Per anni i giocatori di Call of Duty si sono chiesti se fossero stati “shadowbannati” e, soprattutto, perché. C’è chi sospetta di esserlo perché “troppo forte”, chi perché segnalato ripetutamente da avversari frustrati, e chi ancora per attività sospette rilevate dal sistema anti-cheat. Qualunque sia la causa, lo shadowban è una realtà nel mondo di Call of Duty, e con l’ultimo aggiornamento il gioco lo renderà finalmente visibile agli utenti.
In un recente post ufficiale, il team di Call of Duty ha presentato le novità del sistema anti-cheat Team Ricochet, in vista del lancio di Black Ops 7. Tra le novità più rilevanti spicca l’introduzione delle notifiche di Limited Matchmaking (LMM): i giocatori sapranno quando il proprio account viene inserito nella “lista separata” dedicata ai profili sospetti.
Secondo quanto spiegato, il sistema interviene in tempo reale quando rileva attività dubbie, spostando l’utente (o l’intero gruppo, se uno dei membri è segnalato) in un bacino di matchmaking ristretto. Finora era quasi impossibile capire se si fosse stati penalizzati, alimentando dubbi e supposizioni. Con la nuova funzione, invece, gli utenti riceveranno un avviso direttamente in gioco.
Un dato sorprende: il 75% dei giocatori vi finisce non per colpa propria, ma perché trascinato dal comportamento di un compagno di squadra. Tradotto: i vostri amici potrebbero essere la causa del vostro allontanamento.
Il team ha precisato che l’inserimento nella blacklist non equivale a una condanna definitiva per cheating: si tratta piuttosto di un segnale che richiede ulteriori verifiche.
Nel frattempo, i numeri parlano chiaro. Solo nel mese di agosto, Team Ricochet ha evidenziato oltre 55.000 account sospetti. Una cifra impressionante, ma che probabilmente rappresenta solo la punta dell’iceberg.
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