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[Recensione] A Highland Song

Highland Song è un gioco in 2D disegnato a mano in cui vestiamo i panni di Moira McKinnon. La quindicenne vive da quando è nata nelle Highlands scozzesi con la madre. Il suo sogno è quello di vedere il mare e grazie allo zio Hamish questo sarà possibile. Difatti, in una lettera questi la invita a visitare il suo faro. Naturalmente, senza pensarci due volte, Moira parte per una spedizione attraverso le vette più alte delle Highlands per realizzare il suo sogno. La trama, come potete vedere, è molto semplice e chiara, senza troppi fronzoli. Il focus di A Highland Song difatti riguarda il suo gameplay, sulla splendida colonna sonora e i suoi panorami mozzafiato.

Con la testa tra le nuvole

 

L’elemento più importante del gameplay è l’arrampicata. Inizialmente il nostro viaggio parte su alcune piccole colline, che ci hanno portato rapidamente alla meccanica centrale del gioco. In un secondo momento, le colline più alte iniziano a richiedere di pianificare un percorso più comodo. Questo perché gli sviluppatori hanno riflettuto sugli aspetti più importanti dell’arrampicata: fatica, infortuni e condizioni meteorologiche avverse.

Sullo schermo, in basso a sinistra, è presente la barra della vita della nostra eroina, che naturalmente diminuisce in caso di gravi cadute. La salute può essere rigenerata rapidamente riposando in qualsiasi luogo, ma non potremo curarci sempre. Viaggiando sotto la pioggia o la bufera di neve, la suddetta barra diventa blu e può essere rigenerata solo in punti stabiliti, come ad esempio sotto un albero, in una grotta o presso alcuni edifici.

Nonostante il tempo inclemente, il nostro viaggio è proseguito al meglio. Ci siamo fermati solo quando la vita è scesa a un livello critico o è arrivata la notte. Un aspetto molto importante è il sonno, la cui mancanza influisce sulla velocità di camminata di Moira. Inoltre, passare la notte nella natura selvaggia mette fuori uso parte della barra della vita, ma un pisolino in un edificio la riporta allo stato iniziale.

Sul nostro cammino, oltre a incontrare diversi NPC, troveremo delle mappe, che svolgono un ruolo molto importante. Sono quelle che indicano al giocatore la strada per raggiungere i punti più importanti, ovvero quei luoghi che faranno procedere la trama. Quello che ci è piaciuto di più è stato il fatto che, per leggerle, siamo stati costretti a salire su una delle cime vicine. Solo da queste alture si poteva cercare nell’area i punti di interesse che la mappa evidenziava. La ricerca non è stata facile, ma di certo gratificante.

Una storia con le tinte color pastello

 

Ci sono stati sicuramente due elementi di Highland Song che ci hanno affascinato durante la nostra partita: le immagini e la musica. Non nascondiamo che abbiamo preferito la colonna sonora alla storia: i suoi elementi ritmici e le sue armonie sono deliziose, ma soprattutto la musica è parte integrante del gameplay, poiché a Highland Song è a tutti gli effetti un rhythm game. Durante il suo viaggio, Moira incontrerà più volte un cervo spaventato, che ovviamente proveremo ad inseguire. È a questo punto che partono i numerosi richiami luminosi al ritmo di alcune ballate folk, al ritmo dei quali il giocatore dovrà premere le combinazioni A e X.

Il tutto è incredibilmente semplice, cosa che piacerà a tanti, ma non necessariamente ai giocatori più esperti, e dobbiamo dire che le musiche che accompagnano il nostro vagare tra le alture scozzesi sono decisamente in tema e si adattava perfettamente al tono di A Highland Song e al suo gameplay tranquillo.

Per quanto riguarda la grafica, siamo felici di dire che il lato estetico ci ha colpito molto. L’intero gioco è brillantemente disegnato a mano e le singole linee a matita aggiungono un certo fascino al suo aspetto grafico. I creatori hanno fatto un ottimo lavoro nel giocare con la prospettiva. Si potrebbe paragonare l’intera mappa a un mock-up di un cartone animato in 2D, o a un libro pop-up. È meraviglioso vedere come Moira lasci le colline nelle quali vive, per poi passare a quelle vicine, attraverso certi passaggi all’apparenza nascosti. E così via, una corsa dopo l’altra, fino al punto finale del viaggio, il faro dello zio. È un’opera deliziosa e ci ha intrattenuti fino alla fine.

7.5
Riassunto
Riassunto

Durante la nostra partita A Highland Song ci ha catturati subito grazie al suo stile grafico. La campagna scozzese dipinta a mano ci ha invogliati a viaggiare nelle brughiere e nelle colline insieme a Moira. Gli oggetti nascosti e le storie che circondano questi paesaggi spingono a un'esplorazione più approfondita. Il sistema di ricerca delle mappe e dei punti indicati su di esse è una diversificazione interessante e un'idea ingegnosa per dare una meta al nostro viaggio. La musica che lo accompagna si adatta al suo gameplay calmo, mentre gli elementi da rhythm game avrebbero potuto essere realizzati meglio, magari puntando su un’altra soglia di difficoltà: le combinazioni di due tasti non sono sufficienti, e alla fine A Highland Song risulta troppo facile. La trama è semplice ma chiara, e i racconti di Moira e dello zio che accompagnano il gioco completano perfettamente la storia. Il doppiaggio è ottimo, e abbiamo apprezzato l’accento scozzese dei protagonisti. Peccato solo che non sia disponibile una traduzione in italiano, il che non rende A Highland Song di semplice fruizione per chi non ha dimestichezza con l’inglese. A Highland Song merita l'attenzione dei giocatori. Il mercato ha bisogno di giochi di questo tipo: semplici, con una bella storia e una grafica accattivante e piena di stile.

Pro
Ottima colonna sonora e doppiaggio Delizioso stile grafico Gameplay semplice...
Contro
...persino fin troppo per un rhythm game Manca la traduzione in italiano
  • Concept & Trama7
  • Gameplay7
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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