. In ogni caso, contrariato, Cassian torna a casa. Bix rimane con la guaritrice, approfondendo con la guaritrice ciò che ha percepito in lui. Più tardi, Bix e Cassian si riuniscono e discutono delle parole della guaritrice. È qui che Cassian prende la decisione di partire per Ghorman.
Il giorno seguente, Cassian e Wil partono per portare a termine la missione affidata loro da Luthen. Nel frattempo, Vel viene inviata da Jan Dodonna per parlare con Bix. Le riferisce che ora esiste una solida Alleaza Ribelle e che dunque non devono più continuare a essere semplici strumenti nelle mani di Luthen. La Ribellione ha bisogno di Cassian, ma in un ruolo più definito e allineato alla nuova struttura. Bix ascolta attentamente e promette che ne parlerà con Cassian al suo ritorno.
Il Massacro di Ghorman
Ghorman è sotto il totale controllo imperiale. Il nuovo edificio è stato completato e le restrizioni aumentano, ma la popolazione continua a opporsi con una resistenza pacifica ma determinata. A peggiorare il clima, una crescente presenza di giornalisti alimenta la propaganda imperiale, ritraendo i cittadini locali come sovversivi e fautori del disordine.
Dedra è inviata sul pianeta per assistere alle ultime fasi dell’operazione imperiale. A supportarla viene assegnato il capitano Kaido, specialista nella gestione delle crisi. Nel frattempo, Syril si reca su Ghorman per incontrare Dedra e comprendere meglio i piani dell’Impero sul pianeta. I due però discutono sulle vere intenzioni dell’occupazione imperiale, ma Dedra lo rassicura promettendogli che presto tutto sarà finito.
Intanto, Cassian e Wil giungono su Ghorman con l’obiettivo preciso di eliminare Dedra. Cassian si rifugia in un hotel dove ritrova un vecchio conoscente, il fattorino che in passato gli aveva parlato degli eventi legati a Tarkin. Sebbene privo di un’autorizzazione ufficiale, viene riconosciuto e lasciato passare. In parallelo, gli imperiali iniziano a fortificare la piazza centrale. Tutto lascia presagire l’avvio della fase finale dell’operazione e un messaggio di Partagaz a Dedra conferma tale impressione: l’Impero è stato fin troppo paziente e le condizioni per agire con forza sono ormai più che giustificate.
A un certo punto Syril viene convocato all’interno dell’edificio principale per mettersi al riparo, in vista di un’azione imminente. Proprio allora esplode una grande manifestazione organizzata dai cittadini di Ghorman: uno sciopero contro l’occupazione. Carro Rylanz tenta di fermare la folla in marcia verso la piazza, convinto che si tratti di una trappola dell’Impero, e che la sola risposta possibile debba essere una resistenza silenziosa. Nel caos, Carro riconosce Syril e lo affronta apertamente, accusandolo di tradimento. Syril confessa di non conoscere i dettagli del piano imperiale e dunque Carro gli rivela le reali mire dell’Impero su Ghorman, ma Syril fatica a credergli.
Migliaia di cittadini si radunano per una manifestazione pacifica. Syril raggiunge l’edificio imperiale, ma viene rinchiuso insieme ad altri funzionari in una sala di contenimento, sorvegliati da droidi KX in assetto da guerra. È chiaro che qualcosa di imminente sta per accadere. Poco dopo, le vie di guca della piazza vengono bloccate e il capitano Kaido, nonostante le evidenti lacune dei suoi giovani soldati, ordina loro di uscire e contenere la folla. Il loro nervosismo è palpabile: la tensione è sul punto di esplodere.
Syril riesce comunque a raggiungere Dedra, alla quale chiede risposte sui veri intenti dell’Impero. Quando Dedra minimizza, Syril la aggredisce costringendola a confessare il reale piano dell’Imperatore. Sconvolto, Syril la lascia. Non è più l’uomo che era arrivato su Ghorman. È solo una pedina disillusa, gettata in un gioco più grande di lui. Uscito dall’edificio, si disperde nella folla, mentre Dedra ordina ai suoi di trovarlo e proteggerlo.
Ma improvvisamente Partagaz si collega con Dedra e autorizza l’inizio della fase finale dell’operazione. Dai tetti circostanti la piazza, cecchini imperiali aprono il fuoco sui giovani soldati disposti in piazza per contenere la folla. Nel caos, i superstiti credono di essere sotto attacco da parte dei ribelli e reagiscono sparando contro i manifestanti, anche se nessuno tra la folla ha aperto il fuoco. La piazza esplode nel panico e Kaido rincara la dose con l’invio dei droidi KX. L’ingresso dei mastodontici automi segna l’inizio del massacro e porta alla morte di molti ribelli visti nei precedenti episodi.
Nel pieno dell’inferno, Syril riconosce Cassian e lo coinvolge in un breve scontro. Ma prima che possa avere la meglio, un colpo secco lo interrompe: Carro Rylanz gli spara a bruciapelo. Syril crolla a terra, morto.
Terminato il massacro, Cassian e Wil si organizzano per fuggire dal pianeta. Ma Wil decide di restare su Ghorman: vuole continuare a sostenere la ribellione e rimanere accanto alla giovane combattente di cui si è innamorato. Cassian accetta la sua scelta. Sale a bordo di una navetta e, prima di partire, carica con sé un droide KX disattivato durante gli scontri. Sicuramente il pubblico apprezzerà la rivelazione delle origini di K-2SO, un personaggio destinato a diventare centrale in Rogue One.
Il discorso di Mon Mothma
Nel mentre dello sterminio su Ghorman, su Coruscant è sempre più evidente il controllo che l’Impero sta attuando. Ora gli imperiali vogliono sapere anche tutti i dettagli sui parcheggi e gli spostamenti dei senatori, arrivando addirittura all’introduzione di metal detector all’ingresso del Senato Imperiale.
Mon incontra il senatore Oran di Ghorman con cui aveva parlato in passato, che le dice che sono vicini al punto di non ritorno e che l’Impero sta esagerando. Sembrava aver finalmente compreso la gravità della situazione, avvicinandosi alle posizioni di Mon, ma potrebbe essere troppo tardi. Poco dopo il massacro, infatti, i soldati imperiali irrompono nel Senato e arrestano Oran senza mandato né accuse formali. Di fronte ai colleghi senatori, Oran dichiara a gran voce che quel giorno era toccato a Ghorman ma che presto sarebbe toccato anche ad altri.
Mon e Organa discutono poi su quello che è successo a Ghorman, siccome le notizie sono confusionarie. Bail dice però di non ascoltare i notiziari imperiali, siccome è chi vince a scrivere la storia. Ma Mon sottolinea che l’Impero non ha ancora vinto e che domani ha intenzione di tenere un discorso in Senato per segnalare che l’Impero Galattico è andato troppo oltre. Bail la avvisa però di fare attenzione e procedere con calma, perché negli uffici dei senatori sono state piazzate delle microspie. In più, la avvisa di dover fuggire appena finito il discorso.
Cassian nel frattempo torna su Coruscant. Luthen e Kleya gli affidano il compito di seguire il discorso di Mon e poi aiutarla a fuggire. Cassian accetta, ma afferma che dopo questa missione taglierà ogni legame con loro. Nel frattempo, Mon scopre una microspia nel suo ufficio e la distrugge. Esce per prendere una boccata d’aria e ripassare il discorso, ma viene raggiunta da Luthen, che le rivela che il suo assistente Erskin Semaj è un suo scagnozzo da tempo e che l’ha sempre protetta in modi che lei non saprà mai. Le dice inoltre che la squadra di Organa è corrotta e che non deve fidarsi di loro per la fuga. Mon confessa di avere paura di lui, ma Luthen la esorta a fidarsi di colui che manderà a salvarla.
Il giorno del discorso, il Senato Imperiale è blindato come mai prima. Giornalisti e delegazioni si accalcano, mentre la squadra di Organa si prepara all’azione. Uno dei membri, però, è una spia imperiale incaricata di arrestare Mon. Gli imperiali nel frattempo si preoccupano per le voci che circolano su Ghorman, ma il comandante li rassicura affermando che nessun discorso non autorizzato sarà pronunciato e che il presidente del Senato non concederà deroghe. È evidente che l’Impero controlla ormai completamente ciò che resta della democrazia.
Nonostante tutto, Mon riesce a sfruttare una scappatoia parlamentare per prendere la parola. Gli imperiali comprendono che sta per dire qualcosa di sconvolgente e ordinano di interrompere la trasmissione, ma il sistema è stato sabotato. Denuncia che la distanza tra ciò che si dice e ciò che si sa è diventata un abisso, e che la verità non è più condivisa né riconosciuta. Sostiene che la perdita della realtà oggettiva rappresenta una delle minacce più gravi per una democrazia: quando si rinuncia alla verità, si diventa vulnerabili all’appetito del mostro che urla più forte. Aggiunge che su Ghorman la verità è stata calpestata e che quanto accaduto è stato un genocidio. Le sue parole scuotono l’aula: si levano proteste, clamori, indignazione. Ma Mon non si ferma: accusa i senatori di aver sacrificato la verità per convenienza e avverte che il mostro che ora grida più forte è l’Imperatore Palpatine, una creatura che loro stessi hanno alimentato e che presto li divorerà. Poco dopo, la trasmissione viene interrotta.
Il messaggio è chiaro e, per molti versi, attuabile anche nella nostra realtà: in un’epoca in cui la disinformazione è dilagante e la realtà sembra modellata dai più rumorosi, la difesa della verità diventa un atto di resistenza civile.
In seguito alla pronuncia del discorso, mentre l’alto comando imperiale ordina il suo arresto, ha inizio la rocambolesca fuga con Cassian ed Erskin. Dopo aver trovato un diversivo per superare la spia imperiale e altre difficoltà, raggiungono l’appartamento segreto su Coruscant. Ad attenderli ci sono un Wil ferito, la giovane combattente che ama, e Kleya, che conferma che Luthen è al sicuro. Cassian riceve l’ordine di proseguire da solo, mentre Mon sarà portata a Yavin per registrare un messaggio da trasmettere in tutta la galassia.
Cassian fa quindi ritorno da Bix su Yavin e le confida la volontà di lasciare la ribellione e costruire una vita insieme. Ma la mattina dopo, non la trova più. Bix è partita, lasciandogli un messaggio olografico in cui spiega di non poter permettere che lui rinunci a tutto per lei. Gli dice però che se un giorno vinceranno, potranno finalmente vivere la vita che sognano. Le dinamiche di questo finale di trittico è profondamente toccante, soprattutto per chi conosce il destino di Cassian in Rogue One.
Poco dopo, Cassian viene informato che il droide KX è pronto per essere riattivato. L’ingegnere gli spiega che la cosiddetta riprogrammazione è solo un’illusione: consiste in realtà nella soppressione degli impulsi e nella modifica dei cablaggi. Così nasce K-2SO.
Pareri finali
Il terzo trittico di Andor è il più adrenalinico e ricco d’azione visto finora. Una risposta decisa a chi ha criticato questa seconda stagione definendola troppo lenta o noiosa: gli episodi appena rilasciati dimostrano quanto la serie sia potente sotto molteplici aspetti.
Luthen e i suoi “strumenti” sono al centro di una riflessione amara ma necessaria. Il suo operato, seppur efficace, è sempre più messo in discussione da personaggi come Vel, Bix e lo stesso Cassian. Si delinea un passaggio fondamentale: la Ribellione non può più essere una serie di cellule anarchiche in lotta, ma deve diventare una forza strutturata, con valori condivisi e un’etica che giustifichi il sacrificio. Il Massacro di Ghorman segna proprio questo punto di rottura.
Evento già noto ai fan ma mai mostrato in modo così vivido, viene rappresentato con una potenza visiva e narrativa devastante. Non si tratta di uno scontro epico, ma di un atto di violenza sistemica e calcolata che mostra quanto il totalitarismo possa essere letale. La decisione di far aprire il fuoco ai giovani soldati, ingannati dai loro stessi superiori, è un colpo narrativo magistrale: mostra quanto l’Impero non distrugga solo i suoi nemici, ma anche i suoi figli.
Anche l’arco narrativo di Syril Karn raggiunge il suo tragico compimento. Da simbolo di zelo imperiale a uomo disilluso, il suo tentato omicidio di Dedra e la sua successiva morte rappresentano la fine di un fanatismo cieco. La sua caduta non è solo personale: è la denuncia di un regime che tradisce e consuma anche i suoi più fedeli servitori.
Al centro emotivo e morale del trittico troviamo invece Mon Mothma. Il suo discorso al Senato è un apice emotivo e tematico, che riporta al centro della scena il vero significato del concetto di ribellione: la difesa della verità in un mondo dove la verità è stata sacrificata sull’altare della propaganda. Non si tratta solo di politica, ma di dignità umana. Parlare diventa un atto rivoluzionario, un gesto di resistenza umana contro la menzogna sistemica.
Questo trittico conferma che Andor non è solo una “serie matura” nell’universo di Star Wars, ma una riflessione potente e necessaria sui meccanismi del potere, sulla responsabilità individuale e sul valore della verità. Se Star Wars è sempre stata una favola sul bene e sul male, Andor la trasforma in un racconto adulto, complesso e profondamente umano. Complimenti agli autori e al cast per aver dato vita a un’opera di tale spessore.

Review Overview
Riassunto
Il terzo trittico di Andor è il più intenso e coinvolgente della stagione, ribaltando le critiche sulla presunta lentezza della serie. Al centro troviamo Luthen e la consapevolezza che la Ribellione non può più essere un insieme disordinato di cellule, ma deve evolvere in una forza unita, con valori condivisi. Il Massacro di Ghorman segna questo passaggio, mostrando la brutalità sistemica dell’Impero, capace di distruggere non solo i nemici, ma anche i propri soldati. Syril Karn incarna la disillusione: da fanatico imperiale a vittima di un regime che lo usa e abbandona. Al cuore morale del trittico c’è Mon Mothma, il cui discorso al Senato afferma la verità come atto di resistenza, non solo politica ma umana. Questo trittico conferma Andor come una serie matura e profonda, che esplora con forza i meccanismi del potere, il peso delle scelte individuali e il significato autentico della ribellione.
- Giudizio complessivo4.75
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