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Call of Duty: Warzone Mobile | Recensione

Non è propriamente giusto affermare che Activision ha creato Warzone Mobile per colonizzare smartphone e tablet. È sbagliato, perché in realtà l’azienda ha già dalla sua un certo Call of Duty: Mobile che da alcuni anni continua ad accumulare introiti record, ma in quel caso c’è un piccolo problema: il titolo è frutto di una collaborazione tra l’azienda americana e Tencent, e questo significa che i ricavi vanno divisi tra i vari protagonisti di questa maxi-operazione. Poteva Activision sottostare a questa condizione? Poteva forse accontentarsi di pochi miliardi ogni anno, quando poteva invece ottenerne tanti ogni anno?

Ricordando che COD Mobile, visto il successo continuo ancora oggi, continuerà a esistere, la nascita di Warzone Mobile è arrivata proprio in tal senso. Il colosso americano, che da anni sta facendo di Call of Duty un grande ecosistema tentacolare tra console, PC, free to play, carry forward e mobile, ha infatti deciso di seguire un’altra strada per irrompere nel mondo di smartphone e tablet, quella di sviluppare internamente una versione del popolarissimo battle royale che si interseca con contenuti e giochi amati dalla community. Di fronte a tale ambiziosa operazione, che mira a riproporre l’esperienza di Warzone (ma non solo) sui dispositivi portatili, urge un’analisi più precisa. Activision è riuscita nel miracolo? Rispondiamo alla domanda nella nostra recensione.

Versione provata: Android

Verdansk a portata di mano

Warzone Mobile risponde a un’esigenza in particolare, e no, non riferiamo alla monetizzazione ora completamente in mano ad Activision (anche se siamo sicuri che l’azienda non sia dispiaciuta di questa cosa): la condivisione del franchise. Sebbene COD Mobile sia stato e sia ancora oggi un prodotto importantissimo frutto di continui omaggi alla serie, è con Warzone Mobile che ora l’azienda americana ha aperto le porte alla condivisione massima possibile tra i vari titoli. Accedendo con il vostro account di Call of Duty, per intenderci, ritroverete tutti i contenuti e i progressi ottenuti in Modern Warfare 3 e Warzone, per creare un immenso ecosistema sul quale costruire il futuro.

Un futuro che, perlomeno in questo caso, parte dal passato. Warzone Mobile ha sempre avuto la promessa di replicare l’esperienza del battle royale che dal 2020 fa parte delle nostre vite di videogiocatori, e così è stato: la modalità più ambiziosa è quella del Battle Royale a squadre (quattro o due componenti) fino a 120 giocatori, sulla mappa di Verdansk. Sì, la storica prima ambientazione di Warzone 1 fa il suo ritorno come location principale dell’esperienza, già di per sé un ottimo trampolino di lancio per sfruttare la nostalgia dei giocatori. La mappa che richiama l’est Europa viene anche sfruttata per Royal Mobile, una mini-modalità BR a squadre in piccole porzioni della medesima ambientazione (max 78 giocatori, sarà protagonista del tutorial iniziale). 

Activision ha però avuto anche l’intelligenza di proporre alternative molto valide per questo Warzone Mobile, che vanno oltre la comunque amata Verdansk. La mappa Rebirth Island, che quest’anno tornerà anche nell’attuale versione del battle royale per console e PC, è infatti il terreno ideale per proporre la modalità Ritorno, con l’ormai collaudata formula della BR a squadre che consente però il rientro dei giocatori caduti per dare frizzantezza a ogni partita. Conosciuta sin dai tempi di Black Ops 4, quando era la riproposizione quasi perfetta della prigione di Alcatraz, Rebirth Island si conferma ancora una volta come una mappa davvero splendida in fatto di design, con tantissime possibilità e sorprese per i giocatori.

Come se non bastasse, c’è anche una modalità PvP tradizionale. A partire dalle mappe più iconiche del passato e del presente della serie, come Scrapyard e Shoot House, WZM propone infatti anche alcune classiche modalità multigiocatore tra cui deathmatch e dominio, che possono aiutare i giocatori a prendere confidenza con le meccaniche nel caso in cui non abbiano mai avuto a che fare con la recente evoluzione del battle royale e del franchise in generale. Probabilmente questa modalità, inserita come extra, sarà arricchita con altre mappe classiche in futuro (ci aspettiamo le solite Rust, Nuketown e così via, proseguendo il massiccio riciclo di asset), ma ovviamente il focus resta su Verdansk e Rebirth Island.

A livello contenutistico, WZM si presenta quindi con un’offerta niente male – al momento imparagonabile con quella di COD Mobile, che però sulle spalle ha quasi 5 anni di attività. E proprio come lo spin-off di Tencent, anche Warzone Mobile presenta tantissimi pacchetti cosmetici acquistabili con le microtransazioni che, in linea generale, non influiscono sulle meccaniche e le prestazioni. Varrà per sempre? Difficile dirlo. Basti pensare alla skin “Groot” di MW2, che ancora oggi popola gli incubi dei giocatori, o le eccessive statistiche di alcuni progetti pubblicati nel tempo. Ma questi, a dire il vero, sono problemi che si ritrovano da tempo.

Prestazioni? Sì, c’è un problema

Focalizzandosi sul gameplay, Warzone Mobile è in questo momento una medaglia a due facce: da una parte abbiamo una struttura solidissima e fedele alla controparte console e PC, mentre dall’altra il gioco pecca vistosamente sul fronte delle prestazioni – la recensione è stata realizzata giocando la versione Android del titolo, su cui la stessa Activision ha riconosciuto vari problemi

Il gameplay e il feeling sono gli stessi dei vari MW3 e Warzone, facendo di WZM un prodotto di primissima fascia nel panorama dei first person shooter su tablet e smartphone. Il gunplay, dovendo adattarsi ai concetti di condivisione dei contenuti e di esperienza, è davvero fenomenale, così come il fluidissimo sistema di movimento e le varie interazioni con gli oggetti, specie in battle royale. L’interfaccia è stata parzialmente rivista rispetto agli ultimi MW2 e MW3, ma resta una confortante somiglianza: va detto che già in passato l’HUD di Modern Warfare 2 del 2022 era stato criticato per alcune scelte che sembravano andare in direzione di una fruizione mobile del gioco… e oggi effettivamente è chiaro che i team di sviluppo hanno lavorato all’unisono per proporre un sistema uguale per tutti. 

Se quindi l’esperienza di base è quella di un signor FPS per dispositivi portatili, con tanto di controlli touch che si ispirano a COD Mobile ma ne affinano le caratteristiche (l’autofire è ora molto migliorato, lasciando il giusto tempo per prendere la mira e aggiustare il tiro prima di sbagliare un colpo), dall’altra uno dei problemi più importanti fin qui rivelati riguarda la compatibilità con i controller

WZM presenta compatibilità con una vasta gamma di controller terzi, come il pad di Xbox, il Dualsense di PlayStation 5 o l’ottimo Backbone One per smartphone, che vengono agganciati in pochi istanti e restituiscono uno splendido feeling, andando a giocare con le numerose impostazioni per migliorare il tutto. Sia chiaro: anche i controlli touch sono di pregevole fattura, ma ovviamente il controller, specie su schermi come i tablet, risulta essere il device migliore per giocare a Warzone Mobile.

In questo momento, in verità, il controller è anche l’unica strada possibile per potersi davvero divertire. In questa prima fase di WZM, per ammissione della stessa Activision, l’azienda ha deciso di non dividere nel processo di matchmaking coloro che usano controlli touch e controller, come invece accade su COD Mobile da tempo. Le criticità che emergono da questi primi giorni sono un campanello d’allarme che Activision non potrà sottovalutare, e ci aspettiamo che presto vengano fatte mosse decisive in tal senso, considerando che l’obiettivo di Warzone Mobile dovrebbe essere quello di adattarsi a un pubblico vastissimo e non per forza possessore di controller compatibili.

A proposito dell’espansione del gioco, i requisiti non sono propriamente bassi. Nonostante WZM sfrutti la tecnologia del cloud per caricare gli asset di gioco, con le partite che sensibilmente migliorano graficamente col passare del tempo per evitare di appesantire troppo i device (lo sappiamo, Activision non è proprio a suo agio con l’ottimizzazione delle memorie), i problemi tecnici su Android sono molti. Non dimentichiamo ovviamente che gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi su altro, come la stabilità dei server fino a 120 giocatori che rappresenta di per sé un bel miracolo, ma, soprattutto su Android, le prestazioni a schermo sono molto altalenanti, con bruschi cali di framerate e aliasing esagerato, per non parlare delle texture degli ambienti molto dozzinali. Ottima però l’idea di concentrarsi sulla visibilità dei singoli giocatori, che in effetti è uno degli elementi più importanti. 

Chiaramente, portare su tablet e smartphone un’esperienza come quella di Warzone Mobile non è stata una passeggiata, e i compromessi sono stati molti – così come il peso sulla batteria, che cala abbastanza rapidamente con poche partite. Warzone Mobile è così un prodotto molto particolare: perfetto da alcuni lati, molto carente verso altri. Auspichiamo un supporto corposo soprattutto sul fronte tecnico, sperando che il gioco non vada a raggiungere i 250 GB richiesti dalle controparti console e PC…

7.3
Review Overview
Riassunto

Call of Duty: Warzone Mobile è un ottimo videogioco per smartphone e tablet, che porta l'esperienza dei giochi console e PC sui dispositivi portatili. Il problema maggiore, tuttavia, sono i compromessi: per restare al passo con lobby a 120 giocatori e altre ambiziose funzionalità, i dispositivi soffrono sul fronte della batteria e dell'immagine, molto spesso contraddistinta da un comparto grafico poco allettante. Urge sistemare i problemi, anche se ribadiamo che il gioco è un signor FPS.

Pro
Il feeling e l'esperienza di COD sono sempre perfetti Bella varietà di contenuti
Contro
Graficamente al di sotto delle aspettative Per l'amor di dio, dividete il matchmaking di chi usa controller!
  • Concept & Trama7.5
  • Gameplay9
  • Comparto Artistico6.5
  • Comparto Tecnico6
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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