Microsoft ha recentemente annunciato il licenziamento di 9.000 dipendenti, accompagnato dalla cancellazione di progetti come Perfect Dark ed Everwild. A questo si aggiungono ulteriori 4.000 posti di lavoro tagliati in precedenza. Una decisione che ha colpito duramente il settore, scatenando proteste tra fan e appassionati, alcuni dei quali hanno dichiarato di voler disdire l’abbonamento a Game Pass per boicottare Xbox.
Tuttavia, il dato che molti sembrano ignorare è che Sony, dal 2008 a oggi, ha ridotto il proprio personale in misura ben maggiore. Secondo i dati, l’azienda giapponese ha eliminato circa 67.000 posti di lavoro in sedici anni, quasi cinque volte più dei tagli effettuati da Microsoft nello stesso periodo.
I licenziamenti, ormai frequenti nel mondo dei videogiochi, hanno colpito non solo i giganti americani. Nel 2008 Microsoft contava circa 91.000 dipendenti, di cui 55.000 negli Stati Uniti. Oggi il colosso di Redmond arriva a circa 228.000 unità, anche dopo i 15.000 tagli complessivi di quest’anno.
Sony, invece, è passata dai 180.000 dipendenti del 2008 agli attuali 113.000, con un calo significativo. Solo nel 2024 il gruppo giapponese ha licenziato 900 persone, pari all’8% della forza lavoro di PlayStation.
Nonostante questi numeri, gran parte delle critiche sembrano concentrarsi esclusivamente su Microsoft, ignorando la portata dei tagli operati da Sony. Una disparità di trattamento che fa emergere una riflessione sulle doppie misure applicate nel settore: anche figure influenti del mondo gaming, come il conduttore Geoff Keighley, sono stati accusati di mostrare maggiore favore verso Sony.
I numeri, però, parlano chiaro: dal 2008 Sony ha ridotto il proprio organico ben più di Microsoft, un dato che solo in pochi sembrano voler evidenziare.
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