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Deliver At All Costs | Recensione

Dalla inusuale collaborazione tra gli esordienti Far Out Games e Konami, ormai tornata a pieno regime sul mercato videoludico, arriva questo singolare gioco che mescola guida con telecamera isometrica, azione e avventura.

Deliver at all costs è il primo titolo sviluppato dallo studio svedese, disponibile per PC tramite Steam, Epic Games Store e GOG, e su console (PlayStation 5 e XBOX Series X/S).

Versione recensita: PC

Consegnare a tutti i costi

Ci troviamo negli anni ‘50 in una piccola isola degli Stati Uniti, dove ha sede la cittadina di St. Monique. Lo stile è quello caratteristico dell’epoca, con automobili cromate, musica swing e colori sgargianti. L’avventura ci mette subito nei panni di Winston Green, aspirante ingegnere sventurato che si ritrova a passare da un lavoro mediocre all’altro per pagare le bollette.

Giunto sul punto di essere sfrattato, Winston si ritrova quasi per caso ad accettare un lavoro come corriere nell’agenzia di consegne We Deliver. Dopo alcuni lavoretti di prova, il nostro protagonista stringe un rapporto di amicizia col benevolo datore di lavoro, trovandosi però antagonizzato dall’ambizioso figlio del capo, disposto a tutto per prendere il comando dell’azienda di famiglia.

Il misterioso passato di Winston non lo aiuterà di certo, tornando presto a tormentarlo e dando il via a una storia ricca di colpi di scena, tra spionaggio industriale, teorie del complotto e fantascienza.

Deliver at all costs fa del suo meglio per tenere vivo l’interesse dal punto di vista narrativo, con personaggi bizzarri o volutamente sgradevoli all’occorrenza, con l’umorismo sopra le righe a far da padrone.

Non vedremo mai una semplice giornata di lavoro, e le consegne saranno sempre più fuori di testa. Dal tingere di verde una montagna di angurie marce per truffare il cliente al fotografare un disco volante mentre rapisce una mandria di mucche, nulla sorprenderà il nostro Winston, sempre deciso a portare a termine il suo lavoro ad ogni costo.

Certo, si potrebbe discutere sulla qualità del lavoro svolto, che potrebbe essere riassunta con la celebre citazione di Futurama: “Scarichiamola in una fogna e diciamo che è stata consegnata!”.

Guidare, guidare, guidare!

Il divertimento del gioco sta infatti tutto qui: l’obbiettivo è portare a termine le consegne, senza curarsi di quanti danni si causeranno nel tentativo. Pressoché tutti gli edifici delle 3 mappe di gioco sono distruttibili. Tutti i pedoni possono essere investiti (ma nessuno si fa male davvero). Ogni veicolo può essere rubato.

Tutto diventa lecito per portare a termine le consegne di We Deliver, finanche radere al suolo un intero quartiere per costruire una scorciatoia utile a svolgere più in fretta il lavoro. Il sistema di guida è immediato e piacevole, e sarà sempre divertente lanciarsi a tutta velocità contro una stazione di rifornimento e vedere esplodere il vicinato.

Seguire le strade non è quasi mai consigliato (salvo rare missioni dove sia richiesto guidare con prudenza) ed esiste tutto un sistema dedicato di potenziamenti e personalizzazioni del furgone aziendale per ottenere un veicolo in grado di demolire con facilità tutto quello che gli si para davanti.

Sfortunatamente, a fronte di un gameplay immediato e di un’idea di fondo divertente, la profondità del sistema di gioco e del level design risulta limitata, e si raggiunge dopo poco tempo una sensazione di ripetitività che non viene mitigata dagli upgrade al veicolo.

Salvo infatti 2 migliorie obbligatorie per la storia principale, le mappe di gioco non offrono mai un vero spunto per potenziare il furgone o testare nuove invenzioni.

Per quanto gli obbiettivi di gioco sembrino variegati, ci si trova fondamentalmente sempre a dover guidare da un punto A a un punto B, mentre si ascoltano le irriverenti pubblicità di lassativi alla radio, senza mai sfruttare veramente le altre meccaniche di gioco proposte (quali catapulte e sospensioni idrauliche).

Dietro l’ispirazione principale, che sembra essere il free roaming dei primissimi Grand Theft Auto, manca la profondità di gameplay e i vincoli di level design che sarebbero stati necessari per andare oltre le 7 ore di storia principale, con le missioni secondarie che aldilà del collezionismo e un po’ di esplorazione fine a se stessa non hanno molto da offrire.

I favolosi anni ’50

Pur non presentando nulla di tecnicamente eccelso, lo stile grafico di Deliver at all cost risulta gradevole e perfettamente funzionale all’atmosfera degli anni ’50. Di particolare cura la colonna sonora, che presenta diversi brani jazz e swing su licenza e un doppiaggio inglese di buon livello (almeno per il cast principale).

A fronte di un conteggio di poligoni piuttosto ridotto, il titolo si comporta bene dal lato delle prestazioni, con framerate sbloccato su PC che può godere di ottima fluidità anche su configurazioni modeste e senza dover richiedere tecnologie di upcaling.

 

7
Riassunto
Riassunto

Un simpatico connubio di generi che fa della distruzione ambientale il suo cavallo di battaglia. La storia principale, seppur breve, si gioca con piacere, ma il gameplay fatica a raggiungere la profondità necessaria per andare oltre qualche ora di divertimento.

Pro
Sistema di guida immediato Ogni cosa può essere distrutta Stile irriverente e imprevedibile
Contro
Ripetitivo dopo poche ore Tante personalizzazioni ma poca profondità
  • Valutazione7
Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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