Home Videogiochi Speciali L’urlo di Sifu terrorizza anche il cinema! Come il roguelike di Slocap ha omaggiato il kung fu

L’urlo di Sifu terrorizza anche il cinema! Come il roguelike di Slocap ha omaggiato il kung fu

Sono ormai passati due anni dall’uscita di Sifu, il roguelike action incentrato sul kung fu di Slocap nel quale il nostro eroe invecchia dopo ogni sconfitta. A dispetto di una difficoltà che non fa sconti, l’opera dei developer francesi già autori di Absolver ha riscontrato un ampio successo sia di critica che di pubblico, con apprezzamenti che si sono concentrati in particolare sul gameplay, sul suo stile artistico e il suo taglio particolarmente cinematografico.

A partire dal 5 marzo e fino al 1° aprile Sifu sarà disponibile nella selezione dei giochi mensili del Playstation Plus per tutti gli abbonati al servizio di sottoscrizione di Sony.

Sifu è una storia di vendetta e tradimenti, nonché una metafora sullo sprecare la propria vita in cerca di un’inutile resa dei conti, e le ispirazioni per la sua trama possono essere ritrovate in una serie di pellicole che sono letteralmente imperdibili per ogni appassionato di film d’azione e di arti marziali. Certe citazioni sono lampanti e possono essere rintracciate in alcuni film dei quali vi andremo a parlare in questo nostro speciale!

Dalla Cina con Furore

La figura di Bruce Lee è stata fondamentale nel campo delle arti marziali al cinema, e il suo impatto è stato soprattutto significativo nell’abbandonare un certo stereotipo che riguardava gli attori asiatici ad Hollywood. Proprio Fist of Fury, o Dalla Cina con Furore in italiano, fu una produzione di Hong Kong che divenne rapidissimamente di culto in tutto il mondo, incassando oltre 100 milioni di dollari del tempo (700 milioni odierni secondo il tasso di inflazione) a fronte di un budget di soli 100.000 dollari.

Proprio come Sifu, anche Dalla Cina con Furore è un film di vendetta, dove Chen, il protagonista interpretato da Bruce Lee, è incapace di elaborare il lutto per l’assassinio del maestro. Chen decide di scatenare una spirale di violenza, che ha il suo culmine nella mitica scena del dojo, dove affronta gli allievi della scuola giapponese responsabili dell’omicidio del suo mentore.

Police Story

Le scene mozzafiato si susseguono veloci e furiose nella commedia di arti marziali di Jackie Chan, un successo che l’ha reso un’icona mondiale del cinema d’azione. Il regista/star/acrobata interpreta Ka-Kui, un ispettore di polizia di Hong Kong che si mette in proprio per incastrare un boss della droga e proteggere la testimone principale del caso.

Ricco di una serie di scene slapstick e di combattimenti acrobatici, tra cui un’epica mischia in un centro commerciale tra pugni e vetri in frantumi, Police Story ha stabilito un nuovo standard per i film di arti marziali e ha influenzato una generazione di registi da Hong Kong a Hollywood. In Sifu non mancano i richiami per questo cult del genere, in primis per ciò che riguarda l’uso delle ambientazioni e degli oggetti di scena.

The Raid

Nei bassifondi di Giacarta, in Indonesia, una squadra di agenti d’élite ha il compito di infiltrarsi in un grattacielo per arrestare il pericoloso signore della droga che lo gestisce. Questa è la premessa del film indonesiano The Raid, una vera e propria masterclass dei combattimenti ravvicinati che ha influenzato Sifu con il suo ritmo e le sue coreografie. Le scene d’azione vedono il personaggio di Rama, affrontare più nemici alla volta, con angolazioni ampie e piani sequenza che esaltano l’azione.

Con un budget relativamente ridotto, il film di Evans fa anche un grande uso delle sue location limitate, mettendo in scena in modo creativo le scene di combattimento in corridoi, appartamenti e scale. A volte The Raid stesso sembra un videogioco, con Rama che si sposta da un livello all’altro, affrontando i nemici in scene di combattimento che diventano sempre più brutali e complesse.

36esima camera dello Shaolin

Un giovane studente di nome San Te viene coinvolto dal suo insegnante nella ribellione locale contro il governo Manciù. I funzionari del governo sopprimono la rivolta e liquidano la scuola, uccidendo anche amici e familiari. San Te cerca vendetta. Ferito in un attacco da parte di scagnozzi Manciù, fugge al tempio Shaolin e cerca di allenarsi nel kung fu. Inizialmente i monaci buddisti lo respingono poiché è un estraneo, ma l’abate capo ha pietà del giovane e lo lascia rimanere. Un anno dopo, inizia l’addestramento alle arti marziali nelle 35 camere del tempio e progredisce più rapidamente di qualsiasi altro studente.

Questa è grossomodo la trama di questo film cult che allo stesso modo di Sifu mostra il protagonista alle prese con una serie di sfide sempre più ardue da superare. Da notare che l’attore che interpreta il nostro eroe è Gordon Liu, artista marziale e coreografo altrimenti noto per aver impersonato il maestro Pai Mei e Johnny Mo in…

Kill Bill

Beatrix Kiddo, alias la Sposa, è un’assassina addestrata che è stata tradita dalla Deadly Viper Assassination Squad, la banda di killer professionisti guidata dal suo ex capo Bill, che l’ha ferita con un colpo di pistola al suo matrimonio, dandola per morta. La Sposa si risveglia dal coma quattro anni dopo e inizia la sua ricerca di vendetta. Con l’aiuto di uno degli ex mentori di Bill, il fabbricante di spade in pensione Hattori Hanzo, la Sposa parte per eliminare i primi due obiettivi della sua lista: Vernita Green, che si è ritirata dalla Squadra e ha una figlia, e O-Ren Ishii, che ora è il capo della malavita di Tokyo ed è la leader della banda criminale degli 88 Folli. La Sposa, impegnata in una ruggente furia di vendetta, non si fermerà finché tutti i membri della Squadra non saranno morti e terrà Bill per ultimo.

I richiami al dittico di Quentin Tarantino sono evidenti in Sifu: anche il nostro protagonista ha una lista di nemici da sconfiggere, proprio come la Sposa, e l’uso del kung fu è centrale in entrambi i film. Ritornano anche certe ambientazioni, con dei richiami evidenti allo scontro nella neve con O-Ren (che a sua volta prende a piene mani dal classico Lady Snowblood).

The Grandmaster

Quando il capo della comunità di arti marziali del nord, Gong Yutian sceglie di ritirarsi, chiede un duello per trovare un candidato adatto a portare gli insegnamenti del sud al nord. Ip Man è un giovane artista marziale di grande talento, ma che preferisce mantenere un basso profilo. Nonostante le sue proteste, Ip viene scelto come candidato del sud e vince il duello abbastanza agevolmente. La figlia di Gong, Gong Er, è incredula e lancia immediatamente una sfida per vendicare l’onore della sua famiglia. Durante il combattimento, tuttavia, i due combattenti stringono un legame che vedrà i loro destini stranamente intrecciati.

Questa è la visione della vita di Ip Man, il maestro di Bruce Lee, del grande e visionario regista Wong Kar-Wai. È uno sguardo che differisce da quello della più nota serie di Wilson Yip che vede come protagonista Donnie Yen. Non c’è mitizzazione, non c’è un eroe senza macchia. Ma abbiamo delle scene d’azione che mostrano fedelmente delle mosse realistiche di kung fu, come conferma proprio il coreografo di Sifu, Benjamin Colussi, gran maestro francese dell’arte del Pak Mei, lo stile di kung fu adottato proprio nell’opera di Slocap.

Ringraziamo Cosmocover per il codice PC che ci ha permesso di realizzare questo speciale e di riassaporare i combattimenti spietati di Sifu.

Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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