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[Recensione] Yakuza: Like a Dragon – Un nuovo inizio per la serie targata SEGA

Dopo sette capitoli principali e dopo altrettanti spin off, la serie di Yakuza aveva forse raggiunto un punto di stanca, considerando la continua riproposizione di personaggi e gameplay fin troppo simili di titolo in titolo. Deve essere questo il motivo che ha spinto SEGA a rilasciare Yakuza: Like a Dragon, nuovo titolo che rappresenta una sorta di reboot dell’intera serie. Questo perché SEGA ha deciso di introdurre un nuovo protagonista e una nuova ambientazione, oltre ad aver completamente rivoluzionato il gameplay. Le scelte intraprese dall’azienda nipponica saranno riuscite a rinnovare una saga fin troppo statica?

Scopritelo continuando a leggere la recensione dedicata a Yakuza: Like a Dragon; vi auguriamo una buona lettura.

Nota: La versione provata è quella PS4.

Un nuovo inizio

Come detto in apertura Yakuza: Like a Dragon si incentra su un protagonista totalmente inedito, salutando una volta per tutte le vicende del buon vecchio Kazuma Kiryu. Nel dettaglio, la trama racconta le avventure di Ichiban Kasuga, un giovane orfano appartenente alla famiglia Arakawa a cui è molto affezionato e fedele. Questa sua fedeltà lo porterà a costituirsi per confessare un omicidio che il ragazzo non ha mai commesso. Come conseguenza Ichiban è costretto a scontare diciotto anni di carcere, durante i quali alleanze e amicizie vengono meno. La famiglia Arakawa, inizialmente affiliata al clan Tojo, è ora sotto l’Alleanza Omi del Kansai e lo stesso Masumi Arakawa, capo dell’omonima famiglia, non è più lo stesso di un tempo. Durante un incontro di chiarimento tra Ichiban e Masumi, infatti, quest’ultimo, senza troppe spiegazioni, spara al protagonista. Fortunatamente, in nostro aiuto arriverà Yu Nanba, un ex infermiere che si ritrova ad essere, suo malgrado, un senzatetto. E’ a questo punto che hanno inizio le avventure di Yakuza: Like a Dragon. Fin dai primi istanti di gioco risulta chiaro che SEGA ha voluto scrivere una storyline profonda e interessante, in cui protagonisti e personaggi secondari risultano ben scritti e caratterizzati. Cutscenes e dialoghi vi terranno infatti incollati allo schermo, spingendovi ad avanzare per scoprire lo sviluppo della storia. Ovviamente non mancheranno momenti comici e divertenti che sapranno strapparvi più di un sorriso. La sensazione, tuttavia, rimane quella di trovarsi di fronte ad una trama più seriosa rispetto a quella vissuta nei capitoli precedenti. In ogni caso l’intera campagna, suddivisa in quindi capitoli, mantiene una longevità di tutto rispetto. Per concludere la trama principale impiegherete infatti tra le 35/40 ore, tralasciando la miriade di attività secondarie che aumenteranno esponenzialmente l’esperienza di gioco.

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Benvenuti a Isezaki Ijincho

Yakuza: Like a Dragon offre anche una nuova ambientazione. Stiamo parlando del distretto di Isezaki Ijincho, ispirato all’esistente quartiere di Isezakicho (Yokohama). In particolare, la mappa risulta molto più ampia di Karumocho, scelta che avrebbe potuto rivelarsi un’arma a doppio taglio. Molti open world tendono infatti ad avere mappe decisamente vaste ma poco dense a livello di contenuti e ambientazioni. Fortunatamente questo non è il caso di Like a Dragon. Gli sviluppatori hanno infatti ricreato una città viva, con tante persone a schermo e con diverse attività, negozi e punti d’interesse. Durante i vostri spostamenti potrete accedere a tantissime missioni secondarie, interagendo semplicemente con alcuni passanti. In questo modo il semplice passeggiare per Ijincho risulterà gratificante e vi invoglierà ad esplorare ogni strada e via presente. Un aspetto decisamente importante per un open world che fa del free roaming uno dei suoi punti di forza. Durante la nostra prova abbiamo amato poter entrare in bar e ristoranti per gustarci del buon cibo giapponese o passare del tempo con i classici cabinati SEGA (Virtua Fighter 2, Space Harrier, Out Run e molto altro ancora). Quanto detto rappresenta solo la punta dell’iceberg di quello che Ijincho ha da offrire. Oltre alle tante attività di svago (karaoke, cinema, shogi o mahjong) non possiamo non parlarvi del PedaLatta e del Dragon Kart. Mentre la prima è una modalità in cui dovremo raccogliere quante più lattine possibile, la seconda è una sorta di Mario Kart in stile Yakuza, in cui ci ritroveremo a correre per circuiti disseminati di potenziamenti da raccogliere e utilizzare contro gli altri corridori. Ovviamente non mancano le attività più seriose, come la possibilità di gestire un’azienda, passando dalla formazione dei dipendenti fino all’acquisto di nuove attività per aumentare il business. Insomma, Yakuza: Like a Dragon non è uno dei tanti Open World GDR che abbiamo visto negli utlimi anni. Niente vi impedirà di passare ore ed ore immersi tra le strade e le attività di Ijincho dimenticandovi completamente della trama principale.

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Cazzotti a turni

La grande rivoluzione di Like a Dragon riguarda senza dubbio il gameplay. Se nei capitoli precedenti incontrare un gruppo di nemici ci avrebbe permesso di attaccarli in tempo reale, in Yakuza: Like a Dragon il tutto sarà impostato con un sistema a turni più ragionato e strategico. In particolare, ogni incontro vedrà Ichiban e il suo team combattere contro altri nemici. Ogni personaggio del team potrà compiere una sola azione che, sostanzialmente, si differenzia in attacco, difesa, abilità e altro. Ogni scelta è attivabile tramite la pressione dei tasti X, quadrato, cerchio e triangolo, ben visibili grazie ad un HUD caratterizzata da una grafica marcata e colorata.  Tra l’altro il gioco introduce un particolare sistema di personalizzazione delle abilità di combattimento. Ichiban e compagni possono infatti cambiare lavoro e acquisire abilità e armi di vario tipo. Ogni mestiere rappresenta quindi una classe con cui personalizzare il nostro stile di gioco e variare, anche in maniera sostanziale, l’approccio ai combattimenti. A prescindere dalla decisione presa, ogni abilità dovrà essere potenziata costringendo il giocatore ad un grinding fin troppo pressante. Questo perché procedendo con l’avventura i combattimenti risulteranno sempre più difficili, obbligandovi ad avere mosse e abilità potenziate. Niente di così proibitivo sia chiaro ma, senza una buona strategia, difficilmente riuscirete ad avere la meglio (soprattutto durante le boss fight). Per bilanciare i combattimenti gli sviluppatori hanno inserito una barra di punti abilità per evitare di abusare delle tecniche speciali di ogni personaggio. Presente anche la possibilità di utilizzare degli oggetti, come nel caso di cure e pasti per rigenerare la nostra salute. Non pensate comunque che il sistema a turni renda statico e poco movimentato gameplay di Like a Dragon. Questo perché durante gli attacchi potremo utilizzare dei semplici Quick Time Event per infliggere più danni o per pararsi dai colpi avversari. Proprio la difesa rappresenta uno degli aspetti fondamentali del gameplay in quanto vi permetterà di non subire status passivi come il sanguinamento o lo stordimento. Al termine di ogni scontro la squadra acquisirà dei punti esperienza che contribuiranno a migliorare le statistiche di ogni membro. Nonostante la trama più seriosa di cui abbiamo parlato precedentemente, Yakuza: Like a Dragon non perde la sua comicità, nemmeno durante tali fasi. La fantasia del buon Ichi infatti, trasformerà gli avversari in buffi personaggi che rappresentano i maggiori stereotipi giapponesi. Avremo a che fare, ad esempio, con Superpapponi, Palpeggiatori Fedifraghi o Arcivagaboni. Personaggi che i ragazzi di SEGA hanno ben pensato di chiamare Sujimon, ispirandosi palesemente ai più celebri Pokémon. Da quanto avete letto risulta piuttosto chiaro che il combattimento in stile JRPG ci è piaciuto molto, rivelandosi una ventata di aria fresca per la serie. Certo, in alcuni momenti potreste sentire la mancanza di un approccio più action ma vi assicuriamo che il sistema a turni risulta ben bilanciato. L’unico problema che abbiamo notato riguarda il mancato posizionamento della squadra e dei nemici all’inizio di ogni scontro, causando alcuni bug duranti gli spostamenti.

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Reboot grafico

Dal punto di vita tecnico, grafico Yakuza: Like a Dragon rappresenta il miglior titolo della serie. Su PS4 (versione da noi provata) il titolo gira a 30 FPS fissi e, al contrario dei precedenti capitoli, non abbiamo incontrato cali di stabilità consistenti. Oltre a ciò non possiamo non menzionare l’abilità degli sviluppatori nell’utilizzo del Dragon Engine. Il quartiere di Isezaki Ijincho rappresenta una gioia per gli occhi, soprattutto nei suoi scorci notturni. Ciò grazie ad un sistema di illuminazione migliorato che permette di evidenziare i classici riflessi delle insegne neon giapponesi sulle pozzanghere o sulle vetrate degli edifici. Ribadiamo inoltre la presenza delle tante persone a schermo, che contribuiscono a fare di Ijincho un distretto vivo e vissuto. Dal punto di vista tecnico segnaliamo il miglioramento dei modelli dei personaggi, sia durante le fasi di gioco che durante le cutscenes. Specialmente quest’ultime risultano ora più godibili grazie all’inedito inserimento dei sottotitoli in italiano, segno che SEGA ha deciso di investire sul pubblico nostrano. Per dovere di cronaca segnaliamo la presenza del doppiaggio in lingua inglese e giapponese. Qualunque sia la vostra scelta, sappiate che gli sviluppatori hanno sincronizzato il labiale in entrambe le lingue, assicurando un’ottima esperienza di gioco in entrambi i casi. A tal riguardo abbiamo apprezzato la possibilità di poter guardare ogni scena d’intermezzo dal menù precedente o di poter ricominciare il gioco tramite la modalità New Game +.

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Punti di Forza

  • Trama profonda e interessante;
  • Gameplay a turni ben congeniato;
  • Mappa vasta e ricca di dettagli;
  • Tantissime attività da compiere.

Punti di debolezza

  • L’impronta meno action potrebbe non piacere;
  • Grinding troppo accentuato.

Yakuza: Like a Dragon è il titolo con cui SEGA ha deciso di rivoluzionare e rinnovare l’intera serie. Un compito molto arduo che l’azienda nipponica ha portato a termine con successo. Ciò grazie ad una delle migliori trame della saga, caratterizzata da un protagonista, Ichiban Kasuga, e da personaggi secondari decisamente ben scritti. Nonostante ciò, la vera rivoluzione riguarda il nuovo stile di gioco, ora meno action e basato su un sistema a turni tipico del genere JRPG. Una scelta che potrebbe non accontentare tutti i fan della serie ma che, di fatto, ci ha consegnato un gameplay ben fatto e divertente da giocare. Se tuttavia voleste prendervi una boccata d’aria dalla componente ruolistica sappiate che il distretto di Isezaki Ijincho avrà centinaia di attività secondarie da offrirvi.

 

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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