Se dovessimo scrivere con lo stesso ritmo frenetico che caratterizza questo Ninja Gaiden: Ragebound, dovremmo saltare le nostre classiche introduzioni, contestualizzazioni e tutti gli altri fronzoli che siamo soliti adoperare per le nostre anteprime. Quindi via, andiamo dritti al punto!
Un ninja blasfemo!
Prodotto da DotEmu e Koei Tecmo e sviluppato da The Game Kitchen, Ninja Gaiden: Ragebound è, ovviamente, un nuovo capitolo di una delle saghe ninja più longeve della storia dei videogiochi. Tuttavia, a differenza di quanto accade spesso nell’industria, lo studio responsabile di un successo nei soulslike in 2D come Blasphemous dimostra di avere un sincero rispetto per il vastissimo lascito del Clan Hayabusa.
Partendo dalla scena d’apertura di questa demo, ovvero una semplice ma splendida reinterpretazione dell’intro del Ninja Gaiden originale, passiamo a un buon numero di meccaniche, fino ad arrivare a Ryu che stende i suoi allievi più testardi con la sua celebre Izuna Drop. Sono tutti questi elementi che si combinano per permettere a Ragebound di esplorare nuovi percorsi nel campo dell’azione in 2D, così caratteristica delle prime uscite della serie, senza però rinnegare l’ampia e variegata storia del franchise.
Una saga che, dopo aver provato i tre livelli disponibili in questa demo, ha più di un motivo per guardare con speranza alla direzione intrapresa da Ninja Gaiden: Ragebound. A rafforzare quest’idea ci pensa una spettacolare pixel art, che esalta personaggi, sfondi e ritratti con una cura che si riflette anche nelle animazioni, tutte di altissimo livello.
Kenji, il nostro primo protagonista, percorre gli scenari con passo sicuro e una falcata ampia, mentre ninja, teschi volanti e demoni brutti come la fame ci sbarrano la strada. Per ora, conta meno la trama (basti sapere che ci sono demoni in libertà, ma torneremo sull’argomento analizzando la versione definitiva) del comparto artistico, che è indiscutibilmente riuscito, e che viene completato dalla forza di una colonna sonora che calza a pennello con l’azione vibrante che ci viene proposta.
La parola d’ordine è velocità
E che azione, signore e signori! Perché, a questo punto, Ninja Gaiden: Ragebound comincia a farci intravedere qualcosa di molto interessante. Kenji non brandisce la Spada del Drago (d’altronde, come sappiamo, quella katana è riservata al clan di Ryu Hayabusa), ma la sua non è certo da meno: potremo tagliare i proiettili che ci vengono contro, roteare in aria per rimbalzare sui nemici o su elementi pericolosi dello scenario, oppure infonderla di energia spirituale (demoniaca o personale, quest’ultima al costo della propria essenza vitale) per spazzare via, con un solo fendente, le minacce più coriacee.
E laddove l’acciaio di Kenji non basta per fare a pezzi ninja, trafiggere oni e smembrare qualunque cosa gli si pari dinnanzi, potremo sempre affidarci alla sua agilità, ai suoi salti e alla capacità di arrampicarsi sui muri, esplorando livelli pieni di sezioni platform dinamiche, nascondigli ricchi di collezionabili e sfide che spingono alla rigiocabilità.
In ogni caso, dopo aver trafitto, talvolta in modo piuttosto letterale, gli orribili invasori del Villaggio Hayabusa, non ci resterà altra scelta se non abbandonarlo per proseguire, da un lato, le nostre avventure, e dall’altro scoprire che in Ninja Gaiden: Ragebound c’è una mappa ben visibile da cui potremo selezionare il nostro prossimo obiettivo. Potremo scegliere liberamente il percorso? Ci saranno strade alternative? Quali potenziamenti si nascondono nella bottega del leggendario fabbro Muramasa? Per rispondere a queste e a molte altre domande dovremo attendere, ovviamente, il gioco completo.
La strana coppia
A questo punto, immaginiamo che alcuni di voi stiano già pensando che sia giunta l’ora di trarre delle conclusioni e preparare il sipario di questa anteprima. Ma niente affatto! Rimane ancora un ultimo colpo di scena! In Ninja Gaiden: Ragebound ci sono due protagonisti. Come avvenga l’alternanza tra Kenji e Kumori, assassina del Clan del Ragno Nero (un’organizzazione che non lascia presagire nulla di buono), si sa ancora poco, ma è certo che le sue abilità saranno utilissime. Soprattutto perché, là dove le limitazioni corporee di Kenji non ci permettono di avanzare (a causa di zone bloccate, muri, e ostacoli simili) le energie impure di Kumori apriranno nuovi percorsi da esplorare.
Ma attenzione: sarà più facile a dirsi che a farsi. Tanto per cominciare, se Kenji già mal sopportava l’idea di essersi unito ad un’assassina del clan rivale, figuratevi quanto sarà entusiasta di mettersi a compiere rituali proibiti con Kumori. E, come se non bastasse, ogni volta che accederemo ad una sorta di zona crepuscolare alla Nioh, la nostra permanenza in essa sarà limitata nel tempo: dovremo quindi sfruttare al massimo ogni salto, ogni estensione di tempo e attacco, aggiungendo un carico di tensione che va esattamente contro il principio che Ryu Hayabusa ci impartisce all’inizio dell’avventura: “Cerca la tua pace interiore”. Grazie Ryu, ma non stiamo andando a frequentare un corso di meditazione trascendentale.
Pronti a sguainare la katana?
Ma questo Ninja Gaiden: Ragebound è davvero sulla strada giusta. Non è ovviamente semplice esprimere un giudizio preliminare su una piccola porzione di quello che sarà il gioco completo. Tuttavia, in questo caso, è più difficile immaginare una serie di scivoloni che facciano deragliare le ottime premesse viste nella demo, piuttosto che una conferma dei pregi dimostrati nei livelli che abbiamo provato. Tutto può succedere, non c’è dubbio, ma questi pochi salti e colpi di katana con Kenji ci hanno lasciato un ottimo sapore in bocca e una gran voglia di tornare a tranciare oni in due.
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