I buoni metroidvania sono sempre i benvenuti. Con Possessor(s), lo studio Heart Machine, già autore di Hyper Light Drifter, intende offrirci proprio questo tipo di genere, che negli ultimi anni ha vissuto un’intensa riscoperta. Come sappiamo, con uno stile artistico interessante si può già fare colpo a prima vista su un pubblico sempre alla ricerca di uno stile che lo intrighi. Ma il gioco riesce anche ad andare oltre, e a distinguersi dalla concorrenza? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione!
Gambe in spalla!

Possessor(s) racconta la storia della ragazza adolescente Luca, che durante una misteriosa catastrofe a Sanzu City perde le gambe e assiste impotente all’uccisione del suo migliore amico, Kaz. Nella sua situazione disperata incontra il demone Rhem, che le propone un patto: lui le fornirà nuove gambe artificiali e la salverà, mentre in cambio lei dovrà aiutarlo a tornare a casa.
Tre anni dopo, Luca si risveglia in una città distrutta e isolata, con nuove gambe artificiali che reagiscono ai suoi pensieri. Dopo la tragedia, però, il mondo è completamente cambiato, e Luca si trova di fronte a nuove sfide. Il rapporto teso tra Luca e Rhem, segnato da reciproca diffidenza e dipendenza, dà vita a conversazioni molto interessanti tra i due. Numerosi flashback conferiscono inoltre un po’ più di profondità ai personaggi. Tuttavia, lo sviluppo del personaggio di Luca ci è sembrato un po’ troppo affrettato, e la lore legata agli eventi viene spiegata in modo troppo risicato. Da segnalare inoltre che non è disponibile una traduzione in italiano.
Un nuovo mondo

Il mondo di gioco si estende tra le rovine di una megalopoli distrutta: da grattacieli crollati a un acquario abbandonato. Sanzu City era una metropoli controllata da una megacorporazione, prima che una catastrofe interdimensionale la trasformasse in una rovina infestata dai demoni. I distretti devastati, come il campus universitario o il parco acquatico, risultano visivamente piuttosto spogli e ordinari rispetto ai personaggi, molto più vividi. Altre zone invece sono realizzate con grande cura. Ma, nella maggior parte dei casi, il mondo riesce a catturare il nostro interesse grazie alla sua atmosfera cupa e misteriosa.
Gli ambienti sono costruiti nel classico stile metroidvania, con zone collegate tra loro che diventano accessibili solo dopo aver ottenuto nuove abilità. Piccoli indicatori sulla mappa segnalano le aree inesplorate, così da non sentirsi mai davvero persi o confusi. La mappa, tuttavia, non fornisce particolari dettagli sulle varie sezioni, e ciò ci ha spinto a esplorare ogni angolo con attenzione. Heart Machine ha realizzato un mondo vario, che viene ampliato in modo intelligente attraverso l’acquisizione di nuove abilità, il che rende accettabile, e spesso piacevole, fare un po’ di backtracking ogni tanto.
Una linea classica

Una delle caratteristiche migliori di Possessor(s) è il suo sistema di combattimento ispirato ai platform fighter. Luca è più letale quando si trova vicinissima ai nemici, motivo per cui molte delle sue abilità e dei suoi movimenti sono pensati per coprire rapidamente le distanze. Il sistema di movimento comprende scatto, salto da parete e una versatile frusta, utilizzabile sia in combattimento sia per dondolarsi e arrampicarsi.
Un elogio particolare va a Possessor(s) per la scelta di rinunciare ai danni da contatto: non si perde vita semplicemente toccando i nemici, cosa che pone l’accento sul tempismo preciso nelle schivate e nelle parate. Il sistema di combattimento risulta così più accessibile e meno frustrante, senza però diminuire il livello di sfida.
Le armi sono creative: useremo una chitarra elettrica, uno yo-yo, un cellulare o una mazza da hockey, con cui combattere creature possedute. I nemici sono masse di carne contorte fuse ad oggetti quotidiani. I demoni tentano disperatamente di possedere qualsiasi oggetto pur di sopravvivere nel mondo dei mortali.
Il feeling dei controlli è sempre preciso e reattivo. L’unico difetto è l’effetto visivo degli attacchi, un po’ troppo esagerato, rendendo i colpi a volte troppo caricati e poco chiari. Oltre a ciò, Possessor(s) è più tradizionale che audace dal punto di vista del gameplay.
Non è il caso di spaccarsi le mani

Possessor(s) propone una curva di difficoltà moderata: impegnativa, ma senza sfociare nella frustrazione. Il gioco integra anche elementi da soulslike, come la perdita della valuta Chroma alla morte, recuperabile tornando sul luogo del decesso. Con il Chroma è possibile acquistare vari potenziamenti in punti specifici.
Una critica riguarda l’orientamento: poiché è possibile raccogliere in qualsiasi ordine i primi potenziamenti principali, rappresentati dai quattro occhi demoniaci, il gioco non indirizza abbastanza chiaramente verso abilità chiave come l’attacco in caduta o lo scivolamento a terra. Capita spesso di seguire per molto tempo strade apparentemente percorribili, per poi imbattersi in ostacoli superabili solo con abilità non ancora acquisite, causando lunghe marce indietro. Meglio una struttura più lineare, o una progressione diversa, visto che in alcuni momenti questo è stato davvero un po’ fastidioso.
Che le abilità siano necessarie non è di per sé un problema, perché l’esplorazione è divertente, così come le sezioni platform, soprattutto quando si sbloccano progressivamente elementi fondamentali che motivano a continuare.
Senza coraggio ci si perde…

Possessor(s) ci immerge in bellissimi ambienti 3D, che creano una cornice visiva splendida, nella quale si muovono personaggi disegnati a mano, animati e immersi in un’azione a cavallo tra fantascienza e horror. Il gioco si presenta con uno stile artistico molto raffinato, che ci ha conquistati per tutta la durata dell’esperienza. Il nostro grande dubbio risiede soprattutto in una mancanza di originalità nelle meccaniche, che fa fatica a far emergere con forza il lavoro di Heart Machine. L’opera dello studio rischia di perdersi fra una miriade di titoli concorrenti, che magari non hanno la stessa forza dei suoi artwork, ma che propongono piuttosto un gameplay più originale e rischioso in termini di game design.
Possessor(s) è un’ottima esperienza metroidvania , anche se piuttosto ordinaria. Rispetto ai precedenti titoli di Heart Machine, come Hyper Light Drifter e Solar Ash, le sue meccaniche di gameplay risultano ben rodate, ma poco coraggiose. Non reinventa davvero il genere, ma offre oltre 20 ore di gioco con un sistema di combattimento solido, personaggi interessanti e una presentazione splendida.

Review Overview
Riassunto
Possessor(s) è una buona esperienza metroidvania curata dall'abile studio degli Hear Machine. Le meccaniche sono ben rodate, e richiamano i classici del genere, ma ciò che ci ha colpito è stato l'art design, che è uno dei migliori visti ultimamente. Ci rimane qualche dubbio soprattutto riguardo al sistema di navigazione nel mondo e a qualche effetto che rende poco leggibili gli scontri, ma nel complesso Possessor(s) ci ha divertito.
Pro
Le meccaniche di gameplay risultano naturali e fluide Progressione costante e motivante Stile artistico meravigliosoContro
Si prende purtroppo troppo pochi rischi A volte backtracking inutile Effetti delle mosse un po’ troppo stilizzati- Giudizio complessivo7.5
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