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[Recensione] Rainbow Six: Extraction

Dopo il successo di Outbreak, nella prima stagione dell’anno 3 di Rainbow Six Siege, vestiamo nuovamente i panni degli operatori del celebre gioco multiplayer in una missione estremamente pericolosa e all’insegna di virus alieni e di una modalità di gioco PvE che mette i giocatori in condizione di collaborare per eliminare la minaccia e ristabilire la pace (grazie anche a nuove meccaniche che arricchiscono il gameplay): parleremo di tutto ciò in questa recensione di Rainbow Six: Extraction.

Ricordiamo inoltre che il titolo esce globalmente domani 20 gennaio 2022 su console next-gen e non, oltre che su PC, e che riporta alla luce il Parassita giunto sulla terra in seguito al misterioso schianto di un missile russo nella piccola città di Truth or Consequences, il quale ha generato esseri infetti dalla forza e resistenza sovrumane.

Versione provata: PS5.

 

IL PARASSITA E’ TORNATO

A distanza di 3 anni dallo schianto del meteorite e la sconfitta del Parassita rilasciato, quest’ultimo è ora riapparso per diffondersi e starà al team di operatori del R.E.A.C.T. affrontare questa minaccia incombente; parte del mandato è anche ottenere, dalle incursioni del team nella zone di contenimento (ad alto rischio infezione), delle informazioni sulla minaccia aliena, in modo da formare il CODEX: un database supportato da IA che consentirà di estrapolare dettagli e segreti sul Parassita, come operatore infatti dovremo infiltrarci in queste zone fatali per recuperare ogni singolo indizio utile alla corretta costruzione del CODEX, contribuendo a sconfiggere il pericolo una volta per tutte.

I luoghi delle missioni, in cui le zone di contenimento hanno maggiore presa, sono: New York (Liberty Island, Stazione di Polizia e Giardini Monolitici), San Francisco (Il quartiere di Tenderloin, Apollo Casino & Resort e l’Enterprise Space Foundation), Alaska (Nome, Eurydice Valley e l’Orpheus Research Center) e la cittadina di Truth or Consequences, dove tutto è cominciato; gli operatori su cui dovremo far affidamento, ognuno con la propria serie esclusiva di gadget unici direttamente da Rainbow Six Siege, saranno: Ela, Hibana, Lion, Sledge, Vigil, Gridlock, Finka, Alibi, Doc, Fuze, IQ, Jager, Nomad, Pulse, Rook, Smoke, Tachanka e Capitao, inoltre, ciascuno di questi disporrà di un arsenale dedicato e di abilità ottenibili tramite avanzamento dei livelli, il tutto previo sblocco dell’operatore desiderato grazie alla progressione REACT (oggetti, personaggi e mappe da ottenere superando sfide all’interno del gioco).

Il parassita ha diversi modi per attaccarci, tutti tramite gli infetti i quali si dividono in categorie (o tier): nel livello 1 troviamo il Breacher (trasporta fluido esplosivo sulla schiena), il Grunt (infetto da attacchi ravvicinati) e lo Spiker (spara proiettili dal braccio); nel livello 2 abbiamo il Rooter (produce una sostanza che infligge danno e immobilizza il bersaglio) e il Sower (piazza trappole che accecano); il livello 3 contiene il Tormentatore (produce uno sbarramento di proiettili), lo Smasher (possiede una corazza quasi impenetrabile) e il Lurker (può diventare/far diventare invisibile); l’ultimo “Archaean” è nel livello 4 ed è l’Apex, egli può evocare a sé altri infetti per combattere.

Abbiamo trovato una storia non banale e, anzi, ben gestita e motivata nonostante, lo ricordiamo, non sia il fulcro principale del titolo (di ciò ne parleremo tra poco) e perciò ci riteniamo soddisfatti dell’impegno svolto nell’introdurre questa gran varietà di nemici e mappe.

 

NOVITA’ PER TUTTI I GUSTI

Uno degli aspetti principali del gioco è il gameplay che, nonostante in gran parte prenda spunto da Siege, si dimostra comunque originale e pieno di sorprese, la più importante è il MIA (Missing in Action): gli operatori che vengono atterrati e feriti nelle zone di contenimento, vengono rivestiti in uno speciale strato protettivo che li tiene lontani dal parassita per diverse ore o addirittura giorni, il tutto perché possano essere salvati dagli operatori della squadra ed essere portati in salvo successivamente, questa funzione viene introdotta per incoraggiare i giocatori ad affrontare con giudizio ogni area di gioco e senza introdursi da soli; ulteriore novità derivante dalla scorsa è lo stato dell’operatore: sarà operativo nel momento in cui dovrà iniziare la missione o incursione, inattivo se sarà sotto una certa soglia di salute e MIA, come detto prima, se l’operatore sarà dichiarato disperso in seguito al fallimento della missione (in seguito, un compagno dovrà recuperarlo e portarlo nell’area di estrazione per consentirgli di tornare alla base e, col tempo, farlo tornare operativo).

Aspetto fondamentale sarà anche la scelta degli oggetti da portare con sé in battaglia, alcuni saranno presenti da subito (come le barricate, i rinforzi, il drone e le granate fumogene), ma altri andranno sbloccati tramite l’avanzamento con esperienza: dal livello 1 al 4, come per i nemici, vediamo categorizzate le granate di vario tipo, claymore, corazze e kit di sopravvivenza, munizioni extra, drone XR e altri molto avanzati ed estremamente utili come mine e acceleranti.

Il Protocollo Maelstrom è una delle modalità di fine partita, si tratta di una grande incursione in un’area infetta e sempre più piena di nemici la cui durata estesa metterà a dura prova la resistenza degli operatori, ciò è dato anche dalla scarsa disponibilità di risorse che ci accompagneranno nella sopravvivenza; ad attendere i giocatori, in caso di successo, ci sarà un’ingente quantità di punti esperienza e accessori esclusivi per gli operatori, ma per fare ciò sarà consigliato (direttamente dal gioco anche) di essere ad un livello almeno superiore al 10 ed aver maturato esperienza sul campo prima.

Infine, molte modalità aggiuntive saranno introdotte dalla settimana del lancio: Veterano (fuoco amico e HUD minimale), Muro a Muro (assalti di infetti e difficoltà crescente) e Calcio al formicaio (zone ad alta densità e piene di nidi), oltre a eventi Crisis in cui avremo a disposizione diverse sfide da affrontare in compagnia e che ci ripagheranno con ricompense uniche.

Siamo stati colpiti dalla serie di novità e dalla longevità delle missioni che, giocate sfruttando Cross-gen e Cross-play raggiungo alti livelli di divertimento, anche se giocate da soli assieme a giocatori random; ora attendiamo solo i contenuti post-lancio.

 

PUNTI DI FORZA

  • Trama del gioco sopra le aspettative
  • Gameplay ripreso da Rainbow Six Siege, fluido e intuitivo
  • Grande varietà di armi, gadget e nemici
  • Mappe ben strutturate
  • Cross-gen e Cross-play

PUNTI DEBOLI

  • Modalità coop online forzata, anche se da soli

 

Dopo un breve periodo di prova privata, possiamo dire di aver esplorato ogni aspetto di Rainbow Six: Extraction che, prima ancora del lancio, portava su di sé aspettative alte dalla community, dimostrandosi alla fine un ottimo titolo da giocare sia in compagnia che, in parte, con utenti casuali; il gameplay ci ha divertito e si dimostra longevo, come ci si aspettava, il che ci consente di promuoverlo.

Ringraziamo Ubisoft per il codice review di Rainbow Six: Extraction.

Scritto da
Marco "Connor" Corazza

Videogiocatore dall'infanzia, dalla fine degli anni '90, fino ad arrivare ai titoli più recenti. Dal PC alla console, una vita basata su questo mondo, appassionato di trame fitte e giochi in team.

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